I 10 libri più belli del 2014 per imparare a scrivere un romanzo
Jeff Sheldon
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I 10 libri più belli del 2014 per imparare a scrivere un romanzo

Seguire i maestri, leggere molto, scrivere tanto, eliminare le distrazioni e altri ottimi consigli per diventare uno scrittore

Luca Cignetti, Simone Fornara, Il piacere di scrivere, Carocci

Il piacere di scrivereCarocci

Partiamo dall’ABC: la prima cosa che bisogna imparare per scrivere un libro è, appunto, scrivere. Ortografia, grammatica, consecutio temporum, punteggiatura, uso dei sinonimi, struttura del testo, stile. Solo conoscere le norme vi permetterà di violarle impunemente. Per analfabeti di passaggio. 

Marco Lazzarotto, Il dialogo, Feltrinelli

Il dialogoFeltrinelli

Nella collana digitale Zoomacademy, a cura della Scuola Holden in cooperazione con Feltrinelli, troverete titoli che affrontano l’arte della narrazione passo dopo passo. Ultimo arrivato è il modulo sul dialogo, a cura di Marco Lazzarotto, ma potete trovare anche moduli sulla descrizione, il noir, la poesia e l’editing. Per bricoleur in cerca di una cassetta degli attrezzi.

Edoardo Albinati, Oro Colato, Fandango

Oro colato

Otto lezioni sulla materia della scrittura che per il suo autore sono preziose come oro colato. Edoardo Albinati vi guida alla scoperta dell’ispirazione e delle storie, dell’editoria e della scrittura, attingendo a piene mani dalla sua esperienza di narratore. Per rabdomanti della scrittura in cerca di oro nero.

Björn Larsson, Diario di bordo di uno scrittore, Iperborea

Diario di bordoIperborea

Larsson è uno scrittore particolare, ha vissuto al lungo su una barca scrivendo sul mare e del mare. Nel suo diario di bordo racconta come ha imparato a navigare nel grande mare della letteratura, i porti in cui ha attraccato, i viaggiatori che ha conosciuto, i mostri che ha sconfitto e le secche che ha saputo evitare con destrezza. Ideale per chiudere gli occhi e tuffarsi senza braccioli nel mare della scrittura.  

Francine Prose, Leggere da scrittori, Arduino

Dino Audino

Per imparare a scrivere bisogna leggere, e leggere tanto anche. Se pensate di non averne il tempo, cambiate mestiere. Scegliete i vostri padri, guardatevi dai cattivi consiglieri, tornate sulle pagine dei maestri: la strada per diventare scrittori è lastricata di libri altrui. Per centometristi della scrittura che devono  imparare a camminare.

Filippo D’angelo, Troppe puttane! Troppo canottaggio!, Minimum Fax

Minimum fax

La gente che non può più dare il cattivo esempio dà buoni consigli, ecco perché dovreste rivolgervi ai maestri (morti) della letteratura francese. Filippo D’angelo ha raccolto lettere e scritti indirizzati dai più grandi ai giovani scrittori: ci sono consigli di ogni genere, dal più al meno assurdo (decidete voi dove vada collocato "troppe puttane! troppo canottaggio!") ma alla fine la prescrizione è sempre una: fare, fare, fare. Per giovani che presto salteranno i fossi per lungo.

Nadine Gordimer, Tempi da raccontare, Feltrinelli

Feltrinelli

Scrivere o vivere, cosa è più importante per scrivere un buon libro? Si può scrivere e si deve vivere. Questo libro di Nadine Gordimer può essere un buon punto da cui partire: raccoglie articoli, saggi e memorie di una grande scrittrice fra letteratura e politica, viaggi e romanzi, battaglie ideologiche e piaceri della penna. Per imparare a scrivere in tre dimensioni.

George Plimpton, Capote, Garzanti

Garzanti

Per essere uno scrittore bisogna vivere da scrittore. Plimpton ha raccolto in questo libro i ricordi di amici, parenti e nemici del grande scrittore americano. Una presa di coscienza utile per sapere cosa vi aspetta. Per quelli che si chiedono chi ci sarà al proprio funerale.

Philip Roth, I fatti, Einaudi

Einaudi

Per essere uno scrittore dovete scrivere come uno scrittore, anche la vostra vita. Siate le vostre pagine, scrivete i vostri giorni, diventate i vostri personaggi, magari non vincerete un Nobel ma sarete sulla buona strada per diventare lo scrittore più grande della vostra epoca.

Sergio Garufi, Caterina Cutolo, Lui sa perché, Isbn

Isbn

Quando il libro sarà finalmente terminato, fermatevi un attimo, assaporate il momento. E ora concedetevi un’ultima capriola dell’ego: i ringraziamenti. Grazie odorosa pianta della tua compagnia, grazie cane mio amico dell’uomo che sono io, grazie mamma e papà e scrittori amati tutti, grazie editor, uffici stampa e galoppini editoriali, grazie Juve e grazie cielo, grazie carta e grazie penna, grazie a tutti. I ringraziamenti più assurdi, i più eleganti, i più prolissi, i più stringati, i più inutili e stanchi, ma mai i più ovvi di grandi scrittori. Per amanti della contabilità e riconoscenti.

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Giulio Passerini