Appartiene al club ristretto delle destinazioni imperdibili, però ha la fama, giustificata, di essere una meta carissima. Siamo andati a scoprire come si può risparmiare senza perdersi le principali attività e l’incanto del luogo.
Passeggiare in costume da bagno tra i vapori mistici di un’acqua calorosa, lasciando che la brezza impertinente dell’oceano solletichi i capelli. Farsi pungere da aghi di gelo liquido passando dietro una cascata, più tardi sentire nelle gambe la solidità ancestrale di un ghiacciaio che è quasi ancora lì, a tentare di resistere. Infine, osservare il cielo riempirsi di colore e mettersi a ballare la musica del silenzio, oppure scorgere tra i flutti marini la sagoma fugace di una balena maestosa.
Sono esperienze straordinarie all’ordine del giorno in Islanda, uno dei Paesi che merita la fama di meraviglia del mondo. Peccato che la normalità del superlativo si accompagni a tariffe fuori dal comune. Una difficoltà aggirabile, almeno arginabile, a patto di saper giocare d’anticipo, riuscire a schivare ingenuità e trappole. È quanto ha tentato Panorama per realizzare una provocazione: una vacanza a budget ridotto nell’esosa isola nordica. Una missione possibile senza rimpianti, senza rinunciare a vivere le principali attrattive del luogo.
La prima voce sostanziosa da smarcare è il volo. Chi si è già cimentato con una ricerca su internet ne sarà consapevole: si paga tanto, spesso c’è bisogno di uno scalo. Ma forse in pochi sanno che l’Islanda ha una sua compagnia low cost fondata pochi anni fa, Play (Flyplay.com), che si affida a velivoli nuovi, comodi e spaziosi. Dall’Italia partirà nelle prossime settimane da Venezia e Bologna, con biglietti in offerta attorno ai 100 euro a tratta. Spesso decisamente meno di quanto chiede la concorrenza. Vero, non decolla da aeroporti principali, ma sono raggiungibili in treno o con un altro volo da poche decine di euro. Conviene farsi i conti, il risparmio potrebbe essere interessante. Inoltre, Play dà la possibilità di fermarsi gratis fino a dieci giorni a Reykjavík e risalire a bordo verso gli Stati Uniti, New York compresa, il Canada o una capitale europea, unendo due vacanze in una.
Dopo l’atterraggio, prendere un taxi rischia di vanificare ogni sforzo d’avvedutezza. Il tassametro galoppa feroce, il totale è da trauma e svenimento: si supera facilmente l’equivalente di 150 euro, in tanti raccontano di averne pagati 200 e oltre per distanze un filo più defilate rispetto alle aree centrali della capitale. La soluzione è Flybus, che non solo funziona anche di notte, ma è paragonabile a un servizio taxi: un grande pullman scorta i passeggeri dall’aeroporto al terminal cittadino, poi mezzi più piccoli accompagnano i viaggiatori fino alla destinazione finale o i suoi immediati dintorni. O viceversa.
I biglietti sono prenotabili in anticipo sul sito di Reykjavík Excursions (Re.is, a partire da circa 26 euro), indicando l’hotel presso il quale si soggiorna. E se in altri Paesi le escursioni organizzate possono sembrare un ripiego, in Islanda sono l’unico metodo per limitare i salassi e conoscere in anticipo, con certezza, quanto si andrà a spendere. Inoltre, guide e conducenti paiono essere migrati in massa dalla Svizzera, talmente si dimostrano precisi e puntuali. Fin troppo, specie quando sbuffano per pochi fisiologici minuti di ritardo dovuti all’ipnosi provocata da un qualche incanto della natura.
