Dopo anni di attese, rinvii e lavori complessi, la Metro C compie un nuovo passo decisivo nel centro di Roma. Oggi è stato tagliato il nastro delle stazioni Colosseo e Porta Metronia, due fermate strategiche che non sono soltanto infrastrutture di trasporto, ma veri e propri spazi di valorizzazione archeologica.
La loro realizzazione ha infatti portato alla luce reperti di straordinario valore, trasformando i cantieri in luoghi di scoperta e studio. Non semplici stazioni, ma stazioni-museo, pensate per integrare mobilità urbana e patrimonio storico, in una città dove ogni scavo può riscrivere la mappa del passato.
A raccontare la portata delle scoperte è Simona Moretta, archeologa della Sovrintendenza speciale di Roma, che ha seguito da vicino le indagini: «Non sapevamo che qui sotto ci fosse una caserma romana, perché tutte le indagini preliminari condotte in precedenza avevano restituito solo pochi elementi. Un po’ per fatalità, un po’ perché i saggi arrivano normalmente a cinque metri di profondità, mentre la caserma ha iniziato a intravedersi a sette metri».
Un rinvenimento definito dalla stessa Moretta «entusiasmante, ma anche drammatico», perché ha imposto una scelta immediata: come conciliare la tutela del bene archeologico con la necessità di portare avanti un’opera pubblica attesa da anni. La soluzione individuata rappresenta un modello destinato a essere replicato anche nelle prossime stazioni della linea.
«Il bene archeologico è stato delocalizzato durante i lavori e poi ricollocato all’interno della stazione. Il sito archeologico è tornato nella stessa posizione originaria e a breve sarà pronto il museo», ha spiegato l’archeologa.
Le stazioni Colosseo e Porta Metronia diventano così un esempio concreto di integrazione tra infrastrutture moderne e stratificazione storica, uno dei nodi più delicati – e identitari – per Roma. Non solo nuovi collegamenti per cittadini e turisti, ma spazi in cui il viaggio quotidiano si intreccia con la storia millenaria della città.
Un passaggio simbolico e operativo insieme: la Metro C avanza, e lo fa portando con sé non solo binari e banchine, ma anche pezzi di Roma antica restituiti alla collettività.