Come proteggere i bambini dall'orco
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Come proteggere i bambini dall'orco

Che cosa devono fare i genitori per proteggere i propri figli? L'intervista alla psicologa Spagnuolo Lobb

"Sia fatta giustizia per il piccolo Loris" . Mentre compare un lenzuolo bianco sulla cancellata della scuola che frequentava il piccolo Loris, le famiglie italiane si interrogano su come fare per proteggere i propri figli dall’orco.

E’ possibile "istruire" i bambini a non dare confidenza agli sconosciuti? Può bastare solo questo a proteggerli da malintenzionati?

Dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, ma come si possono proteggere i bambini da episodi del genere?
È fondamentale, innanzitutto, prestare attenzione al comportamento del bambino, partendo da quanto ci appaiono spontanei proprio i movimenti del suo corpo: un bimbo che ha subito violenza e abusi è imbarazzato, trattiene un segreto che lo disturba, spesso appare rigido nei movimenti, tende a parlare poco anche con i genitori, non guarda negli occhi l’interlocutore, a cui in realtà vorrebbe rivelare quella cosa che lo disturba

E’ giusto fidarsi ciecamente di ciò che raccontano i bambini?
È bene che i genitori non si fidino ciecamente del silenzio dei bambini: non sempre il dolore e la vergogna passano attraverso una manifestazione eclatante. Non basta raccomandare di non accettare caramelle dagli sconosciuti, occorre entrare nel mondo del bambino, giocare con lui, fornirgli l‘esperienza che il genitore è presente, anche nel gioco, non solo nel dare le regole. I genitori oggi sono combattuti tra il peso della responsabilità e della preoccupazione economica e l’ignoranza sul mondo dei loro figli, che corre così velocemente verso una tecnologia sempre più complessa. È importante fidarsi della propria curiosità, del proprio amore, entrare nella loro cameretta con la curiosità di chi gli vuole bene: che cosa hanno fatto durante la giornata, come si sono sentiti riconosciuti e come invece si sono sentiti mortificati? Così sarà possibile offrire un aiuto che parta dal riconoscimento di ciò che è importante per loro.

Spesso i bambini non si confidano con i genitori...
Un bambino non potrà mai confidarsi se sente la preoccupazione del genitore, perché penserà che il suo problema aumenta il problema di papà e mamma.

E che tipo di sorveglianza occorre adottare nei loro confronti?
Deve essere una sorveglianza curiosa e amorevole quella dei genitori. Oggi più che mai è necessaria perché spesso il pericolo arriva direttamente nella loro stanza o nei luoghi per lui più intimi, attraverso un computer o uno smartphone collegato alla rete. Questa è una cosa angosciante: i luoghi che una volta erano più protetti, come la casa o la vicinanza di un genitore, oggi possono contenere anche grandi pericoli, come una chat di pedofili con cui il bambino si collega mentre fa i compiti e la mamma cucina. È difficile per un genitore gestire questa complessità e spesso o entra in ansia o fa finta di nulla, ma è proprio questo che oggi dobbiamo combattere: la desensibilizzazione

Ma come agisce l’”Orco”?
Tenete presente che, generalmente, l’orco agisce con seduzione, cercando di agganciare il bambino con promesse e facendo leva sul suo bisogno di dipendere da qualcuno che ci tiene a lui. Ecco perché è fondamentale che mamma e papà gli trasmettano l’interesse affettivo e la cura per ciò che lui fa e sente. Un bambino forte dello sguardo dei suoi genitori difficilmente si lascerà abbindolare dalla seduzione di un malintenzionato

La cronaca ci mostra che l’orco spesso si inserisce nella solitudine delle famiglie…
Si, è importantissimo considerare la dimensione sociale in cui vivono oggi le famiglie: la solitudine dei genitori è spesso lo sfondo sul quale si sviluppano fatti come quello avvenuto nel Ragusano. Il padre del bambino, autotrasportatore, poco presente a casa, la mamma stanca e senza una cerchia di amici con cui confrontarsi, il bambino stesso timido senza il conforto di amici con cui giocare dopo la scuola, fanno pensare a una condizione pesante per tutti, per i genitori e per i bambini, in cui i bisogni di questi ultimi passano in seconda linea. Ecco perché è fondamentale creare occasioni di condivisione sociale, sia per gli adulti che per i bambini, che possano aiutare a superare uno stato di solitudine in cui si trovano molte famiglie di oggi. La società deve farsi carico di questo bisogno delle famiglie

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Nadia Francalacci