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Pechino sanziona le aziende della Difesa Usa

Pechino sanziona le aziende della Difesa Usa

Proprietà congelate, divieto di fare affari e tentativo di boicottaggio. Così la Cina reagisce al gigantesco accordo per la fornitura di armi a Taiwan. Ma i mercati sono immuni, da gennaio a oggi aumenti delle azioni fino al 125%.

Il giorno di Santo Stefano Pechino ha imposto sanzioni a venti aziende statunitensi del settore della Difesa e a una decina di dirigenti, ciò soltanto una settimana dopo che Washington aveva annunciato la vendita di armi su larga scala a Taiwan. Secondo il ministero degli Esteri cinese, le sanzioni comportano il congelamento dei beni delle aziende in Cina e il divieto per individui e organizzazioni sanzionate di interagire con essi. La decisione è però in gran parte simbolica, poiché gli appaltatori della difesa statunitensi intrattengono pochissime relazioni commerciali con la Repubblica Popolare. Tra le compagnie finite nell’elenco figurano Northrop Grumman Systems Corporation, L3Harris Maritime Services e Boeing.

Palmer Luckey e il caso Anduril

Tra i dirigenti sanzionati c’è il fondatore di Anduril Industries (oggi tra le più quotate per la produzione di droni da combattimento), ovvero il super-tecnico Palmer Luckey. Costui non può più fare affari in Cina e gli è stato impedito di entrare nel Paese. Tutto questo poco dopo l’annuncio della vendita di armi degli Stati Uniti a Taiwan per un valore di oltre dieci miliardi di dollari, azione che però deve essere ancora approvata dal Congresso americano. E qualora la politica Usa decidesse per l’ok a procedere si tratterebbe del più grande pacchetto di armi mai consegnato dagli Stati Uniti al territorio autonomo.

La “linea rossa” di Pechino

“Sottolineiamo ancora una volta che la questione di Taiwan è al centro degli interessi fondamentali della Cina e rappresenta la prima linea rossa da non oltrepassare nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti”, ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese in una nota di venerdì, specificando anche che “qualsiasi azienda o individuo che venda armi a Taiwan ne pagherà il prezzo”. Il Ministero ha inoltre esortato gli Stati Uniti a porre fine a quelle che ha definito “le pericolose mosse per armare Taiwan”.

Pressione militare e obblighi Usa

Pechino continua ad affermare che la vendita di armi statunitensi a Taiwan viola gli accordi diplomatici tra Cina e Stati Uniti, e per questo negli ultimi anni l’Esercito cinese ha aumentato la sua presenza nei cieli e nelle acque intorno all’ex Formosa, effettuando esercitazioni congiunte con navi da guerra e aerei da combattimento che ormai sorvolano lo stretto tra l’Isola e il continente quasi tutti i giorni. Tuttavia, secondo la legge federale americana, gli Stati Uniti sono obbligati ad assistere Taiwan nella sua autodifesa, un punto che ovviamente è diventato sempre più controverso con la Cina. Pechino ha già rapporti tesi con Washington per questioni commerciali, tecnologiche e relative ai diritti umani, quindi tale aggravamento dei rapporti non facilita certo le relazioni.

Le aziende colpite e il rally in Borsa

Tra le aziende coinvolte figurano anche diversi importanti appaltatori della Difesa Usa come la sussidiaria di Leidos Gibbs & Cox e l’azienda specializzata nella logistica aerospaziale Vse Corporation. La Cina ha inoltre sanzionato diverse aziende più piccole e tecnologicamente avanzate, come il produttore di droni Red Cat Holdings. Luckey, fondatore di Anduril, ha dichiarato che la sua azienda agisce convinta che la Cina possa andare avanti con i piani d’invasione di Taiwan, per agire nel 2027 e tale convinzione ha portato Anduril ad accelerare i tempi in modo che i sistemi d’arma che sta sviluppando siano pronti, consegnati e operativi entro il 2027.

Difesa, Silicon Valley e nuove strategie

Intervistato dalla stampa specializzata in Difesa, Luckey ha aggiunto: “La mia ipotesi potrebbe non concretizzarsi, ma immaginate quanto mi sentirei stupido se spendessi centinaia di milioni di dollari per costruire un nuovo sistema d’arma che già so non entrerà in servizio prima del 2030, ovvero dopo che si sarà presumibilmente verificata questa invasione, almeno secondo la maggior parte degli esperti.” La sua Anduril è un’azienda relativamente nuova nel settore della Difesa: il comparto ha la reputazione di essere “ad alta intensità di capitale” e di fare molto affidamento sui contatti governativi necessari per aggiudicarsi contratti federali. Questi due fattori lo rendono un settore difficile da penetrare. Anche se l’Esercito statunitense sta iniziando a cambiare il processo di richiesta di appalti federali poiché nel secondo mandato del presidente Donald Trump, il Pentagono dimostra di avere legami più stretti con le startup della Difesa della Silicon Valley, oltre che con i principali appaltatori militari.

Azioni in forte crescita

Di certo però le azioni delle aziende della difesa sono aumentate molto nel 2025 in seguito al ritorno di Trump alla Casa Bianca e all’escalation delle tensioni geopolitiche. E tra le aziende incluse nella lista delle sanzioni cinesi ci sono Northrop Grumman, cresciuta del 25% nel 2025, Leidos del 30%, L3 Harris del 40% e Vse salita di quasi il 90%. Nel 2025 General Electric Aerospace e il grande costruttore navale Huntington Ingalls sono entrambi cresciuti di poco meno del 90%. Nel frattempo, il produttore di armi tedesco Rheinmetall è cresciuto del 184% e la Elbit, azienda israeliana specializzata in droni, ha toccato incrementi del 125%. Movimenti che hanno fatto la felicità degli azionisti.

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