Luxuria e Mirigliani Miss Italia 2015
Ufficio Stampa
Televisione

Vladimir Luxuria: "Una transgender a Miss Italia? Magari già il prossimo anno"

L'ex onorevole sarà in giuria con Claudio Amendola e Joe Bastianich

Vladimir Luxuria è uno di quei personaggi che sembrano nati per dividere. O la si ama o la si detesta cordialmente, ma è impossibile non riconoscerle la dedizione totale per la causa gay e la grinta nella lotta alle discriminazioni di genere. Montecitorio o Miss Italia, per lei pari sono. Non a caso il suo arrivo in giura al la 76esima edizione del concorso di bellezza suona come un colpaccio per lo show - non a caso dietro l'operazione c'è la zampata dell'astutissima Simona Ventura - e come una mini rivoluzione destinata, forse in futuro, a cambiare il regolamento consentendo alle trans (operate) di gareggiare per vincere il titolo. A poche ore dalla diretta della finalissima – questa sera su La7, ore 21 – l’ex deputato di Rifondazione Comunista si racconta a Panorama.it .

Dopo le polemiche dello scorso anno, con annessa rinuncia a partecipare, eccoti a capo della giuria di Miss Italia. Cos’è successo?

Sono cambiate un po’ di cose e ci sono state molte aperture. Più che un concorso, Miss Italia è un'istituzione: questa volta giudico la femminilità altrui e vorrei puntare su una donna che possa piacere a tutti, vorrei una Miss che piaccia a tutte le donne. La solidarietà femminile per me è fondamentale.

Che consigli hai dato alle 11 finaliste di cui sarai tutor?

C’ho parlato a lungo e la sensazione immediata è stata molto molto piacevole: sono undici belle ragazze, sì, ma soprattutto sono piene di entusiasmo e consapevolezza. Per loro è una grande opportunità e sono consce che la bellezza non è tutto. Mi considero la loro zia e ho suggerito di non aggiungere ma sottrarre, di essere spontanee, di non fingere e di divertirsi.

La tua presenza in giuria rompe un tabù e spinge inevitabilmente la discussione verso l’ipotesi di modificare il regolamento aprendo alla partecipazione delle trans. Patrizia Mirigliani però appare piuttosto cauta.

Il “veto”, mi sono documentata, c’è praticamente in tutti i concorsi di bellezza al mondo: vige la regola per cui possono partecipare solo donne nate tali. Ne ho parlato a lungo con Patrizia e la sua sensibilità ci porterà a quello, ma è un percorso lungo che avverrà in maniera naturale. Magari l'anno prossimo ci sarà una trans in concorso e non solo in giuria.

Veniamo a te. Da ottobre condurrai su DeeJay Tv la versione italiana del format L’Isola di Adamo ed Eva, il dating show senza veli. Che esperienza è stata?

Una bella esperienza. Il nudo non mi turba anche se in certi momenti sì…abbiamo avuto concorrenti, come dire, molto dotati e talentuosi (dice ridendo). In generale, è stato divertentissimo vedere le tecniche di corteggiamento, l’impatto che hanno avuto vedendosi per la prima volta completamente nudi. E poi si nota come sono cambiati i tempi, visto che spesso sono state le donne a prendere l’iniziativa.

Nel tuo presente c’è la tivù, nel tuo futuro ci potrebbe essere in ritorno in politica?

Sì, ma non per soldi o potere. Il mio lavoro ce l’avevo prima e ce l’ho anche adesso. Ma in questo momento caldo, con la discussione sulle Unioni Civili, vorrei essere al Senato.

Al Gay Village hai ospitato qualche settimana fa il senatore Antonio Razzi. Per qualcuno era una presenza inopportuna.

Quest’anno abbiamo avuto un sacco di ospiti. Razzi lo conobbi in Commissione Cultura, quando ero deputata e lui era ancora nell’Italia dei Valori. Ha fatto un disco i cui proventi andranno in beneficenza: non è venuto a fare un comizio ma a cantare, non me ne pento. Mi fa ridere ed è simpatico: preferisco andare a cena con Razzi che con D’Alema. Per me poi il Gay Village è il posto dell’inclusione: lo scorso anno ho ospitato Francesca Pascale e anche per quello sono stata massacrata. Razzi tra l’altro ha preso l’impegno di votare la legge sulle Unioni Civili e spero che lo faccia dimostrando spirito libertario.

A proposito del ddl Cirinnà, lo consideri un compromesso al ribasso?

Ora i gay non si sposano ma si formano. Dico, DiDoRe, Formazioni sociali specifiche: gli etero hanno poca fantasia, dovremmo mettere un team di gay creativi per trovare i nomi. Etichette a parte, la questione della pensione di reversibilità a livello di contenuto resta molto importante. E’ chiaro che l’obiettivo finale è il matrimonio egualitario ma non me la sento di dire ”che schifo questa roba qui”.

Ha fatto molto discutere l’ultima copertina di Sette con Barbara D’Urso che si schiera a favore delle unioni gay.

Io guardo alla sostanza e non alla forma. E’ una donna che entra nelle case degli italiani e il fatto che sia schierata a favore delle Unioni Civili è molto importante.

La conduttrice di Pomeriggio 5 dice di avere il polso della società e che gli italiani sono pronti al matrimonio gay. E’ davvero così?

Credo di sì. Più passa il tempo, più gli italiani sono a favore. L’argomento è stato molto sdoganato anche grazie alla televisione.

Chiudiamo con una curiosità: ci sveli finalmente chi è il politico di destra con cui hai avuto una relazione?

(ride) E’ una cosa che ho detto anni fa, ai tempi dello scandalo di Marrazzo ed è tornata fuori quest'estate. Sono stata davvero con un politico di destra, non era una provocazione come ha insinuato qualcuno: l’ho detto per far capire che orientamento sessuale e orientamento politico non sono connessi. Non rivelo il nome perché la cosa è finita e lui non merita di essere citato.

 

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