Portrait Milano: ospitalità conviviale in stile Ferragamo
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Portrait Milano: ospitalità conviviale in stile Ferragamo

Nello spirito della accoglienza e del modo di stare insieme della famiglia Ferragamo, il gruppo italiano Lungarno Collection apre Portrait Milano, parte della collezione The Leading Hotels of the World, ispirato agli altri due signature di Firenze e Roma, eppure con una sua peculiarità tutta meneghina.

Valeriano Antonioli e Leonardo Ferragamo, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Lungarno Collection, hanno presentato quello che sembra essere uno dei progetti dall’iter più lungo e oggi meritato, quasi nove anni dalla prima proposta di ridare lustro e visione ai milanesi di un palazzo storico chiuso da oltre cinquant’anni al pubblico nel cuore del centro cittadino.

In passato - citano dai loro racconti - per qualche tempo, Milano fu chiamata la città delle colonne per via di questo edificio nascosto da portone fantastico, accesso all’antico ex Seminario Arcivescovile, capolavoro del Barocco lombardo iniziato nel 1565, e tra i più antichi in Europa e nel mondo, trasformato nel tempo anche in biblioteca, stamperia, scuola per ragazzi e persino laboratorio creativo dell’architetto di fama internazionale Mario Bellini.

Convinta la proprietà e vinta la gara con un concept premiato basato sulla inclusività e sull’accoglienza, simboleggiate al centro da una grande piazza quadrata che mette in collegamento due poli del quadrilatero centrale (corso Venezia e via Sant’Andrea), gli spazi di Portrait Milano si sono suddivisi in location commerciali, luoghi della ristorazione e l’albergo di 73 eleganti camere e suite.

Grazie a questo curato progetto di rinnovamento, il Seminario torna ad aprirsi alla città facendo rivivere con un mood contemporaneo la sua storica vocazione di convivialità e cultura all’interno del Quadrilatero, indirizzo speciale aperto tutto l’anno, estensione del Salone e del Fuorisalone del Mobile, il momento clou dove tutto si apre, invita e accoglie.

Portrait Milano porterà l’attenzione ad ogni ospite, nel riservato hotel 5 stelle lusso così come intorno alla grande loggia porticata, i giardini interni ed esterni, le boutique e le esperienze gourmand, gli spazi del benessere (spa, palestra e piscina dal 2023, ovvero The Longevity Suite, la più evoluta Biohacking & Antiage City Clinic d’Europa), la piazza e la passeggiata che unisce Corso Venezia 11 e Via Sant’Andrea 10.

A firmare il progetto esterno e quello interno sono due architetti di fama mondiale, Michele De Lucchi rinomato esperto del landscape metropolitano e Michele Bönan, già autore degli altri progetti di luxury hospitality di Lungarno Collection.

Dal 14 dicembre, uno dei luoghi segreti più affascinanti e la sua piazza ampia 2.800 metri quadri, soprannominata La Piazza del Quadrilatero, aprono ai cittadini invitati a passeggiare intorno all’elegante colonnato seicentesco e a fermarsi in convivialità nei negozi, al bar e nei ristoranti, il primo ad aprire proprio 10_11 (Ten_Eleven, pronunciato all’inglese) in stile casual dining.

Che si tratti di un pranzo di lavoro, di una cena rilassata o di una pausa pomeridiana, la cucina del 10_11 (unione dei due numeri civici di Corso Venezia e di via Sant’Andrea) vuole esaltare la qualità e la tradizione che richiamano alla mente ricordi di pranzi domenicali e di giornate di festa in famiglia, serviti con piatti da portata e zuppiere posti al centro della tavola.

Al giovane e talentuoso executive chef Alberto Quadrio, supportato dalla squadra e dall’esperienza di Identità Golose e dal coach pluristellato Andrea Ribaldone, il compito di capitanare queste realtà di circa 250 posti a sedere, fra spazi interni, loggiato, giardini e bar. Classe 1990, piemontese, originario di Gattinara in provincia di Vercelli, giovane ma con una carriera già rinomata grazie alle esperienze da Gualtiero Marchesi ai tempi de Il Marchesino,Yoshihiro Narisawa a Tokyo, Oriol Castro a Barcellona, Rasmus Kofoed al Geranium di Copenaghen, Pietro Leeman, Norbert Niederkofler e Alain Ducasse, il gotha insomma dell’alta ristorazione.

Grande tecnica, cucina autentica e anche emozionale e di gran gusto, quello che vuole portare agli ospiti per farli ritornare e segnare 10_11 come un luogo del cuore e famigliare, da frequentare più e più volte.

Insieme a lui, il pastry chef Cesare Murzilli, ex medico romano che dopo aver deciso di cambiare carriera ha fatto esperienza da numerosi maestri pasticceri tra cui Denis Dianin e il campione del mondo Emmanuele Forcone.

Le sue torte, alle mele, al cioccolato, il tiramisù con lo zafferano, i mini babà o l’amor polenta, chiudono il menù degustazione dei piatti della tradizione (i mondeghili, il riso al salto con ragù di ossobuco, il vitello tonnato, la pasta in bianco con il parmigiano, il filetto di manzo in crosta e la zucca al forno) o accompagnano caffè, tisane e infusi al bar per la colazione oppure il tè pomeridiano.

Ed è proprio il bar un altro perno centrale dove i passanti e gli ospiti potranno sedersi al bancone o nei magnifici salottini della library interna, prima o dopo aver visitato le boutique gestite da Antonia, insegna di riferimento della moda a Milano e nel mondo, o magari concludere il dopocena fino a tarda notte nelle serate milanesi.

La mixologia è affidata a Andrea Maugeri, bartender di Acireale in provincia di Catania, esperto di tradizione e italianità da trasmettere nei cocktail e far riscoprire attraverso ingredienti dimenticati o ancestrali: dalle proposte d’aperitivo alle esperienze di caffetteria con parte alcolica.

In carta, fra gli altri, si trovano il mitico Ambrogino (preparato con rarbaro zucca, Bitter Campari e ammorbidito dalla vaniglia), lo Spritz 10_11 (servito in tumbler alto con miscela di Savoia Americano, liquore al pomplemo e bollicine), la Giostra d’alcol (una ricetta signature ereditata dal Futurismo, tutta da provare) e gli analcolici da bere «Senza Pensieri».

Prossime aperture interne successive alla inaugurazione che sta allestendo Portrait Milano per le feste in arrivo, il primo flagship del progetto nato dalla creatività di Maria Sole Ferragamo che riporta alla luce la bellezza di materiali abbandonati, in un processo circolare di creatività e progettualità, trasformandoli in suggestivi gioielli, il Beefbar della Famiglia Giraudi e il ristorante gastronomico (rispettivamente a gennaio e a febbraio 2023).

Al piano alto del Palazzo ha già aperto agli ospiti l’albergo che ha arredi di fascino uniti a dettagli contemporanei, un prezioso esempio di savoir faire artigianale.

Ogni stanza, in tonalità dominante rosso cardinale oppure verde abete, ruota intorno ad una matrice di uno dei brevetti registrati di Salvatore Ferragamo, stilista del mondo moda che creava come vero designer e ha catalogato oltre 450 modelli.

Forma, materiali, oggetti e complementi di arredo, libri e foto artistiche, si abbinano alla matrice scelta dall’archivio Ferragamo, orchestrati dall’architetto Bönan e dai laboratori artigiani toscani che hanno decorato queste dimore di lusso, una diversa dall’altra.

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Barbara Tassara