Umberto Guidoni: tutto cominciò con un telescopio, a Natale

Umberto Guidoni: tutto cominciò con un telescopio, a Natale

di Marino Petrelli “Il mio Natale più bello è stato quando mi regalarono un telescopio: tutto è cominciato da lì per la mia grande passione verso le stelle e lo spazio”. Umberto Guidoni, astronauta e astrofisico tra i più …Leggi tutto

di Marino Petrelli

 

“Il mio Natale più bello è stato quando mi regalarono un telescopio: tutto è cominciato da lì per la mia grande passione verso le stelle e lo spazio”. Umberto Guidoni, astronauta e astrofisico tra i più apprezzati nel mondo per aver partecipato a due missioni sullo Shuttle, parla a Panorama.it di ricordi, ma anche del futuro dell’aerospazio italiano e mondiale.

Dunque, galeotto fu il telescopio

Sì, quello è il ricordo più vivo che mantengo. Tra l’altro, fu un regalo che mi arrivò all’Epifania perché a Roma c’era la tradizione di fare i doni dopo Natale. Però, da lì possiamo dire che sia nata la mia grande passione che poi è diventato un bellissimo lavoro.

E il Natale attuale come lo trascorrerà?

A casa, con la famiglia e con gli amici. Sono sempre in viaggio e in giro per il mondo e almeno questo periodo lo voglio trascorrere in serenità e nella mia casa romana.

È stato un 2012 ricco di avvenimenti per le avventure spaziali, a cominciare da Curiosity. Dopo alcuni mesi dal suo arrivo su Marte, è possibile fare un bilancio?

È ancora prematuro parlare di bilanci perché occorreranno altri mesi e l’acquisizione di molti altri dati per avere un quadro più completo. Dal punto di vista tecnico sta andando tutto bene ed è stato compiuto un primo check di tutti gli strumenti di bordo. Per il resto, si dovrà avere pazienza che il robottino faccia il suo lavoro, delicato ma importantissimo per le future spedizioni su Marte. Certo, c’è stato il falso allarme della vita sul pianeta e per gli astronauti ci vorrà molto tempo, ma questa missione è molto più mirata rispetto a quelle del passato e fa ben sperare per il 2013.

E poi è stato l’anno della morte di Neil Armstrong, il primo uomo a toccare il suolo lunare. Ha un suo ricordo?

Ho avuto il piacere di conoscerlo a Houston quando stavo facendo l’addestramento per il primo lancio con lo Shuttle e ricordo di lui una grande capacità di comunicazione, ma al tempo stesso una grande semplicità e umanità a dispetto delle sue grandi imprese spaziali.

Nel futuro dell’aerospazio europeo ci sono a disposizione oltre dieci miliardi di euro in investimenti e ricerca. L’Italia contribuirà con quasi 1,5 miliardi. Pensa sia la strada giusta per rilanciare tutto il settore?

Alle parole, come dico sempre, devono seguire i fatti. La Ministeriale 2012 è stato un buon successo per l’Italia, ma servono sempre maggiori risorse per la ricerca e soprattutto per il personale, con nuovi concorsi e nuovi contratti per impedire che molte eccellenze italiane dopo pochi mesi siano costrette a emigrare all’estero. In questo settore, come in altri, di eccellenze ne abbiamo tante, sarebbe un peccato sprecarle.

 Allora, auguri per Natale e per un futuro più radioso

Con una battuta, direi auguri stellari. E sempre con un occhio attento allo spazio e a Marte

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