Le fonti di finanziamento dell'Isis
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Le fonti di finanziamento dell'Isis

Le donazioni dei Paesi del Golfo, le tasse locali, il petrolio, i rapimenti, il furto di opere d'arte: ecco dove trova i soldi il gruppo di Al-Baghdadi

Abu Bakr al Baghdadi è il Califfo dello Stato Islamico Ansa

Le donazioni dei paesi del Golfo
Dalla fine del 2011, con lo scoppio della guerra civile in Siria finanzata e sostenuta nelle sue fasi iniziali anche dai servizi segreti americani, le fondazioni di carità islamiche del Golfo persico hanno cominciato ad appoggiare i gruppi di opposizione islamisti ad Assad, nemico giurato degli Stati della penisola arabica. Un enorme flusso di denaro che ha  arricchito anche le casse del gruppo di Abu-Bakr al-Baghdadi, lo sceicco-leader dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. Se le donazioni tramite le banche islamiche  (qui un elenco completo degli istituti sospettati di finanziare il terrorismo, ndr) sono state fondamentali nella prima fase dell'Isis, oggi il cash flow del gruppo islamista continua a dipendere (almeno parzialmente) dalla donazioni, che però - per esigenza di sicurezza - avvengono solitamente tramite metodi meno tracciabili: i corrieri, le informazioni scambiate con whatsup, i mobile phones. Tra i paesi sospettati di doppiogiochismo, c'è ora soprattutto il Qatar che, pur facendo parte formalmente dell'alleanza anti-Isis, non ha ancora imposto una stretta alle donazioni individuali di ricchi petrolieri e principi del Paese. Spesso, scrive The New Republic, Doha ha addirittura incoraggiato i finanziamenti individuali ai gruppi radicali islamici come l'Isis invitando nel Paese  i suoi affiliati e dirigenti. Conferma uno studio del Washington Institute per il Vicino Oriente: «Sono centinaia di milioni di dollari i versamenti compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis».

Guerriglieri jihadisti di Isis EPA/STR

Il contrabbando: petrolio e opere d'arte
La seconda fonte di finanziamento dell'Isis è costituita dal cash flow che viene dal controllo di alcuni importanti giacimenti petroliferi in Iraq e in Siria orientale, solo parzialmente intaccato dai bombardamenti americani. Le cisterne di petrolio  estratto dagli uomini dell'Isis nei 10 pozzi che contolla in Iraq sarebbero rivenduti, secondo l'intelligence americana, a un prezzo che varia dai 25 ai 60 dollari al barile, contro i 100 stabilito dai Paesi dell'Opec, attraverso il poroso confine turco. Lo stesso vale per il gas: il giacimento di Der Ezzor in Siria da solo frutta decine di migliaia di euro alla settimana. Dopo la presa di Mosul, dove c'è la più grande diga iraquena che frutterebbe all'Isis fino a 8 milioni di dollari al mese, l'Isis avrebbe inoltre sottratto 430 milioni di dollari e numerosi lingotti d'oro alla Banca Centrale. 

