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Coronavirus, otto canzoni per stare meglio. E come ascoltarle in casa

La musica può modificare l'umore, ridurre l'ansia e lo stress, migliorare il sonno e la produttività. Sean Olive, già presidente dell'Audio Engineering Society, ha creato per Panorama.it una medicina di note

Nello sterminato curriculum di Sean Olive c'è una cattedra legata all'ingegneria del suono all'università della California a Los Angeles, la presidenza dell'Audio Engineering Society, storica organizzazione con sede a New York, punto di riferimento globale nell'universo dell'audio, oltre a una collaborazione quasi trentennale con Harman, uno dei primi principali player internazionali nei prodotti per la musica, con vari incarichi tra cui quello di svolgere ricerche in campo acustico. Insomma, per stringere si può dire che Sean Olive è uno che ne capisce, e parecchio, di note e dintorni. E di quanto facciano bene: «Ci sono evidenze scientifiche circa il fatto che la musica porti benefici alla nostra salute fisica, mentale ed emozionale. La musica è in grado di modificare il nostro umore, ridurre l'ansia e lo stress, migliorare il sonno, la memoria e la produttività» spiega Olive a Panorama.it.

Più sotto potete leggere l'intervista che ci ha concesso, in cui spiega come le canzoni giuste siano una straordinaria terapia per curare o almeno alleviare i malumori psicologici causati dal coronavirus. Ma prima della teoria, la pratica. Una playlist confezionata per i nostri lettori da Olive per sorridere anche in questo tempo di giustificabili musi lunghi e provare a sentirsi meglio. Eccola.

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Olive, in che modo la musica può unire nell'era del distanziamento sociale? Come può rimanere un'attività sociale in un momento in cui non possiamo più partecipare a festival e concerti, tutti cancellati, e trascorriamo la maggior parte del tempo con noi stessi?

Le famiglie possono comunque godersi un concerto registrato su Blu-ray, in tv o su un servizio di streaming su un diffusore o un impianto di home theatre. I single o chi vive lontano da amici e amati può condividere musica attraverso sistemi di videoconferenza come Zoom o Facetime. Al posto di organizzare concerti in stadi o palazzetti, alcuni artisti li stanno tenendo dalle loro abitazioni e condividono le immagini in diretta, come avviene per le notizie e i programmi di intrattenimento. Comunità colpite con severità dal lockdown, come l'Italia, la Spagna o New York, fanno feste musicali dai loro balconi. A Marin County, in California, i residenti imitano il verso dei coyote ogni sera alle 8 per supportare il personale medico che lotta per salvare vite. Quella che può sembrare soltanto musica è in verità un'espressione di unità e amore.

Come può la musica aiutare a combattere lo stress e a sentirsi meglio?

I nostri bioritmi (battito cardiaco/pressione del sangue/respiro) tendono a sincronizzarsi con i battiti della musica. Un brano più lento, più soft, calmo, tende a rilassarci, mentre uno più veloce scatena un'energia interiore. La musica produce reazioni neurochimiche nel nostro cervello che includono la dopamina, la quale è associate al piacere e alla sfera delle ricompense, alla pari del cibo, del sesso, della droga, ma senza scatenare dipendenza o provocare effetti collaterali negativi. Solo circa il 5 per cento della popolazione non prova piacere dall'ascolto della musica, una condizione nota come anedonia musicale.

Ci può spiegare in cosa consiste l'arte dell'ascolto, come funziona?

In Harman abbiamo sviluppato un programma che mira a rendere il pubblico consapevole dei benefici dell'ascolto della musica e come raggiungerli. Per prima cosa, incoraggiamo le persone a renderla un'attività principale, alla quale dedicare piena attenzione. Può sembrare ovvio, ma la maggior parte di noi ha ormai relegato le note a un sottofondo che accompagna una vita piena di impegni. La musica è diventata rumore. Inoltre, incoraggiamo ad ascoltare un intero album o una sinfonia completa, per apprezzarne la struttura e l'estetica, anziché riprodurre sequenze casuali determinate da un algoritmo. Poi, crediamo che la qualità della registrazione e dei diffusori siano essenziali per rendere il timbro, le dinamiche e la ricchezza spaziale della performance. Non meno importante è il setup degli speaker e la loro interazione con l'acustica della stanza, che determina la qualità e il livello dei bassi.

Dovremmo lavorare o studiare con la musica?

La maggior parte degli studi concordano che la musica può aiutarci a lavorare e studiare meglio. Ci pone in uno stato mentale più rilassato e positivo, che è essenziale per essere produttivi. Può migliorare la memoria. Quella strumentale è superiore a quella che contiene un testo per attività che implicano lettura o scrittura. Se a un volume troppo alto, può distrarre. La cosa più importante resta comunque farsi aiutare dalla musica a cambiare umore.

Come dovremmo ascoltare la musica nelle nostre case, per godercela fino in fondo senza disturbare i nostri vicini?

Un ascolto è profondo e attivo, lo ripeto, se diamo piena attenzione alla musica, senza altre distrazioni. Dobbiamo immaginare di essere a un concerto dove, prima della performance, un annuncio chiede di spegnere i dispositivi elettronici. Le luci si abbassano, il pubblico fa silenzio, le note attaccano. Ti abbandoni sulla tua poltrona, con gli occhi chiusi, pronto a goderti una delle più grandi ricompense della vita, magari tenendo un bicchiere di scotch o di vino rosso in mano. Si può alzare il volume a un livello moderato (75-80 dBA, per i più tecnici), non così alto da stancare l'udito o disturbare i vicini, ma non troppo basso da oscurare i dettagli della musica. Per chi ha poco spazio o budget per i diffusori, o non vuole dare fastidio agli altri, le cuffie sono una buona alternativa. Quelle che vanno intorno alle orecchie sono la soluzione migliore. Bisogna assicurarsi che stiano commode. Da qui ci si avvia verso uno stato di «deep listening», di ascolto profondo. Lo si vive quando si batte il ritmo con il piede, si canta la melodia, si anticipa il passaggio armonico successivo, si sentono i brividi correre lungo la schiena. Soprattutto, il pensiero del coronavirus è completamente scomparso.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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