Il trucco è avere pazienza online, in fase di pianificazione: cercare, fare confronti, opzionare il tour più vicino ai propri desideri. La concorrenza non manca, le alternative neppure. Eccone alcune, oltre al ricco catalogo di Reykjavík Excursions: gli esploratori meno dinamici si rivolgano a Elding (Elding.is), che svela la sua specialità sin dal logo, la coda di una balena. Dal porto vecchio della capitale salpano piccole e grandi navi che vanno a intercettare cetacei e delfini; la sera dopo cena, quando è stagione, le imbarcazioni puntano il buio lontano dalla riva per rendere più evidente la magia danzante dell’aurora boreale. Ci sono vari pacchetti e opzioni combinabili tra loro, da una novantina di euro in su, compresi giacconi caldi per ripararsi dal freddo (purtroppo, lo sottovaluterete sempre) e un secondo giro gratis se nel corso del primo gli animali acquatici non si sono fatti vedere.
Arctic Adventures (Adventures.is) propone un’avventura davvero artica, che dura una giornata intera ed è per cuori appena un po’ più impavidi, meno timorosi di un raffreddore: fra le tappe, la cascata Seljalandsfoss. Ci si può passare dietro, per ammirarla da ogni angolazione, ma ci si bagna abbastanza. Un po’ come sulla spiaggia di sabbia nera Reynisfjara, che pare il covo dei cattivi del Signore degli anelli: rocce puntute emergono dai flutti, intanto un vento bastardo frena i passi, ulula insulti rabbiosi nelle orecchie, sparge schizzi salati negli occhi. Portate una cerata e un berretto. Il secondo tornerà utile durante la sfacchinata sull’impronunciabile ghiacciaio Sólheimajökulll, esperienza di pura gioia infantile, almeno dopo essersi convinti che la protesi chiodata applicata sulle scarpe farà il suo dovere, che non si scivolerà a velocità da valanga verso qualche minaccioso sperone. Prezzo: sui 170 euro, tutto compreso. Se sembra tanto, andate a guardare i tariffari di noleggio giornalieri di un’auto in Islanda. Vi ricrederete.
La furbizia sta anche nell’evitare i bagni di folla, in senso letterale. Le orde s’immergono nella Blue Lagoon (Bluelagoon.com), che è magnifica, ma altrettanto superba è la Sky Lagoon (Skylagoon.com), con il suo trionfo di vapori in grado di occultare la gente e dare un vago senso di privacy. Si entra con il pacchetto base, «Pure lite», che va dai 45 euro a persona. Per un pieno di relax e foto ammiccanti su Instagram non occorre altro. Se poi volete ordinare champagne dal bar dentro la piscina, fate pure. Per quanto riguarda l’alloggio, è bene essere strategici. Scegliere un albergo comodo, ben posizionato, senza lussi superflui. Il Grandi by Center hotels (Centerhotels.com, stanze a partire da circa 185 euro a notte ad aprile e maggio) è in stile industrial chic, si trova a una breve passeggiata dal porto vecchio e a tre minuti dalla fermata dell’autobus da cui partono la maggior parte delle escursioni. Chi prenota direttamente dal sito ufficiale avrà in omaggio un drink di benvenuto e la colazione a buffet. Un’ottima maniera per fare il pieno di calorie e tenere a bada il più possibile la fame, visti i costi del cibo in Islanda, coerenti con tutto il resto.
Se la giornata è stata sfiancante o il tempo è inclemente, il ristorante dell’albergo, Héðinn – Kitchen & bar (Hedinnrestaurant.is) non delude per generosità delle porzioni, ricercatezza e deferenza ai sapori locali di mare e di terra. In alternativa, nel centro di Reykjavík, poco distante dalla troppo turistica Rainbow street, ecco Oto (Oto.is), un cortocircuito palatale e visivo: ha arredi scandinavi e una cucina che pesca idee tra l’Italia e il Giappone, senza oscurare gli ingredienti freschi che arrivano dal nord dell’Atlantico. È lo strappo alla regola della prudenza, comunque senza rovinarsi: un piccolo piatto di pesce parte da 20 euro, una soglia inferiore ad alcune città italiane, Milano in testa. Più che un paradosso, l’Islanda low cost è ormai un personalissimo punto.
