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Lifestyle

I migliori rooftop bar panoramici del 2017

Guida ai nuovi imperdibili templi della contemplazione urbana, in Italia e all'estero. Per un brindisi con vista sulla scenografia della città

Mentre il sole si eclissa tra i palazzi tracciando una luce languida, la musica guadagna qualche decibel e avvolge le chiacchiere degli ultimi arrivati. Sono accorsi numerosi per la replica più classica da qualsiasi cima metropolitana: lo spettacolo del tramonto, della città che imbocca l’ombra del sentiero notturno, s’incammina nel piacere dopo avere esaurito o rimandato a domani il dovere.

Succede ogni sera nei rooftop bar, i nuovi templi della contemplazione urbana, le terrazze per il rito di vista e drink che, quando clima (o paraventi) lo consentono, scalano per appeal e profondità le barriere delle quattro mura. Anzi, se negli anni passati sono stati prerogativa di megalopoli scandite dai grattacieli, ebbre di finestre dalla scenografia intermittente, oggi fioriscono dappertutto: l’unico ingrediente è l’altezza, siderale o contenuta non importa; basta un pavimento coperto da un soffitto di stelle o da un tetto di cielo.

Vietati a chi soffre di vertigini, a volte sono accessibili di pomeriggio o di mattina, offrendo centrifugati e dolci anziché alcolici e snack. È il caso della terrazza del Viu, hotel a cinque stelle appena inaugurato a Milano vicino corso Como: gli ospiti possono già fare colazione circondati dai simboli architettonici del capoluogo lombardo. A breve, il privilegio del panorama sarà esteso a chi non dorme qui: «Da fine maggio partiranno gli aperitivi con dj set, dalle sette a mezzanotte» anticipa il direttore marketing Samantha Williams. Che aggiunge: «Organizzeremo varie feste durante l’estate. Oltre ai tavoli ci sono sdraio e piscina: il nostro è un posto speciale». 

Quasi spaziale, nel senso dello splendore cosmico del termine, è il paesaggio che si apre dall’ultimo piano del rinnovato Hotel Eden di Roma, riaperto il mese scorso a due passi da piazza di Spagna e dal polmone verde di Villa Borghese. Da assaggiare l’infusione di Martini rosato e tamarindo, mezcal, bitter al mandarino. È la ricetta di un cocktail che stringe l’omaggio alla capitale, alla sua prospettiva rialzata, in un nome furbo però perfetto: «La grande bellezza».

Fuori dall’Italia, accanto ai rooftop bar segnalati in queste pagine, le novità dedicate a chi detesta sentirsi un habitué non mancano. A cominciare da New York, che lustri fa sdoganò la tendenza del drink in quota e ora scommette su un cortocircuito geografico: il 5 maggio, a Soho, è stato inaugurato Surf Shack, con arredi e atmosfera da spiaggia. Niente oceano nei paraggi, ma margarita e mai tai per spegnere la sete, abbinabili a tacos e hamburger quando ad affacciarsi sul tetto è un’onda di fame. Decisamente più sofisticati sono clima e menu all’Apogee di Chicago, che con l’indirizzo della Grande Mela condivide solo la recentissima data d’apertura: qui i drink sono capolavori visivi decorati da farfalle (finte) e fiori (veri) commestibili o serviti in bong, grosse pipe in vetro da bere anziché fumare. A non permettere che si esondi troppo nel trash, provvede una selezione di whisky di qualità suprema: quello invecchiato 25 anni, raggiunge i 15 mila dollari a bottiglia.

Tornando in Europa, quest’estate in centro a Barcellona aprirà Azimuth, sul tetto dell’hotel Almanac e con la promessa di un menu di cocktail fantasioso. Mentre è di pochi giorni fa il lancio a Londra di Sisu, su Oxford Street: specialità della casa, il Negroni; le prenotazioni non sono ammesse, chi arriva tardi aspetta. O ripiega verso la Rumpus Room, sul Tamigi, lounge con terrazza in cima all’hotel Mondrian da poco rinnovata: i drink sono accompagnati da una spiegazione corposa e alcune tentatrici note di degustazione. Sceglierne uno è un’impresa, a maggior ragione perché si viene continuamente distratti dal paesaggio della City. È il pregio e insieme il cruccio dei rooftop bar: per quanto si sforzino di essere originali, distinguersi e brillare, saranno sempre più deboli di quella danza di luce e di suoni, di quello sciame travolgente, ipnotico, immenso, che gli scorre intorno.

E per bere qui serve il passaporto…

Dall’Asia all’Australia, dalla Cina a Hollywood, cinque nuovi indirizzi fuori dai confini europei

LOS ANGELES

FILIFERA

Il suo menu è aperto dal «Lavender Collins»: vodka, limone e la lavanda che lo battezza. Firmato dalla designer Kelly Wearstler, questo bar al 22esimo piano è al debutto tra le colline di Hollywood.  

TEL AVIV

SPEAKEASY

Da indirizzo quasi segreto per pochi eletti nel giro giusto, la terrazza sul centralissimo Rothschild Boulevard è diventata la meta ideale per concludere la giornata con stile e bicchiere in mano.

SYDNEY

THE LIGHT BRIGADE

L’omonimo pub esiste da 120 anni, il rooftop a 83 metri sul mare da qualche mese. Per brindare, un mix di rum, brandy e limone, la ricetta del cocktail-manifesto: «Harbour view», vista sul porto.

SHANGHAI

MARC

Il ristorante del nuovo, lussuoso hotel Wanda Reign, diventa un nightclub con terrazza sui grattacieli di Pudong. A godersi il panorama vip e paperoni locali e internazionali.

CAPE TOWN

THE SILO

Affacciato da alcune settimane sull’acqua del V&A Waterfront, ha un tempura bar che serve snack di pesce fresco per accompagnare vini del Sudafrica, italiani e francesi.

7 rooftop imperdibili, in Italia e all'estero

Rooftop-Milano
Terrazza12
Milano - Terrazza12 - Aperta tutti i giorni da mezzogiorno all’una di notte, in cima al The Brian&Barry Building in via Durini, «ha un’atmosfera Anni Cinquanta, è un salotto in cui rilassarsi a ogni ora della giornata. A pranzo per un light lunch, nel pomeriggio per un break, per cena o anche dopo con una selezione di ottimi cocktail pensati apposta per noi da esperti mixologist» spiega il titolare, Fabio Acampora. Che aggiunge: «I drink sono squisiti, così come i piatti che escono dalla cucina del ristorante Asola dello chef Matteo Torretta al nono piano del palazzo».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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