“Che lavoro fai?” “Il cacciatore di teste”. Possiamo immaginare una conversazione simile, in cui chi fa la domanda riceve una risposta di questo tipo e rimane abbastanza spaesato. “Ma dove siamo, in un film western? O in Blade Runner?” No, questo lavoro esiste veramente, si chiamano proprio così (head hunters, se lo preferite all’inglese). Proviamo a spiegare meglio in cosa consiste, parlando di W Executive, una realtà italiana fondata nel 2022 da Pietro Valdes (attuale CEO) e altri otto Partner, specializzata nell’Executive Search e nella consulenza HR e che in soli quattro anni si è posta ai vertici del mercato di riferimento.
Nell’immaginario collettivo il cacciatore di teste è una figura misteriosa, quasi cinematografica: un professionista che scova manager di talento nei corridoi delle multinazionali per strapparli alla concorrenza con offerte irrinunciabili. La realtà, però, è molto più complessa — e molto più strategica.
In realtà, il cacciatore di teste non ruba competenze, ma costruisce valore. Ed è un partner strategico nelle trasformazioni aziendali, soprattutto perché considera ogni inserimento un investimento critico per la competitività futura delle imprese.
W Executive
W Executive nasce dall’esperienza consolidata di professionisti del settore che hanno deciso di ripensare il modello tradizionale della selezione di primarie figure manageriali (come CEO, MD e CFO). Si dedica inoltre, con il brand WeHunt, alla ricerca e alla selezione di profili Middle e Senior Management e ai servizi di RPO (Recruitment Process Outsourcing), e agisce al contempo anche sui segmenti della consulenza organizzativa con il brand W Advisory, oltre che alla selezione specifica di categorie protette e tematiche D&I con WINclusion (va da sé che la W di “work” è il fil rouge).
Abbiamo incontrato il CEO Pietro Valdes e una delle sue persone, la Senior Manager di WeHunt Claudia Ciccioli, nell’Headquarter di Milano, in Corso Venezia 48.
“Ciò che rende davvero distintivo il nostro lavoro di head hunter è l’unione tra competenze umane, visione strategica e strumenti proprietari come il W Leadership Index e il W Digital Index, che ci permettono di analizzare in profondità potenziale, performance e competenze trasversali», ha dichiarato Pietro Valdes. “Nelle persone che lavorano con me cerco soprattutto determinazione e spirito imprenditoriale: sono qualità indispensabili, perché ogni cacciatore di teste opera a stretto contatto con aziende e candidati, e senza queste due leve la capacità di raggiungere il miglior risultato possibile si riduce drasticamente.”

Il disegno del futuro
Insomma, il cacciatore di teste non si limita a “trovare candidati”. Studia a fondo i contesti organizzativi, analizza culture aziendali e dinamiche interne, costruisce scenari di sviluppo e definisce il profilo ideale.
Ogni ricerca è realmente sartoriale: parte da un ascolto profondo dell’azienda e dalla comprensione delle sue priorità di crescita. Su queste basi costruiamo un metodo rigoroso che integra headhunting mirato e database proprietari, network consolidati e canali digitali, analisi data-driven di hard e soft skill, una verifica accurata delle referenze e colloqui conoscitivi e motivazionali svolti con grande profondità.
Il risultato? Inserimenti più stabili, minore turnover e un ritorno strategico concreto per il cliente.
“Ascolto profondo significa davvero entrare nelle sfumature delle esigenze del cliente, che spesso sono molteplici, complesse e a volte con requisiti che dire particolari è un eufemismo”, racconta Claudia Ciccioli. “Mi è capitato, per esempio, di seguire la ricerca di un Responsabile Ufficio Tecnico con richieste estremamente specifiche: preferibilmente vegano o al massimo vegetariano per questione etiche interne, tedesco fluente, appassionato di sci per attività di team building, e con almeno cinque anni di esperienza in Paesi asiatici, perché il ruolo prevedeva un forte contatto con l’Oriente. Ci ho lavorato per sei mesi, attivando un lavoro profondo di network e ricerca. Il candidato individuato non aveva un tedesco perfetto, ma l’azienda ha investito in un corso di formazione: oggi è ancora in organico, è cresciuto professionalmente e ha guidato l’apertura delle nuove sedi in Germania e Giappone.”
Chi è dunque davvero un cacciatore di teste
Le aziende cercano leader capaci di guidare il cambiamento, non solo manager con un buon curriculum. Oggi sono le persone a essere la vera strategia competitiva. Innegabilmente, poi, la pandemia e le trasformazioni economiche hanno riscritto le regole del mercato del lavoro.
Essere head hunter significa dunque assumersi una responsabilità profonda verso aziende e candidati: costruire connessioni solide, creare valore reale, generare opportunità e non solo cambi di ruolo. È questo il significato più profondo del termine “cacciatore di teste”: non chi “cattura” un talento, ma chi lo riconosce, lo valorizza e lo porta nel posto giusto per farlo crescere — e di riflesso far crescere l’azienda.
E quando il match è quello giusto, si vede: un professionista che cresce, un’azienda che cambia passo, una relazione di fiducia che si consolida.
Il resto è tecnica.
La sostanza è questa.
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