Islam: un sito contro chi si radicalizza
DANIEL DAL ZENNARO/ANSA)
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Islam: un sito contro chi si radicalizza

Stefano Dambruoso, già pm antiterrorismo e deputato, lancia una proposta di legge per contrastare l'arruolamento di jihadisti anche sul web

"Contro la radicalizzazione dei soggetti più predisposti a finire nelle maglie della Jihad si potrebbe fare molto. E invece in Italia siamo in grave ritardo": così dice Stefano Dambruoso, per anni magistrato in prima fila a Milano contro il terrorismo e dal 2013 deputato di Scelta civica.

Per questo oggi, mercoledì 27 gennaio 2016, Dambruoso con il collega Andrea Manciulli presenta alla Camera una proposta di legge tesa a creare un "Sistema informativo sui fenomeni di radicalismo jihadista" nel quale dovranno confluire tutte le informazioni su soggetti e situazioni da monitorare per un efficace contrasto ai fenomeni terroristici.

La  proposta di legge indica una serie di misure idonee a prevenire episodi di radicalizzazione. Tra le queste, visto che la propaganda jihadista e il reclutamento di terroristi avviene principalmente via internet, Dambruoso prevede la realizzazione di un portale informativo sui temi della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista.

"Il sito" spiega Dambruoso a Panorama "controllerà per esempio la messaggistica provenente da siti fiancheggiatori dell'Isis, e farà contro-informazione". Il portale avrà anche lo scopo di diffondere il principio dell’uguaglianza di genere come sancito dalla nostra Costituzione.

Dambruoso ha ragione: l'Italia arriva in ritardo a questo tipo di "guerra culturale". Alla fine del gennaio 2015, pochi giorni dopo la strage di Charlie Hebdo, il governo francese ha lanciato un sito internet destinato a lottare contro la propaganda jihadista su internet. Mostra ad esempio video che tentano di smontare uno dopo l’altro gli argomenti su cui si fonda la propaganda jihadista, e utilizza immagini dure e codici di comunicazione simili ai video della propaganda jihadista.

Il contrasto alla propaganda dello Stato Islamico inizia quindi dalla riflessione sul contenuto del messaggio più “pericoloso e attraente” che gira sul web, cioè quello che, manipolando la percezione del pubblico, cerca di “mostrare una vita normale tra le fila del gruppo estremista”. Il sito francese si compone di quattro categorie: come comprendere la minaccia terrorista; quale è l’azione dello stato; come decrittare la propaganda jihadista; quali sono gli iniziative utili a mobilitare la cittadinanza.

In Gran Bretagna invece è stato creato un network volto a mettere in relazione studiosi di Islam moderato, leader credibili all’interno della comunità, e credenti in modo da discutere del ruolo e della posizione della religione nel XXI secolo: mette in discussione temi legati a cattiva comprensione dell’Islam e ad un’interpretazione radicale dei messaggi religiosi. Lo scopo è la protezione delle comunità – e in particolare dei più giovani – dagli argomenti orientati alla radicalizzazione.

 

La proposta di legge

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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