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(Ansa)
Difesa e Aerospazio

F-35, costi operativi dimezzati entro quattro anni

Una buona notizia per il portafoglio del Ministero della Difesa

Quasi 25.000 dollari in meno per ogni ora di volo effettuata da ogni velivolo F-35 rispetto all'attuale costo operativo di circa 36.000 dollari. Un risparmio notevole anche per l'Italia, che oggi conta 28 esemplari su 90 velivoli previsti, dei quali 60 di tipo F-35A e 30 della versione F-35B, almeno come previsto dal Documento programmatico pluriennale della Difesa (DPP 2019-2021).

E' quanto il costruttore Lockheed-Martin sta cercando di ottenere entro il 2025 se l'ufficio del programma internazionale congiunto che gestisce il caccia multiruolo accetterà un contratto per la logistica basato sulle prestazioni effettivamente erogate e non più sui parametri finora utilizzati, basati su requisiti militari nati ormai anni fa e ritenuti superati.

Greg Ulmer, vicepresidente esecutivo del comparto aeronautico, il 19 febbraio ha dichiarato che la società ha proposto alla Difesa Usa come cambiare la gestione degli approvvigionamenti di parti consumabili per migliorare sensibilmente l'economia della manutenzione dell'F-35. Lockheed-Martin è da tempo sotto pressione per migliorare l'affidabilità del velivolo e ridurre i costi operativi poiché il principale cliente del jet, l'Aviazione Usa (Usaf), sta considerando alternative più economiche come un'ulteriore versione aggiornata dello F-16 – sempre della medesima azienda - o di limitarne gli esemplari da costruire inserendo nelle flotte un aeroplano da combattimento di generazione "4.5" progettato da zero, una sorta di ponte tra l'F-35 e il suo successore, ancora da realizzare ma già in fase di avamprogetto nei computer della divisione di Lockheed-Marrtin dedicata ai velivoli sperimentali, l'Advanced Development Programs (ADP), detto "Skunk-works" e basato a Palmdale, in California. Ken Merchant, vicepresidente per il supporto tecnico ha dichiarato: "Negli ultimi cinque anni abbiamo già ridotto i costi operativi del 40% e prevediamo di poter calare di un ulteriore 39% sul costo per ora di volo".

In teoria un contratto logistico pluriennale di nuovo tipo consentirebbe a Lockheed-Martin di assumere la proprietà e il controllo dell'intero processo di manutenzione e supporto, cambiando il meccanismo attuale, più convenzionale, che tende a indurre i clienti a ordinare parti e servizi in transazioni occasionali slegate tra loro. Questo consentirebbe al produttore un maggiore risparmio dovuto all'economia di scala acquistando parti e servizi in anticipo a prezzi inferiori dai singoli fornitori. Alcuni risparmi andrebbero ad alleviare i costi delle forze armate che usano l'F-35, mentre Lockheed manterrebbe il resto come profitto. "Crediamo di procedere con i passi giusti e i risultati stanno arrivando", afferma Merchant, "abbiamo anche bisogno che il nuovo Governo si impegni e a riconoscere questi sforzi. Questo che ci darebbe la certezza di poter arrivare a quei 25.000 dollari per ora entro quattro anni".

Grande impatto sul costo della manutenzione relativa all'ora di volo è dovuta dai servizi che il costruttore del motore Pratt&Whitney fornisce per i potenti turbofan F135 utilizzati dall'aeroplano, i cui progetti erano nati nel 1986 presso il centro di ricerca Darpa sotto la guida dell'ingegnere di origini italiane Paul Bevilacqua, e quindi realizzato proprio negli Skunk-works da un consorzio formato da Pratt&Whitney, Rolls-Royce e Hamilton Sundstrand. Terminati i collaudi la produzione in serie fu aggiudicata a Pratt&Whiteny. Per un peso di 1,7 tonnellate lo F135 riesce a produrre una spinta di 19,5; ma la vita media di taluni suoi componenti, sottoposti a temperature elevatissime, è giocoforza limitata. Tanto che dal 2009 è in corso un programma denominato Xte68/Lf1), per risolvere il problema.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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