Concedetegli il sapore di sale, che hanno sulla pelle, che hanno sulle labbra… Lasciateli abbrustolire sulla spiaggia bollente, saltellanti come grilli impazziti per non bruciarsi le piante dei piedi. Si diranno comunque innamorati del mare, con tutta la cecità dell’evidente che una passione suprema trascina con sé. Eppure, senza offendere il principe azzurro delle vacanze nazionali, è innegabile che il caldo violento di queste settimane renda complicato godersi le onde. Nelle ore dei raggi più feroci, il relax si trasforma in disagio, la brama di tintarella vira decisa verso il rischio di un’ustione.
Invece, altrove: «Si inizia con i torrenti e i laghi del fondovalle, dove immergere i piedi dopo una lunga o breve escursione, o più semplicemente per rigenerarsi dopo aver goduto di un mare di sole in un prato fiorito» racconta l’alpinista e scrittore Hervé Barmasse. «Continuando a salire, s’incontrano i boschi di latifoglie accarezzati dal vento che sopra i 1.400 metri lasciano il posto alle conifere e poi alle piante di basso fusto che sono il preludio delle praterie alpine. E infine loro, maestose e contraddistinte da geometrie slanciate verso il cielo, le montagne. Per guardare oltre la linea d’orizzonte e sognare».
Già, una fuga al fresco tra le alture, anche senza i condimenti di una ben motivata poesia, sembra al momento una soluzione più che ragionevole. Un rifugio dall’afa, un tuffo in una bellezza multiforme e cangiante più di una distesa di blu pacifico oppure nevrotico. Una prospettiva che è già tendenza, con numeri migliori di quelli registrati prima della pandemia: «Rispetto al 2019, nei nostri 8 resort di montagna aperti quest’estate contiamo il 130 per cento di italiani in più» conferma Rabeea Ansari, managing director Sud Europa di Club Med.
Si va verso una stagione da tutto esaurito e da sbadiglio impossibile: «Non importa quale sia l’età o il livello di preparazione fisica dei nostri ospiti, per ciascuno ci sono tantissime attività da fare o l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo. Il fascino della montagna è il privilegio di viverla secondo il proprio ritmo




Già solo guardarsi intorno è un pieno d’energia, un nutrimento per il corpo e l’anima». Con quella dose d’inaspettato, d’inconsueto, che aiuta a vincere le resistenze dei più dubbiosi, chiamando in causa suggestioni esotiche e la voglia d’assecondare bisogni contemporanei.
Qualche esempio, girovagando tra i massicci d’Italia e dintorni: in Alto Adige, ci si disintossica dal caos urbano percorrendo la Via Monachorum, il sentiero del silenzio fino a Certosa (Bolzano), dove si trova un complesso di clausura che risale al XIV secolo. Il fascino è quello di arrivarci nella quiete, senza parlare, come facevano i monaci una volta, ascoltando il cinguettio degli uccelli e gli altri bisbigli della natura.
Se anziché nel tempo si predilige un viaggio nello spazio, il Bad Moos – Dolomites Spa Resort di Sesto (Bolzano) propone una terapia per la mente d’eco orientale: si svolge al ritmo di campane tibetane, le cui vibrazioni sembrano essere di grande giovamento per chi le ascolta.
Più dinamica, in Alta Badia, è una marcia sostenibile: all’«Eco-Hiker» vengono forniti guanti, attrezzi e sacchetti, così tra un chilometro e l’altro può rimediare all’inciviltà altrui e liberare prati e boschi dai rifiuti. A Courmayeur, invece, è di scena l’«Adventure training», una delle attività pensate da Le Massif Hotel & Lodge, parte di Italian Hospitality Collection: si tratta di uno stage per singoli e gruppi per imparare a gestire lo stress fuori dalla propria zona di comfort. Un percorso guidato di trekking, mountain bike e sorprese adrenaliniche per relazionarsi con gli altri e sé stessi in uno scenario splendido, però non familiare.
Nella vicina Svizzera non hanno deficit di fantasia, specialmente andando a bussare alle perle dell’accoglienza locale. Al Kulm Hotel di St. Moritz ci si può dedicare al golf nel 9 buche più alto delle Alpi (oltre 1.800 metri) . Oppure, per chi vuole sentirsi un nobile, fare un giro per la valle in carrozza. La sera, la località più chic dell’Engadina alterna concerti jazz e sfumature pop. Il 27 luglio, per dire, al Kulm Park arriva Gianna Nannini.
Sempre in zona, il Cresta Palace Hotel, gemma Art Nouveau dell’ospitalità, ha da poco riaperto per la stagione estiva svelando 40 nuove camere e suite, dal design moderno e numerosi dettagli di stile, con un motivo comune: grandi finestre che lasciano entrare la luce e si spalancano sul panorama circostante. Per i bambini, è imperdibile la caccia al tesoro: la mappa spinge alla scoperta delle mura dell’albergo che risalgono a 115 anni fa. Per gli adulti, la Spa Vita Pura cattura con un assoluto magnetismo: fra un trattamento e l’altro, non si resiste a un tuffo nella piscina affacciata sul giardino, per nuotare nell’abbraccio del sole. E smentire chiunque sostenga che il contatto con l’acqua sia prerogativa del mare.
Al The Chedi Andermatt, nel Canton Uri, oltre a viziarsi in due ristoranti giapponesi stellati (uno all’interno di un rifugio sul monte Gütsch) o imparare a preparare il formaggio, le escursioni sono eco e a due ruote, su una moto Harley-Davidson elettrica. E c’è il safari ad alta quota per avvistare «i magnifici cinque» delle Alpi: marmotte, capre, lama, camosci e falchi.
È uno dei passatempi di tendenza sulle nostre montagne, dove qualcosa è cambiato: «Negli ultimi anni» riassume Barmasse «il trail running (la corsa sui sentieri, ndr) viene preferito all’escursionismo con scarpone alto sopra la caviglia. Il parapendio trova sempre più adepti, ma le attività regine rimangono ancora l’alpinismo classico e la bici su strada».
Con la possibilità di non limitarsi all’attività sportiva fine a sé stessa: «Si cammina per vivere esperienze letterarie, concerti e sperimentare offerte enogastronomiche che superano di gran lunga le aspettative. Il merito è sempre suo, della montagna. Un palcoscenico unico, un cammino di scoperta e bellezza, empatia e magia». n
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