Tra gas e grano: la visita di Draghi in Israele
Mario Draghi. (Ansa)
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Tra gas e grano: la visita di Draghi in Israele

Il premier italiano effettuerà una visita di due giorni nello Stato ebraico. Al centro dell'attenzione la questione energetica e la crisi alimentare.

È un viaggio di estrema importanza quello che Mario Draghi si accinge a compiere in Israele. Oggi, il premier incontrerà il presidente israeliano Isaac Herzog e il ministro degli Esteri Yair Lapid. Domani è invece previsto un vertice con il primo ministro Naftali Bennett, a cui seguirà un meeting con le autorità palestinesi. Sullo sfondo dell’invasione russa dell’Ucraina, i dossier sul tavolo sono svariati e significativi. In particolare, l’inquilino di Palazzo Chigi guarda a due questioni principali: energia e crisi alimentare.

Al centro dell’incontro con Bennett sarà prevedibilmente posto il tema di EastMed: il gasdotto che dovrebbe collegare Israele a Cipro e Grecia, per arrivare infine con il tratto Poseidon fino alla Puglia. Un progetto ambizioso che era stato accantonato, per poi tuttavia tornare alla luce in conseguenza della crisi ucraina: una crisi che ha reso impellente la riduzione della dipendenza energetica di Roma dalla Russia. D’altronde, che l’attuale governo italiano fosse interessato a EastMed non è esattamente una novità: lo scorso aprile, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, si era recato in Israele, dove aveva incontrato la titolare del locale dicastero dell’energia, Karine Elharrar, per discutere soprattutto del gasdotto. Il progetto, che ha ricevuto l’endorsement anche dalla Commissione europea, sarebbe funzionale a diversificare il nostro approvvigionamento energetico e avrebbe soprattutto il vantaggio di coinvolgere una rete di Paesi caratterizzati da ordinamenti istituzionali democratici: un fattore non di poco conto, che azzererebbe di fatto il ben noto rischio dei ricatti geopolitici a sfondo energetico. Va da sé che, qualora il progetto procedesse concretamente, dovrà essere affrontata con urgenza la questione della sicurezza e della stabilità del Mediterraneo. Un tema che è stato (probabilmente non a caso) sottolineato nella “Strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo”, recentemente presentata dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

L’altro tema cruciale che sarà prevedibilmente trattato nel colloquio tra Draghi e Bennett è quello della crisi alimentare, innescata dal conflitto in Ucraina. Sotto questo aspetto, Israele potrebbe giocare un ruolo diplomatico fondamentale, visto che – pur avendo condannato l’invasione russa e votato per sospendere Mosca dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite – ha mantenuto una posizione dialogante nei confronti della Russia. Tra l'altro, soprattutto a marzo, Bennett cercò di ritagliarsi un ruolo diplomatico di primo piano, per mediare tra Kiev e Mosca. Sulla questione del grano si è mostrata recentemente molto attiva anche la Turchia: quella stessa Turchia che, negli ultimi tempi, ha (parzialmente) allentato le proprie tensioni con Israele (soprattutto in materia energetica). Quello che potrebbe emergere è quindi uno sforzo politico-diplomatico combinato per promuovere lo sblocco dei porti ucraina e, forse, favorire un serio rilancio dei negoziati. La Russia sa del resto che, specialmente in questa fase, non può permettersi di irritare Israele e Turchia. Dall'altra parte, oltre al pericolo di un disastro umanitario, la crisi alimentare rischia di produrre impatti destabilizzanti sia in Medio Oriente sia in Africa: uno scenario che è necessario scongiurare.

Infine, ma non meno importante, va sottolineato che era dal 2015 che un premier italiano non si recava in visita nello Stato ebraico. Sotto questo aspetto, il viaggio di Draghi è una buona notizia, perché rafforza i legami con Israele in una fase storica che vede progressivamente crescere la minaccia iraniana sul Mediterraneo allargato. Inoltre, più in generale, questo viaggio potrebbe preludere a un rilancio dell’iniziativa diplomatica di Roma nello scacchiere mediorientale. Un elemento, questo, di cui si avverte il forte bisogno.

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Stefano Graziosi