Lo stesso vale per il gas - secondo alcuni analisti il giacimento di Deir Ezzor, in Siria, da solo frutta decine di migliaia di dollari a settimana – e per l’energia, dato che controlla numerose centrali elettriche. Ugualmente in Iraq: dopo la presa di Mosul, ISIS avrebbe sottratto 430 milioni di dollari alla Banca Centrale, oltre a numerosi lingotti d’oro. - See more at: file:///Users/ppapi/Desktop/ISIS,%20lo%20Stato%20Islamico_%20origini,%20obiettivi%20e%20finanziamento%20-%20Rai%20News.html#sthash.53jE1Wn6.dpuf
Lo stesso vale per il gas - secondo alcuni analisti il giacimento di Deir Ezzor, in Siria, da solo frutta decine di migliaia di dollari a settimana – e per l’energia, dato che controlla numerose centrali elettriche. Ugualmente in Iraq: dopo la presa di Mosul, ISIS avrebbe sottratto 430 milioni di dollari alla Banca Centrale, oltre a numerosi lingotti d’oro. - See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/isis-stato-islamico-iraq-al-baghdadi-79d74ed1-9d09-4731-9486-40f8d43e032a.html?refresh_ce#sthash.AZqXgX2E.dpuf
Lo stesso vale per il gas - secondo alcuni analisti il giacimento di Deir Ezzor, in Siria, da solo frutta decine di migliaia di dollari a settimana – e per l’energia, dato che controlla numerose centrali elettriche. Ugualmente in Iraq: dopo la presa di Mosul, ISIS avrebbe sottratto 430 milioni di dollari alla Banca Centrale, oltre a numerosi lingotti d’oro. - See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/isis-stato-islamico-iraq-al-baghdadi-79d74ed1-9d09-4731-9486-40f8d43e032a.html?refresh_ce#sthash.AZqXgX2E.dpuf
Lo stesso vale per il gas - secondo alcuni analisti il giacimento di Deir Ezzor, in Siria, da solo frutta decine di migliaia di dollari a settimana – e per l’energia, dato che controlla numerose centrali elettriche. Ugualmente in Iraq: dopo la presa di Mosul, ISIS avrebbe sottratto 430 milioni di dollari alla Banca Centrale, oltre a numerosi lingotti d’oro. - See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/isis-stato-islamico-iraq-al-baghdadi-79d74ed1-9d09-4731-9486-40f8d43e032a.html?refresh_ce#sthash.AZqXgX2E.dpuf
Lo stesso vale per il gas - secondo alcuni analisti il giacimento di Deir Ezzor, in Siria, da solo frutta decine di migliaia di dollari a settimana – e per l’energia, dato che controlla numerose centrali elettriche. Ugualmente in Iraq: dopo la presa di Mosul, ISIS avrebbe sottratto 430 milioni di dollari alla Banca Centrale, oltre a numerosi lingotti d’oro. - See more at: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/isis-stato-islamico-iraq-al-baghdadi-79d74ed1-9d09-4731-9486-40f8d43e032a.html?refresh_ce#sthash.AZqXgX2E.dpuf

Altre fonti di finanziamento del gruppo sono costituite dal contrabbando, specie in Turchia, delle ricchezze e delle antichità rubate in Siria durante la guerra civile. Il tutto avviene solitamente attraverso il confine con la Mezzaluna, uno dei più floridi per spalloni e contrabbandieri di tutto il Medioriente. Come riporta un’inchiesta della Deutsche Welle, la maggior fonte di denaro per i miliziani dell’Isis proviene oggi, non più dalle donazioni che pure non si sono interrotte, ma dalle tasse e dai furti avvenuti nei territori conquistati in Siria e nel nord dell’Iraq. Questa capacità del movimento di cambiare pelle - anche dal punto di vista finanziario - è stato uno dei segreti del suo successo.

Abu Mus‘ab al-Zarqawi è stato il fondatore di Al Qaeda in Iraq Getty Images

Tasse ed estorsioni
Sui territori che man mano ha conquistato lo Stato islamico ha imposto una tassazione cosiddetta volontaria alla popolazione locale e ai commercianti, cui vengono aggiunti i soldi provenienti dalle estorsioni ai camionisti nei posti di blocco. Una fonte di finanziamento che sta acquistando sempre più rilevanza, viste le difficoltà che sta creando al gruppo l'azione aerea alleata e russa. Fino a qualche mese fa, nel suo complesso, secondo l'intelligence americana, oggi l'Isis - che si finanzia anche con i rapimenti - può contare su un patrimonio stimato in 2 miliardi di dollari e tecnologie che permettono anche la diffusione estesa e ripetuta della sua ideologia, attraverso un uso molto contemporaneo dei social network e dei mezzi di comunicazione di massa.

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Paolo Papi