Sarà un’estate complicata. Tra record di voli, aumento di passeggeri, carenza strutturale di personale, difficoltà logistiche negli scali. Intanto le compagnie, in previsione dei picchi di traffico, cominciano a «rimodulare» i propri programmi. Ritardi, disagi e cancellazioni si moltiplicheranno.
Si entra in aeroporto come in una selva oscura. Ci si aggira fra i banchi del check-in e i gate con la speranza che la chimera della partenza (o, peggio, del ritorno) non riservi sorprese. Soprattutto questa estate si resta sempre più speso delusi e ci si trova catapultati in gironi infernali fra voli annullati da compagnie low cost, bagagli smarriti e ritardi interminabili.
L’ultimo annuncio è dieci giorni fa: easyJet ha cancellato il 2 per cento dei voli programmati nel terzo trimestre di quest’anno, quello in cui ce ne sono di più. Parliamo di 180 mila passeggeri per 1.700 viaggi complessivi, 134 dei quali riguardanti l’Italia. «Il 95 per cento è stato riprogrammato su voli alternativi. Al restante 5 per cento è stato offerto un rimborso», ha spiegato l’azienda low cost britannica. E il problema non si limita al vettore britannico: secondo quanto risulta a Panorama, altre compagnie si aggiungeranno a breve alla lista di chi decide di annullare i biglietti. Da Londra a Berlino, passando per Parigi e Madrid, questi mesi cruciali per il turismo vivranno una tempesta perfetta. Diversi i motivi. Innanzitutto il paradosso di un aumento considerevole di viaggiatori da una parte e la riduzione, di contro, dello spazio aereo a causa del conflitto in corso in Ucraina (parliamo addirittura del 20 per cento rispetto all’ordinario).
E ancora, boom di voli estivi, scioperi e carenza di personale. Una necessità che ha le sue origini strutturali nella corsa al contenimento delle spese di compagnie più o meno low cost, ma anche nella pandemia, quando centinaia di lavoratori furono licenziati per poi non essere più reintegrati. La parola definitiva sul tema la pronuncia Eurocontrol, che gestisce lo spazio aereo continentale, e ha evidenziato come per quest’estate siano in programma in tutt’Europa circa 33 mila voli al giorno, con un +8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Milioni di persone in più, dunque, transiteranno per gli aeroporti europei, che si rivelano tuttavia inadeguati all’aumento di traffico. Si tratta di una criticità di sistema che finisce con l’avere delle ricadute anche sul nostro Paese che, quantomeno, ha provato a ridurre i danni. «Anzi, dirò di più: l’Italia è l’unico Stato che nel periodo Covid ha adottato politiche di cassa integrazione e indennizzi salariali per gli operatori del settore. Questo ha consentito già l’estate scorsa di resistere molto meglio degli altri Paesi» afferma Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, l’ente che vigila su tutti gli aeroporti, i voli e i gestori. Di Palma aveva previsto in tempi non sospetti cosa sarebbe accaduto: «Durante la pandemia consegnai una relazione al governo dicendo che il Covid avrebbe seguito lo stesso andamento che si ebbe dopo l’attentato alle Torri Gemelle, una crisi a V: un crollo repentino e più o meno prolungato, cui sarebbe poi seguita una ripresa istantanea».
La previsione si è puntualmente avverata. Non è un caso che «quest’anno siamo l’unico Paese in Europa a superare il 2019 per arrivi e tratte, con punte importanti al Sud». A rincarare la dose ci pensa Carlo Borgomeo, presidente di Assoaeroporti, l’associazione italiana dei gestori aeroportuali: «Nei mesi di luglio e agosto è attesa una crescita ancora più significativa: secondo le stime dell’Agenzia nazionale per il turismo, in Italia ci saranno importanti flussi aerei, di cui circa l’80 per cento con passeggeri in arrivo dall’estero. Gli scali più affollati saranno in particolare quelli del Mezzogiorno e delle isole». Esempio: l’aeroporto di Palermo quest’anno passerà da cinque a otto milioni di passeggeri, «mentre Fiumicino, che già l’anno scorso di questo periodo era sui 120 mila passeggeri al giorno, oggi viaggia sui 150 mila». È impossibile, considerato l’afflusso, pensare che non ci saranno disservizi: «Dire il contrario sarebbe disonesto» conclude Di Palma.
È la cronaca di tutti i giorni, d’altronde, a evidenziarlo. Tenersi aggiornati minuto per minuto (o quasi) sul proprio volo attraverso i tabelloni online spesso è inutile, e la comunicazione a singhiozzo con le compagnie si rivela non di rado fragilissima. Le testimonianze sul tema sono centinaia e tutte rivelano una falla nel sistema. «Controllavo di continuo che tutto fosse regolare, e solo quando sono arrivata a Fiumicino ho scoperto che il mio volo per Cagliari era stato posticipato alla sera. Ho trascorso 12 ore a stazionare fra ristoranti e negozi. Tornare ad Arezzo, dove vivo, non aveva senso. Diciamo che la vacanza non è iniziata nel migliore dei modi, se avessi preso un traghetto avrei impiegato decisamente di meno» testimonia Martina Pirillo, architetto 35enne.
Non è andata meglio a una classe di Livorno in partenza per Londra, che ha scoperto la cancellazione dell’aereo da Pisa la mattina all’alba, ormai in aeroporto. «Ci hanno riprotetti, come si dice in gergo, il giorno dopo da Roma. È stato un disastro. Immaginate la confusione di partire con 20 ragazzi e trovarsi in balia di imprevisti del genere» lamenta Virginia Roccia, insegnante delle scuole medie. E se in volo la situazione è profondamente critica, anche a terra le cose non vanno molto meglio. «Ho aspettato quattro ore la valigia. Praticamente ci ho messo più a ritirare il bagaglio che a fare il viaggio dal divano di casa dei miei genitori in Sicilia, al mio in Toscana. Sembra una follia, ma è quello che mi è capitato grazie a un volo low cost da Trapani a Pisa» racconta Marcello Aprile, studente di ingegneria. Non si tratta di un caso sporadico. La scarsità di personale ha prodotto cortocircuiti esemplari. Uno su tutti: a Malpensa il buco in organico crea interminabili code per la riconsegna bagagli. La corsa al personale è scattata, e si è concretizzata in un bando per la ricerca di sette addetti. Peccato che la candidatura dovrà essere presentata entro la fine di settembre, quando ormai l’emergenza estiva sarà passata.
A questi disservizi si aggiungono anche problematiche prettamente italiane, come sottolinea il presidente della commissione Trasporti a Montecitorio, Salvatore Deidda, che dal suo insediamento ha avviato un’indagine conoscitiva sul trasporto aereo. Se la ripresa del mercato turistico da una parte non può che giovare all’economia, dall’altra «fa aumentare i prezzi di biglietti che vanno letteralmente a ruba e le compagnie, tra aerei in manutenzione, equipaggi e personale da integrare, unitamente alla richiesta di nuovi aerei con sistemi che abbattano la CO2, causa ritardi e a volte cancellazioni». È una situazione che, peraltro, «penalizza troppo la continuità aerea nazionale soprattutto per residenti, emigrati, lavoratori, chi viaggia per motivi di salute e anche per il turismo interno. Per assurdo costa meno un viaggio internazionale che andare da Cagliari e Milano. Inaccettabile».
La situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi: pochi giorni fa a minacciare l’ennesima ondata di scioperi sono stati proprio i controllori del traffico aereo europeo. Numeri alla mano, fino a 12.600 voli al giorno potrebbero essere ritardati o cancellati in tutta Europa. L’ingorgo si trasforma così in condizione permanente.