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ANSA / MATTEO BAZZI
Economia

UniCredit e Commerzbank, le cose da sapere

Secondo indiscrezioni di stampa, il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier è interessato a rilevare la banca tedesca. Le ragioni di questa operazione

Per adesso si tratta solo di voci, subito parzialmente smentite dai diretti interessati. Ma da ieri, quando l’agenzia Reuters ha divulgato la notizia di un interesse del gruppo UniCredit per la tedesca Commerzbank, i titoli dei due istituti di credito hanno cominciato a muoversi sull’altalena, sia a Milano che a Francoforte.

Le azioni di UniCredit, quotate a Piazza Affari, hanno perso ieri oltre il 2% per poi ribalzare oggi. Quelle di Commerzbank, invece, hanno innescato il turbo e messo a segno un rialzo di oltre il 3% in una sola seduta. Secondo la Reuters, che cita due fonti ben informate, UniCredit  si sarebbe fatta avanti con il governo tedesco per dar vita a un nuovo polo bancario con Commerzbank, seppur non proprio nell’immediato ma in un orizzonte di medio termine, a partire dal 2019.


Mezze smentite

Dal gruppo italiano guidato dal manager francese Jean Pierre Mustier  è arrivata ieri una mezza smentita. “I nostri piani di sviluppo”, hanno fatto sapere da UniCredit, “prevedono un’espansione per linee interne, senza acquisizioni”. Sarà. Ma sta di fatto che non mancano alcune buone ragioni per credere che questa operazione italo-tedesca possa andare in porto.

Innanzitutto, non va dimenticato che UniCredit è già presente in forze sul mercato bancario della Germania, visto che controlla Hvb, il quinto istituto di credito del paese. Poi, l’acquisizione di Commerzbank non sarebbe  particolarmente impegnativa dal punto di vista finanziario perché potrebbe avvenire carta contro carta, cioè con uno scambio azionario.

In questo caso, il gruppo italiano sarebbe in una posizione di forza, visto che ha una capitalizzazione in borsa di circa 40 miliardi di euro, più del triplo rispetto ai 13 miliardi di Commerzbank. A fare pensare a grandi manovre nel capitale della banca tedesca c’è poi un altro fattore: Commerzbank è partecipata al 15% dallo stato, che ne è diventato azionista dopo averla salvata durante la crisi finanziaria del 2008


L’ipotesi Bnp-Paribas

Il governo di Berlino non ha mai fatto mistero di volersi liberare prima o poi della sua quota, specificando però di essere intenzionato a venderla a prezzi convenienti.  La cessione della partecipazione pubblica in Commerzbank sarebbe proprio il cavallo di Troia per l’ingresso di un nuovo azionista come UniCredit, che tuttavia incontrerà probabilmente sulla propria strada molti competitor.

Subito dopo le indiscrezioni della Reuters su un possibile matrimonio italo-tedesco, il magazine economico Wirtschafts Woch ha rivelato infatti che il ministero delle finanze di Berlino sarebbe molto più propenso a cedere la propria quota in Commerzbank ai francesi di Bnp Paribas, per ragioni al momento difficilmente comprensibili.


I desideri della Bce

La  ricostruzione di WirtschaftsWoch è stata smentita dal governo tedesco che tuttavia non ha fermato i rialzi delle azioni Commerzbank sull'onda della speculazione (+3,37%a fine giornata). Quando si sono diffusi i rumor sulle ambizioni espansionistiche di UniCredit, gli analisti di Banca Akros hanno definito una eventuale operazione in Germania come una inversione a U  per l’amministratore delegato Mustier, il quale aveva annunciato nei mesi scorsi di volersi appunto concentrare soltanto su una crescita organica della banca, senza fagocitare alcun concorrente.

Proprio per questa ragione, gli esperti di Banca Akros giudicano improbabile il matrimonio italo-tedesco. E’ pur vero, tuttavia, che la Banca Centrale Europea da tempo spinge affinché si realizzino delle fusioni transfrontaliere tra gli istituti di credito dell’Eurozona. E l’operazione UniCredit-Commerzbank, almeno in teoria, avrebbe le caratteristiche giuste per accontentare i desiderata delle autorità di Francoforte.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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