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Rifarsi una vita fuori dalla «Casa di Carta»

Rifarsi una vita fuori dalla «Casa di Carta»

Gli attori-rapinatori, diventati famosi grazie a Netflix, sono i volti su cui Hollywood punta per nuove serie tv e film in sala. Guida a dove rivedremo (prossimamente) Tokyo, Berlino, il Professore e tutto il resto della banda.


Come Lost e Il trono di spade, due serie tv cult che hanno trasformato attori poco conosciuti in star non solo della tv, ma anche del cinema, La casa di carta vive quel fenomeno ironicamente definito «di impollinazione», che esploderà pienamente quando sarà finita e i protagonisti potranno accettare tutte le proposte che ricevono, senza limiti di disponibilità: stanno, infatti, per cominciare le riprese della terza stagione, divisa come le altre in due parti, finora rimandate per il Covid-19, che ha anche colpito una delle attrici, Itziar Ituño, alias Lisbona nella fiction. Molti di loro, interpretando personaggi amabili o odiosi, sono diventati all’improvviso popolarissimi e super richiesti.

Non è certo per galanteria che bisogna cominciare con Úrsula Corberó, 32 anni ad agosto, l’imprevedibile e pericolosa Tokyo, che è anche la voce narrante dello show. Ex modella (Tampax, Calzedonia, Bulgari), ma sempre con l’ambizione di diventare attrice. La prossima fermata è nientemeno che Hollywood. Sarà la coprotagonista del terzo episodio di G.I. Joe che funziona anche da reboot, nel ruolo della seducente quanto letale Baronessa, tutina attillata e artista marziale, che nel primo film era stata interpretata dall’inglese Sienna Miller. Anche se ne La casa di carta è stata paragonata a una rombante Maserati, si è molto arrabbiata quando qualche spettatrice l’ha accusata di anoressia (è alta 1 metro e 63 centimetri, magrissima).

E le hanno dato pure della «milf», perché il suo innamorato di finzione è giovanissimo, Miguel Herrán, appena 24 anni, nome in codice Río, un super hacker. Lui è anche in un’altra serie Netflix, Elite (insieme a Jaime Lorente, cioè Denver), e poi nel film Hasta el cielo, un thriller atteso in autunno.

Fra i personaggi maschili due però spiccano sugli altri, totalmente antitetici: Il Professore e Berlino, gli ideatori delle straordinarie rapine della serie. Il Professore è Alvaro Morte, cognome che non si dimentica, 45 anni, geniale ma un po’ imbranato nei rapporti interpersonali. Tutto il contrario che nella vita, dove è sposato e felicissimo padre di due gemelli, Leon e Julieta, con la moglie Blanca, con cui ha fondato la compagnia teatrale 300 pistolas.

Nel 2016 ebbe il coraggio di licenziarsi da Il segreto, una soap opera popolarissima. Fu poi scritturato per La casa di carta. Morte sarà uno dei protagonisti di The Head, miniserie thriller in sei episodi prodotta dal colosso dello streaming Hulu e dall’emittente statunitense Hbo. E avrà un ruolo importante anche in The Wheel of Time, serie tv fantasy in fase di sviluppo da parte di Amazon e ispirata ai best seller di Robert Jordan.

Berlino è l’opposto: faccia da schiaffi, sfrontato, sadico e manipolatore al limite della psicopatia, andrebbe detestato invece è amatissimo. Merito del fascino di Pedro Alonso, 49 anni, 2,7 milioni di follower su Instagram, un vero intellettuale che è anche ballerino e pittore. Predilige i personaggi ambigui e cattivi «perché non hanno limiti». Si è trasferito a Parigi e si è preso un periodo sabbatico per scrivere (e illustrare) El libro de Felipe, fra l’autobiografia e il romanzo iniziatico, in cui racconta la sua precedente vita come soldato romano.

Un caso a sé è invece Arturo Roman, detto Arturito, direttore della Zecca di Stato, dove avviene il primo colpo. Vigliacco, viscido, sessista (maltratta la segretaria Monica, incinta di suo figlio, finchè lei non decide di associarsi alla banda col nome Stoccolma), è disprezzato da tutto il pubblico, eppure popolarissimo. E il suo interprete, Enrique Arce, 47 anni, è finito a Hollywood per Terminator- Destino oscuro. Ora ha già girato la serie storica Inés of My Soul (tratta dal romanzo di Isabel Allende), il film comico Amor en polvo e il musical El rey de todo el mundo di Carlos Saura.

Uno dei tanti motivi del successo della serie è sicuramente l’abbondanza di personaggi femminili, inusuale per un thriller d’azione. Donne soggetto, per niente oggetto. Pianta la recente perdita di Nairobi, gli spettatori scommettono su cosa farà il tosto ispettore Alicia Sierra che nell’ultima scena in onda ha rintracciato il Professore e lo minaccia con la pistola (la interpreta l’attrice e cantautrice Najwa Nimry, madre basca e padre giordano, che è nella serie Vis a Vis: El Oasis, proprio insieme ad Alba Flores, cioè Nairobi, e anche nel thriller Disforia). In più c’è da tenere d’occhio Manila, la cugina transessuale di Denver, nascosta fra gli ostaggi (è la premiatissima Belén Cuesta, che ha pronto il film Hasta que la boda nos separe).

Un esempio lampante di «Casa di carta mania»? Perfino Salvador Dalì, la cui maschera indossata dai rapinatori è diventata un’icona dello show in tutto il mondo, insieme alla tuta rossa e alla canzone Bella ciao, è richiestissimo. Le sue due ultime apparizioni cinematografiche sono fra le più cliccate online: nel film Midnight in Paris di Woody Allen (2011), col volto di Adrien Brody, e in Little Ashes (2008), nella versione più giovanile di Robert Pattinson.

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