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Urano, il pianeta ribaltato

Gli scienziati divisi sul motivo della strana rotazione: impatti giganti o la presenza di una luna che poi si è allontanata o è collassata su di esso?

Forse qualche studente attento l'avrà notato: il pianeta Urano, settimo del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il terzo per diametro, è ribaltato su un fianco e gli scienziati non sono sicuri del perché. Una delle caratteristiche più insolite del pianeta, scoperto soltanto nel 1781 dal fisico e compositore tedesco (naturalizzato britannico) Sir William Herschel, è infatti l'orientamento del suo asse di rotazione. Tutti gli altri pianeti ruotano infatti restando perpendicolari al piano dell'orbita, invece Urano è quasi parallelo, quasi rotolasse lungo l'orbita, e per questo espone al sole uno dei suoi poli per metà del periodo di rivoluzione, pari a 84 anni terrestri.

E, come Venere, ruota nel senso opposto rispetto a tutti gli altri pianeti del sistema solare. Per questo motivo gli astronomi sospettano da tempo che nella storia del pianeta una serie di impatti giganti lo abbiano di fatto capovolto su un lato. ma una nuova ricerca suggerirebbe invece una causa molto meno violenta, ovvero che Urano possedesse un suo satellite, una specie di luna, che per qualche ragione si è poi allontanata o è collassata su di esso.

Del resto se tutti gli altri pianeti del sistema solare hanno inclinazioni orbitali inferiori a 30 gradi, per qualche motivo l'intero sistema di Urano è inclinato e questa caratteristica influenza la sua rotazione ma anche i suoi anelli e le sue lune, che orbitano attorno al pianeta perpendicolarmente al movimento del pianeta attorno al sole. Gli astronomi sospettano da tempo che un gigantesco impatto, se on più d'uno, si sia verificato durante la formazione del pianeta e che questa energia abbia fornito una forza sufficiente all'insieme gassoso per trovare un equilibrio diverso da quello degli altri pianeti.

A suffragare questa tesi il fatto che il sistema solare, quando si è formato, era un luogo piuttosto turbolento, nel quale grandi formazioni rocciose viaggiavano alla ricerca di un bersaglio. Tutti i pianeti, specialmente quelli esterni, probabilmente hanno subito molte collisioni durante la loro formazione e anche la Terra sarebbe stata colpita da un protopianeta delle dimensioni di Marte, che probabilmente ha portato alla formazione della Luna. Certamente il mistero resterò tale ancora per molto tempo, a meno di non dare credito alla teoria pubblicata sulle riviste Astronomy and Astrophysics e Space, secondo la quale il primo sistema solare non assomigliava a quello dei giorni nostri. I pianeti giganti, in particolare, probabilmente si sarebbero formati molto più vicini tra loro e al sole. Nel tempo, le interazioni tra questi corpi avrebbero portato Urano e Nettuno a migrare più lontano.

Ciascuno dei pianeti giganti avrebbe avuto una serie di lune e con le complicate dinamiche gravitazionali in essere alcuni pianeti hanno perso lune mentre altri ne hanno guadagnate di nuove. Quindi Urano potrebbe essere nato con una luna o averne catturata una, e se questa fosse stata abbastanza grande avrebbe influenzato la rotazione e l'inclinazione del pianeta. I ricercatori pensano quindi che se Urano avesse avuto una luna abbastanza grande, essa sarebbe stata in grado, entro poche centinaia di milioni di anni, di inclinare il pianeta di oltre 80 gradi e poi di schiantarsi sul pianeta bloccando l'inclinazione del pianeta al suo valore attuale. Ma dopo le foto scattate dalla sonda Voyager, per scoprirne i segreti dovremo attendere fino al 2049, quando la Nasa invierà su Urano una missione dedicata.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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