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Viaggio nelle più antiche foreste d’Italia

Viaggio nelle più antiche foreste d’Italia

Il nostro patrimonio boschivo si estende per oltre 11 milioni di ettari, pari al 36,7 per cento del territorio. Oltre a essere il più bello e il più ricco di biodiversità d’Europa, possiede piante storiche divenute patrimonio dell’Unesco. Alessandro Cerofolini, esperto del settore, fa da guida in questo incanto di parchi e riserve.


Se l’anticiclone africano spinge la colonnina di mercurio fin sopra 40 gradi e arroventa la Penisola, un antidoto prezioso all’eccesso di calore lo offrono certamente gli alberi (nonostante quelli cittadini siano a rischio, come hanno dimostrato gli ultimi tempestosi eventi di Milano): oltre a mitigare gli effetti dell’inquinamento atmosferico, esercitano una funzione moderatrice sulla temperatura dell’aria.

Perché, allora, non cercare rifugio all’ombra di un bosco? Per orientare i passi, ci affidiamo alla guida di Alessandro Cerofolini, dirigente della Direzione generale delle foreste, istituita presso il ministero dell’agricoltura, dove ricopre la carica di direttore degli alberi monumentali e dei boschi vetusti d’Italia. Cerofolini è anche autore di un manuale, edito da Altreconomia, intitolato Le meraviglie dei boschi italiani, che raccoglie dati, informazioni, curiosità e consigli utili a tutti coloro che intendano familiarizzare con il nostro patrimonio forestale. Oltre a essere i più belli e i più ricchi di biodiversità d’Europa, i boschi italiani hanno un’estensione superiore a 11 milioni di ettari, pari al 36,7 per cento del territorio nazionale. Tredici di questi, vetusti, sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’umanità.

In questo periodo viviamo gli effetti del caldo. Qualche meta, non troppo distante dai centri urbani, dove trovare un po’ di refrigerio?

Per esempio, consiglio una visita al Bosco della Fontana, che si trova a cinque chilometri da Mantova, la città di Virgilio, una delle ultime testimonianze delle selve sterminate che un tempo rivestivano con un manto ininterrotto l’intera Pianura padana. È una foresta lussureggiante, sopravvissuta come un’isola in mezzo ai campi, agli edifici e alle strade asfaltate, dove tra maestose e intricate latifoglie scorrono limpidi corsi d’acqua. Non distante da Milano merita una passeggiata la Foresta regionale Val Masino, in Valtellina, caratterizzata dalla presenza latifoglie e conifere, radure, pascoli, cascate, torrenti, laghi e paesaggi mozzafiato. A cavallo tra Romagna e Toscana ci sono poi le Foreste Casentinesi, tra le più fitte ed estese d’Italia, divise tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Un intreccio di natura e spiritualità, in cui faggete secolari sono presidiate da monasteri dove si recupera finalmente il silenzio.

E per chi invece si trova più a sud?

Intanto, nell’Italia centrale troviamo il Parco regionale del Sirente-Velino, in provincia dell’Aquila. La vegetazione è costituita in prevalenza da faggi che si estendono per decine di chilometri. Presenza rilevante è la betulla, la «dama bianca» del bosco, pianta nordica per eccellenza. Mentre, nei pressi di Roma vale la pena un’escursione nel Parco regionale dei Monti Simbruini, l’area naturale protetta più vasta del Lazio, dove è possibile camminare per giorni senza mai incontrare presenze umane, a parte qualche pastore. Infine, da non mancare è un’escursione nella Foresta Umbra, all’interno del Parco nazionale del Gargano, in provincia di Foggia, che ha conservato quasi intatto il suo maestoso e imponente rigoglio vegetativo originario.

Oltre all’ombra e a un clima decisamente più favorevole, quali esperienze può offrire un bosco a chi lo vada a scoprire in questa stagione?

Passeggiare in silenzio sulle strade forestali tra gli alberi, ascoltare il battito del becco di un picchio rosso sul tronco, vedere uno scoiattolo sul ramo che rosicchia una pigna, ammirare una famiglia di cervi che pascola in lontananza nel sottobosco di mirtilli e rododendri, ascoltare la voce di un torrente che scende a valle sono solo alcune delle esperienze che può offrire un bosco. Emozioni impagabili mai provate o, peggio, di cui si è perduta memoria. La qualità dell’aria, inoltre, non ha confronti con quella della città, in tutte le stagioni.

Che consigli dare a chi, senza frequentarlo regolarmente, si avventura in un bosco?

Di muoversi sempre con calma, di camminare lentamente sulle strade forestali e sui sentieri di montagna senza mai abbandonarli. Di non danneggiare le piante e stressare la fauna selvatica. Inoltre, invito ad ammirare il paesaggio circostante senza l’ansia di arrivare o di una performance sportiva, a godere dii suoni naturali, il canto degli uccelli, le fronde che oscillano per il vento. Sarebbe bene parlare a bassa voce ed evitare ogni rumore molesto. Soprattutto, è saggio silenziare la suoneria dal cellulare.

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