Adele, la recensione di "25": il verdetto
Alasdair McLellan
Musica

Adele, la recensione di "25": il verdetto

Questa sera il concerto-evento di Adele all'Arena di Verona: vi riproponiamo il nostro giudizio su "25", uno dei dischi più venduti di sempre

Esce "25", il best seller del 2015

Adele è una sbancaclassifiche, la sua voce arriva dappertutto e a tutti. Piace, convince ed emoziona questa ragazza dall'incredibile talento vocale che canta brani d'impatto immediato. Come Hello, non esattamente la canzone più originale del 2015, ma capace di entrare nelle orecchie di un pubblico sterminato in un range d'età che va dai 15 ai 70 anni.

Adesso il disco atteso da anni è arrivato e oltre ad Hello troviamo un pezzo pop leggermente più movimentato come Send my love, infarcito di percussioni che si sposano con l'ugola della vocalist inglese.

I miss You: intrigante l'incipit quasi dark e ritmico che apre la strada all'ingresso di Adele, accompagnata da un arrangiamento corale. Brano non da primo ascolto, ma decisamente sorprendente.

Si rientra nei canoni dell'Adele style con When we were young, una ballad sapientemente costruita per esaltare il suo timbro vocale.

L'inconfondibile "Adele style"

Sulla falsariga del brano precededente, Remedy, per piano e voce, il terreno dove Adele si muove con più classe e naturalezza. Water under the bridge aggiunge un po' di brio a una tracklist che fila liscia come l'olio. Niente di sconvolgente, ma un ottimo pezzo pop con reminiscenze black.

Convince dalle prime note la melodia intrigante di River Lea, uno dei brani simbolo di questo album, ancora una volta nel segno del soul gospel. Per gli animi più sensibili non sarà difficile lasciarsi trascinare dalla potenza di Love in the dark, forse la ballad più riuscita del disco.

Che altro dire? 25 è album perfetto così, un manifesto pop firmato dalla vocalist più amata degli ultimi decenni. Adele non è cambiata, è rimasta quella che era senza troppe ansie di rinnovamento. La sua musica e le sue canzoni, intrise d'amore e sentimenti, stanno in una terra di mezzo. Suonano vintage e fresche al tempo stesso e non concedono praticamente nulla al sound plastificato di questo millennio. Non è un dettaglio. Anzi...

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Gianni Poglio