Jaron Lanier, La dignità al tempo di Internet
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Jaron Lanier, La dignità al tempo di Internet

Uno dei più importanti teorici del web firma il suo manifesto per una rete più equilibrata, libera e sostenibile

Sono anni che viviamo ormai al di sopra delle nostre possibilità. A sostenerlo è uno più importanti teorici dell’innovazione digitale, Jaron Lanier, nel suo ultimo saggio La dignità al tempo di Internet (casa editrice Il Saggiatore). Ogni giorno i nostri comportamenti e le scelte delle grandi aziende del web plasmano il futuro della rete. Un futuro che, al momento, pare prometta poco di buono.

Lanier mette in luce come “il clamore dovuto all’attenzione online si trasforma in denaro solo per una minoranza simbolica, tra le persone normali, ma c’è una nuova ristrettissima classe di persone che se ne avvantaggia sempre. Coloro che tengono in mano i nuovi libri mastri”. Per ogni blogger, youtuber, twitstar che “riesce” e vive di quello che fa, ce ne sono migliaia che popolano i network e contribuiscono al loro valore senza ricevere alcun compenso. Gli unici a guadagnarci, sostiene Lanier, sono le piattaforme (o, come li definisce, i “server sirena”, proprio per la loro capacità di attrarre valore), su cui si intrecciano i nodi della rete, che vedono crescere la propria importanza. Facebook, Youtube, Twitter e tutti gli altri sono i nuovi padroni del vapore, ma la fabbrica siamo noi e stiamo lavorando gratis.

Come funzionano i server sirena
Quello che produciamo sono informazioni, e quelle che non produciamo le consegniamo ai server sirena di nostra spontanea volontà. Tutto pur di avere in cambio un servizio -gratis- in più. Ma quelle che riteniamo informazioni senza valore, per noi, sono invece importantissime per le grandi piattaforme. Per due motivi: in primo luogo comprendere i comportamenti di grandi masse di persone aiuta a prevederli e a influenzarli (un valore inestimabile per chiunque abbia necessità di vendere un prodotto o un’ideologia). In secondo luogo le informazioni che cediamo volontariamente ci renderanno sempre più obsoleti abbattendo i costi delle professioni intellettuali e non (è così lontano il giorno in cui tutti i nostri suggerimenti renderanno google traslate migliore di qualunque traduttore vivente? ). Possiamo considerare le informazioni senza valore, sostiene Lanier, ma solo finché la nostra intera economia non si basa sulle informazioni, scenario ormai sempre più vicino: “È troppo facile dimenticare che ‘gratis’ significa inevitabilmente che qualcun altro deciderà il modo in cui viviamo”. Se non cambiamo direzione potremmo entrare presto in un periodo di disoccupazione senza precedenti, e sarebbe la fine della classe media.

Le persone non sono numeri
È già troppo tardi per invertire questa tendenza? Secondo Lanier, no. In un’economia che si ostina a concepire le persone solo come numeri, e non come individui, le informazioni che generiamo hanno senso solo se aggregate: domanda e offerta fanno fatica a incontrarsi e valorizzare i talenti di ciascuno è ancora molto difficile. Ma cosa accadrebbe se ognuno di noi potesse ricevere con certezza un compenso corrispondente al valore delle sue azioni nella rete?

L'utopia
Nella sua visione utopistica, Lanier afferma che “le reti digitali dovrebbero promuovere una transazione bidirezionale, in cui tu ricevi benefici reali, sotto forma di denaro, proprio come me rete”. Insomma, una nuova architettura e una nuova società, una sorta di diritto d’autore diffuso che certifichi in ogni momento la paternità delle informazioni e il loro percorso nel web assicurando a ciascuno un compenso garantito. Una società così strutturata sarebbe una società più responsabile, più efficiente, capace di proteggere i suoi nodi più deboli ma allo stesso tempo meritocratica. Certo, più regolata, ma non per questo meno capace di garantire libertà di espressione e sicurezza economica.

Il nostro impegno
Lanier potrebbe sbagliarsi, anzi, è certo che si sbagli: nessuno dei mondi futuri che abbiamo immaginato nel corso dei secoli si è mai realizzato per come ci aspettavamo. Ma ciò non toglie che la sua visione abbia degli elementi di verità e che il sistema su cui si regge la nostra economia dell’informazione sia a dir poco inefficiente, per non dire iniquo. Le grandi company del web, o i cosiddetti server sirena, sono certo attori molto importanti, ma i veri protagonisti della rete siamo noi: saranno i nostri comportamenti a dare forma alla rete in cui vivremo e se vogliamo che sia una società più equilibrata, in cui la ricchezza sarà più distribuita e dove saremo proprietari delle nostre informazioni, dovremo impegnarci fin da domani. Anzi, da oggi.

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Giulio Passerini