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(Ansa)
Difesa e Aerospazio

Cosa nasconde lo stop ai voli degli Usa

In sistema Ais, il Notam, cosa sono, come funzionano, che rischi corriamo come passeggeri

Quella di oggi è stata una giornata di quelle che il mondo del trasporto aereo non scorderà tanto facilmente, Lo stop ai voli in tutti gli Stati Uniti è qualcosa in grado di condizionare l'intero sistema non sogli negli States ma in tutto il mondo per giorni e giorni. Tutto questo per colpa di un guasto (sulle cui cause non c'è ancora certezza) al NOTAM.

Si tratta 3.700 movimenti da e verso gli Stati Uniti che sono stati ritardati intorno alle 14 di oggi ora italiana (le 8.30 a New York) con quasi 560 voli che sono stati cancellati. “Le operazioni in tutto il sistema dello spazio aereo nazionale sono interessate dall’avaria del sistema di diffusione dei Notam”, ha affermato l'agenzia in una nota, mentre in un aggiornamento pubblicato su Twitter circa un’ora prima, lo stesso ente aveva pubblicato la notizia che stava ordinando alle compagnie aeree di sospendere tutte le partenze nazionali fino alle 9 “per consentire all'agenzia di convalidare l'integrità delle informazioni di volo e di sicurezza”. Negli aggiornamenti successivi, l’ente regolatore dell’aviazione statunitense ha affermato che tutti i voli in corso avrebbero potuto atterrare in sicurezza e che i decolli erano ripresi soltanto in alcuni aeroporti “a causa della congestione del traffico aereo” presso il Newark Liberty International Airport nel New Jersey e presso l'Hartsfield-Jackson Atlanta International Airport, a causa della congestione del traffico aereo. Di fatto, gli equipaggi di condotta, piloti e copiloti, controllano i Notam (Notice To Air Missions) prima di volare e da questi bollettini, emessi per ogni aeroporto, vengono a conoscenza di eventuali piste chiuse, procedure non possibili, limitazioni, ostacoli in prossimità dell’atterraggio o sulla traiettoria di decollo, eccetera, finanche su potenziali pericoli che potrebbero incontrare lungo una rotta. L'addetto stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha dichiarato in un tweet che "al momento non ci sono prove di un attacco informatico" e ha aggiunto che il presidente Joe Biden aveva ordinato al Dipartimento dei trasporti di condurre un'indagine completa sulle cause, terminando il suo intervento garantendo che “La FAA fornirà aggiornamenti regolari”. Diverse le reazioni da parte dei vettori, con United Airlines che ha dichiarato di aver temporaneamente ritardato tutti i voli nazionali almeno fino alle 10 (le 16 in Italia); mentre Southwest Airlines ha dichiarato di stare seguendo attentamente la situazione".

Ma com’è potuto accadere tutto questo? Com’è possibile che uno dei principali paesi del mondo per traffico aereo e non solo abbia dovuto chiudere gli scali per diverse ore? Come funziona a livello globale questo sistema?

Dobbiamo ricordare che il sistema non è «delicato»; le norme internazionali impongono che ogni paese abbia un server dedicato che raccolga tutte le informazioni (AIS, aeronautical Information System). In Italia per questo esiste l’Enav. Il sistema raccoglie le info da tutti gli aeroporti, ogni giorno, e pubblica le info. Ad esempio: info su lavori in corso, info su ostacoli ed altro in modo da poter fornire al pilota tutti gli aggiornamenti utili per garantirgli un volo nella massima sicurezza, senza imprevisti o problemi non segnalati. Gli equipaggi, dal canto loro, hanno l’obbligo di consultare questi NOTAM (cioè l’insieme delle informazioni raccolte dall’Ais) fino all’ultimo momento prima della partenza.
Quello che quindi è saltato, creando ed obbligando le autorità Usa allo stop, non è il sistema di raccolta delle informazioni ma quello di pubblicazione che lo rende visibile in tutto il mondo.

Al di fuori degli Stati Uniti la situazione pare regolare, tuttavia Aéroports de Paris, gestore degli scali parigini, ha fatto sapere che tutti i voli delle compagnie aeree americane sarebbero stati ritardati fino a nuovo avviso. Di conseguenza Air France e gli altri vettori europei hanno affermato che tutti loro voli diretti negli Stati Uniti stavano operando come previsto e non avrebbero subito ritardi, confidando che entro l’arrivo degli aeromobili nello spazio aereo americano la situazione si sarebbe risolta. Stessa situazione per Londra Heathrow e per Francoforte, maggiore scalo della Germania.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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