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Archer
Difesa e Aerospazio

Come cambia la (lunga) strada del taxi volante

Da piccoli biposto dimostrativi a mezzi per 4-6 persone che devono volare per oltre un'ora ed essere prodotti rapidamente. Il caso di Archer, l'azienda di mobilità avanzata sulla quale scommettono Stellantis, United Airlines e la Difesa Usa

Tra tutti i progetti di velivoli elettrici a decollo verticale in costruzione nel mondo soltanto poche aziende sembrano orientate a produrre in tempi brevi (si fa per dire) un modello di serie. Talune realtà negli ultimi dieci anni, ovvero da quando le prime idee si sono dovute confrontare con la nascente normativa tecnica, si sono rese conto che mezzi a soli due posti, dei quali uno è il pilota, oppure che hanno autonomia troppo limitata, avevano la sola utilità di dimostrare agli investitori che la strada era quella giusta. Ma poi quasi tutti hanno compreso che per lavorare con i “taxi volanti” è necessario che questi possano trasportare almeno 4-5 persone per una distanza, seppur breve, ma sufficiente per essere concorrenziali con il trasporto terrestre.

La notizia importante negli ultimi giorni è che dopo una campagna di prove in volo durata due anni con i suoi due esemplari di velivoli Maker, la californiana Archer Aviation ha terminato l'assemblaggio del modello Midnight che ora si sta preparando per il collaudo, a partire dalla prossima estate. Già, perché prima sarà necessario completare le prove a terra, raggiungendo un grado di affidabilità sufficiente per dimostrare agli ingegneri di casa e all'autorità aeronautica Faa di essere pronti per volare. Senza roboanti annunci né illusioni, con alle spalle l'interesse di una compagnia aerea come United Airlines, Midnight ha recentemente raccolto anche un'attenzione significativa da parte del Dipartimento della Difesa degli Usa proprio per le sue capacità di carico utile.

L'obiettivo di Archer è cominciare a condurre voli a comando remoto quest'anno per poi passare a quelli pilotati da bordo nel 2024. “Oggi abbiamo annunciato i nostri progressi e il completamento dell'assemblaggio finale del nostro primo velivolo”, ha affermato Adam Goldstein, fondatore e Ceo di Archer “Questo velivolo accelererà il nostro programma di certificazione riducendo i rischi e aprendo la strada al nostro team per concentrarsi sulla costruzione e la conduzione di operazioni pilotate con velivoli conformi per supportare l'obiettivo di entrare in servizio nel 2025”. Forse le ultime tre parole sono eccessivamente ottimistiche, ma Goldstein se le può permettere perché dietro Archer c'è la finanza di Stellantis. Non a caso rispetto ad altri produttori di eVtol, Archer ha il vantaggio di aver già cominciato anche la costruzione del suo impianto di produzione rapida a Covington, in Georgia, da dove dovrebbero uscire gli esemplari di Midnight che copriranno le rotte “strategiche” di taxi aereo collegando gli scali di New York e Chicago con il centro delle metropoli, garantendo 160 km di autonomia e un tempo di ricarica ridotto. L'obiettivo è quindi trasformare i viaggi interurbani sostituendo i 60-90 minuti di tragitto su strada con 10-20 minuti di volo sicuro a 240 km/h, a basso rumore ed economicamente competitivo.

Quanto al sostenibile, dipende sempre dove viene prodotta l'energia da spendere, ma gli usa hanno parecchio nucleare disponibile. Fondata nel maggio 2020 a Palo Alto (nella baia di San Francisco), Archer si propone da sempre si ridefinire la mobilità aerea urbana, concentrandosi sul risparmio di tempo dei clienti. La società è guidata dai co-fondatori Brett Adcock e Adam Goldstein, imprenditori che hanno venduto la loro prima startup Vettery a The Adecco Group per oltre 100 milioni di dollari. Tra i primi investitori c'è stato anche Marc Lore, Ceo di Walmart eCommerce e attore di operazioni finanziarie ardite come la cessione del marchio di e-commerce Jet.com a Walmart per 3,3 miliardi di dollari, l'avvio di Jet.com e la cessione di Quidsi ad Amazon per 550 milioni di dollari nel 2010. Per riuscire nell'impresa dei taxi volanti Archer ha attirato i migliori talenti del settore, con 40 ingegneri provenienti dalle startup concorrenti Joby, Airbus Vahana e Wisk.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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