I sondaggi e Renzi: perché il premier è in crescita di consensi
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I sondaggi e Renzi: perché il premier è in crescita di consensi

Gli italiani non vedono avversari dello stesso peso per le prossime elezioni. E sperano: che le parole diventino fatti

Da quando è salito sulla poltrona di presidente del Consiglio, Matteo Renzi sale e scende nei sondaggi. Il perchè lo spiega con una battuta secca Renato Mannheimer, sondaggista di lungo corso: "Renzi vince se fa".

Il direttore dell'Ipsos commmenta i sondaggi sulla fiducia del premier, che nelle ultime ore starebbe sfiorando a suo dire addirittura il 50 per cento, come "una fiducia condizionata al fare. Nelle ultime settimane Renzi ha portato a casa il primo voto sul jobs act e questo ha inciso sulle preferenze degli italiani. Cresce nella fiducia nel momento in cui fa le cose che dice".

Dello stesso avviso è anche Pietro Vento, direttore dell'istituto Demopolis che giustifica il successo di Renzi come direttamente proporzionale alla debolezza politica dei suoi avversari. "Quello odierno è comunque un panorama politico molto semplificato rispetto al recente passato: sei italiani su dieci non vedono infatti profilarsi all’orizzonte un leader in grado di impensierire l’attuale Premier nei futuri scenari elettorali. L’egemonia del Segretario del PD, in questa congiuntura politica, è tale che, secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis, il 58% degli italiani è oggi convinto che il Premier non avrà avversari in grado di batterlo alle prossime Elezioni Politiche". E si andasse alle urne domani? "Il PD otterrebbe il 42%, confermandosi partito maggioritario nel Paese: è un dato clamoroso per un partito che nell’autunno scorso si attestava intorno al 28%. Ma comunque ci sarebbero 17 milioni di astenuti". Sempre secondo un'indagine dell’Istituto Demopolis, il 58% degli italiani è oggi convinto che il Premier non avrà avversari in grado di batterlo alle prossime Elezioni Politiche. 

Insomma, Renzi convince, ma solo quelli che a votare ci sono sempre andati. Gli altri si convinceranno semmai all'ultimo come è successo per le europee quando i sondaggisti avevano sbagliato tutte le previsioni, lasciando il Pd sotto il 30 per cento. Cosa è successo, a maggio, lo spiega Mannheimer: "Con un dieci percento che dichiara di aver deciso in cabina è difficile poter inserire nelle stime i mutamenti dell'ultima ora e comunque anche in quell'occasione molti elettori di centrodestra hanno votato Renzi perchè si sono dichiarati senza alternativa".
Ed in effetti, Matteo Renzi a destra piace, piace a Silvio Berlusconi che lo ha scelto subito come interlocutore apprezzandone l'approccio sfrontato. Il problema vero del Pd nel giorno del suo settimo compleanno, rischia di essere proprio quello di aver cambiato "base".

Attrae i delusi del centro e del centrodestra, lasciando ai margini quegli ex Ds e quella sinistra che se ci fosse una forza di sinistra più solida sarebbero pronti a traslocare. Mai però nel Movimento 5 stelle che non perde la sua caratteristica fondante: attrarre gli scontenti della politica vecchio stile. Per questo Mannhaimer non ha dubbi ad affermare che "se Renzi fa le cose che dice riescirebbe ad erodere anche una parte dei consensi di Grillo, in caso contrario per il Movimento si aprirebbero nuovi spazi. Ma la forza comunicativa di Grillo conquista soprattutto in campagna elettorale".

Ma, chiude Pietro Vento "la vera scommessa di Renzi è la stabilizzazione del suo consenso, oggi senza precedenti. Molto dipenderà dalla capacità del Governo di rimettere in moto il tessuto produttivo e di rilanciare l’occupazione". 

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Sara Dellabella