Mafia Capitale: ecco come gli immigrati vengono "appaltati" alle Onlus
Ansa/ Cesare Abbate
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Mafia Capitale: ecco come gli immigrati vengono "appaltati" alle Onlus

Sono 35 euro al giorno assegnati con bandi di gara delle Prefetture. Prezzi troppo alti che alimentano la corruzione

Appalti. Nient’altro che appalti. È brutto da dire, ma è così.

Gli immigrati bisognosi di assistenza, dal punto di vista amministrativo, sono solo l’oggetto di appalti.

Ed è proprio grazie a quegli appalti che Mafia Capitale ha potuto nascere e prosperare. Il cuore di tutto il meccanismo è un numero: 35. Sono gli euro al giorno per persona che lo Stato è disposto a pagare a chiunque offra assistenza ai richiedenti asilo. Vediamo perché quei 35 euro sono così importanti.

Quando gli immigrati sbarcano sulle coste siciliane, vengono identificati e smistati dal ministero dell’Interno su tutto il territorio nazionale attraverso le Prefetture o i Comuni.

Questi, per trovare loro sistemazione, lanciano vere e proprie gare d’appalto aperte a chiunque sia disposto a offrire vitto, alloggio, 2,5 euro di pocket money e, in qualche caso, corsi d’italiano in cambio di 35 euro al giorno per persona, che è il costo che il ministero dell’Interno l’anno scorso ha suggerito di non superare. Come in ogni appalto, il vincitore della gara è la Onlus o la società o anche l’albergatore o il proprietario di un campeggio che è disposto ad accettare una cifra inferiore.

Chiaramente più soggetti partecipano e, teoricamente, inferiore sarà il prezzo di aggiudicazione. Questo spiega perché Salvatore Buzzi ha chiesto (o imposto) alla cooperativa La Cascina di costituire un’Associazione Temporanea d’Imprese (Ati) e partecipare insieme  alle gare d’appalto romane: serviva per eliminare un concorrente che avrebbe potuto offrire un prezzo inferiore.

In effetti, se si vanno a vedere a che costo per lo Stato vengono ospitati i migranti si scopriono differenze impressionanti. La Onlus Progetto Arca di Milano, ad esempio, partecipando ad una consultazione pubblica del Comune di Milano, ha accettato di farsi carico di ben 150 migranti a 25 euro al giorno. A Torino, invece, il 30 marzo scorso la prefettura ha indetto una maxi-gara suddivisa addirittura in 15 lotti per ben trovare una sistemazione a 1500 persone ma è riuscita a smistarne solo 759. In questo caso i prezzi vanno da un minimo di 29 euro, offerti ad esempio dalla Onlus Isola di Ariel, ad un massimo di 34,80.

Quale sia il “prezzo giusto” è molto difficile stabilirlo. Ma alcuni responsabili di Onlus, vincitrici di appalti, ammettono che il problema di Mafia Capitale nasce proprio da quei 35 euro al giorno a persona: sono troppi e consentono a personaggi come Buzzi di “guadagnare con gli immigrati più di quanto si guadagna con la droga”, come ha detto lo stesso Buzzi in una intercettazione rimasta tristemente famosa.

Se lo Stato assegnasse gli immigrati a 25-30 euro al giorno eliminerebbe il rischio che nell’affare dell’accoglienza si affaccino gli specultaori e i corruttori. Purtroppo, la realtà è diversa: la maggior parte degli appalti lanciati dagli enti locali italiani vengono assegnati proprio a 35 euro al giorno a persona. O giù di lì.

Ad esempio: la Prefettura di Trapani, il 15 aprile 2015, ha lanciato una gara, suddivisa in 9 lotti, per sistemare 649 persone. Il risultato è sconcertante: 60 immigrati sono andati alle cooperative Dimensione Uomo e Sole a 28,5 euro; 30 sono stati piazzati a 29 euro; 80 a 29,2; 60 a 29,7; altri 60 a 32,5; 50 a 33,3; 48 a 33,5; 30 a 34,4 mentre la maggior parte, ben 230, sono stati assegnati al prezzo più alto tra tutti quelli offerti, 34,8 euro al giorno.

A Napoli, all’inizio di settembre 2014, la società Family Srl ha vinto un appalto senza fare alcun ribasso, quindi a 35 euro tondi tondi. Alla gara precedente, alla quale si è presentata anche la Onlus Virtus Italia, l’appalto è stato assegnato a un prezzo inferiore: 31,15 euro. In aprile la prefettura di Caserta ha lanciato un appalto suddiviso in 8 lotti (uno è andato deserto) e ha piazzato 430 persone a prezzi che variano da un minimo di 30 euro a un massimo di 33,95.

A maggio la prefettura di Verona ha assegnato 22 profughi a 34,80 euro. In febbraio Bergamo non è riuscita a scendere sotto i 34 (primo lotto) e i 35 (secondo lotto) euro al giorno mentre a inizio giugno ha assegnato 266 posti ad un costo di 35 euro a persona provocando la furia del governatore della Lombardia Roberto Maroni che, proprio in quei giorni ha dichiarato che avrebbe tagliato i trasferimenti ai Comuni che avessero accettato altri migranti sui loro territori. In ogni caso 35 euro, il massimo consentito, è il “prezzo di aggiudicazione” di altri 60 migranti sempre da parte della prefettura di Bergamo nel 2014.

In aprile alla prefettura di Chieti è arrivata un’offerta dalla Onlus Figlie dell’amore, di 26,99 euro, ma l’appalto, per via dell’offerta tecnica migliore, l’ha vinto il Consorzio Matrix che a 27,08 euro. All’antivigilia del Natale 2014 la prefettura di Treviso ha prorogato l’appalto alla cooperativa sociale Integra per 25 immigrati a 34,90 euro al giorno. A volte succede perfino che le richieste di accogliere immigrati sia superiore alla disponibilità e che, nonostante questo, il prezzo non si abbassi. E’ successo in aprile a Udine che, a fronte di 420 immigrati da assegnare, ha ricevuto tre offerte per un totale di 496 posti a prezzi compresi tra i 34,50 e i 35 euro cioè praticamente senza alcun ribasso.

Non riuscire ad ottenere prezzi più favorevoli è un problema per lo Stato, che pagando così profumatamente un servizio dato in appalto rischia di alimentare con i suoi stessi soldi quelle reti mafiose “alla Buzzi” che con gli extra guadagni corrompono proprio coloro che dentro l’amministrazione dovrebbero controllare l’uso di quei soldi. A meno che alimentare il lucroso business dell’immigrazione non abbia esattamente questo come scopo.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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