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Programma Ace, dagli Usa i duelli aerei gestiti dall'intelligenza artificiale

La nuova frontiera digitale dei Top Gun

Questa volta non è un film, anche se ad osservare queste immagini pare di rivedere gli effetti speciali di Indipendence Day o di qualche altro campione d'incassi. Invece è quanto sta sperimentando la Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa), l'agenzia per i programmi avanzati della difesa Usa, nell'ambito del progetto Ace (significa Asso, ma è una sigla che sta per Evoluzione del combattimento aereo), e che prevede l'utilizzo di intelligenza artificiale per controllare le manovre di due o più velivoli coinvolti in uno scontro aria-aria.

Per ora, nella prima fase del programma, a combattersi sono entità virtuali generate da diversi calcolatori elettronici posizionati presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland, che vengono controllate da algoritmi predisposti per gestire duelli aerei in modalità "due contro uno" tra una coppia di F-16 blu e un nemico generico "rosso", inizialmente con aerei dotati soltanto di missili a corto raggio e quindi di armi a media gittata, in modo da cominciare a sperimentare vari possibili scenari che si potrebbero verificare in taluni teatri operativi. Il colonnello Dan Javorsek, responsabile del programma, ha dichiarato che questi modelli consentono di riconoscere e prevenire gli errori che possono determinare una perdita per fuoco amico, ovvero di impostare le manovre di scampo o di attacco per non "agganciare" il bersaglio sbagliato in caso di scontri aerei nei quali sia coinvolto un grande numero di velivoli e si creino situazioni confuse e imprevedibili, facendolo però partendo da situazioni relativamente semplici, per poi complicarle progressivamente con lo sviluppo dei programmi di calcolo. Lo scopo è quello di permettere al pilota di un caccia moderno, ma non per forza di ultima generazione, di poter essere affiancato da un drone armato (Ucav) per tutta la durata della missione e quindi di essere aiutato in caso d'attacco predisponendo la tattica migliore per vincere. Considerando anche che se il pilota ha limitazioni fisiche che gli impediscono di sottoporsi ad accelerazioni di gravità eccessive (in combattimento si arriva a oltre 9G rischiando l'incapacitazione dell'essere umano), il drone ha limitazioni di un ordine di grandezza superiori.

Darpa prevede che il pilota ragionerà da manager della battaglia e potrà contare sull'affidabilità degli Ucav per impostare la tattica ed eseguire la missione. Questo significa innanzi tutto validare l'affidabilità di un sistema d'arma composto da un mezzo pilotato in modo tradizionale e da un gregario automatizzato, ma le combinazioni degli scenari possibili sono numerosissime e quindi i "cervelloni" che gestiscono gli algoritmi di Ace devono avere il tempo per poter imparare dall'esperienza. Non solo computer quindi, per raccogliere i dati necessari allo sviluppo di Ace diversi piloti collaudatori hanno effettuato diversi voli con un vecchio addestratore biposto L-39 presso l'Operator Performance Laboratory dell'Università dell'Iowa. Durante queste prove l'aeroplano è stato dotato di sensori in cabina di pilotaggio per misurare le risposte fisiologiche del pilota in modo da prevedere quali possono essere i limiti di accelerazione da non far superare agli algoritmi e valutare il grado di fiducia che il pilota stesso riponeva nelle manovre del drone amico durante le intercettazioni del velivolo rosso.

Per motivi di sicurezza il velivolo Aero Vodochody L-39 Albatros viene effettivamente pilotato dal sedile anteriore della cabina di pilotaggio dove siede un pilota umano che sta però leggendo le istruzioni di volo generate da un programma di intelligenza artificiale al fine di eseguire le manovre. "Abbiamo iniziato a esaminare le riprese video effettuate a bordo per vedere dove il pilota orienta lo sguardo durante la missione", afferma Javorsek "questo ci consente di vedere ciò che il pilota sta effettivamente controllando in autonomia e quanto tempo dedica al compito di gestione della battaglia rispetto al manovrare l'aeroplano". Ace è un programma che sta avanzando rapidamente, tanto che alla Darpa prevedono di traferire i programmi di simulazione sugli aeromobili entro la fine dell'anno, quando vedremo la prima esercitazione di combattimento aereo controllata dall'intelligenza artificiale. Tutto dovrà essere pronto per il 2024, quando il Pentagono dovrà decidere sul futuro assetto dell'aviazione militare degli Usa.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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