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Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro

Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro

Nel centro d’élite dei Pirenei si allena la futura élite dello sport. Ma dietro le medaglie, si nasconde un sistema spietato. La serie Olympo è disponibile dal 20 giugno su Netflix

Tra le serie più attese dell’estate, Olympo è arrivata su Netflix il 20 giugno 2025, portando con sé molto più di un semplice racconto sportivo. Questo teen drama spagnolo, ideato da Jan Matheu, Laia Foguet e Ibai Abad, e prodotto da Zeta Studios (gli stessi dietro Élite), è composto da otto episodi che fondono thriller psicologico, dramma sportivo e critica sociale. Ambientato in un esclusivo centro sportivo tra le vette dei Pirenei, Olympo non si limita a raccontare gare e allenamenti, ma affronta senza filtri il lato oscuro dell’ossessione per la vittoria.

Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro
Olympo, il lato oscuro dello sport e delle medaglie d’oro

La serie scava nel cuore del sistema che forma le eccellenze atletiche, mostrandone le crepe. Quando il successo diventa un dovere, e non più una scelta, il prezzo da pagare può essere devastante. Olympo si presenta come un racconto necessario, destinato a far riflettere tanto i giovani atleti quanto gli adulti che li guidano o li osservano da lontano. “Cosa significa davvero essere i migliori?” è la domanda che serpeggia in ogni episodio, senza mai offrire una risposta semplice.

Olympo, la trama

La serie è ambientata al CAR Pirineos, un centro d’élite incastonato tra le montagne, dove i migliori giovani atleti della Spagna vengono selezionati per formare l’élite sportiva del futuro. Un luogo apparentemente perfetto, dove l’eccellenza è la norma e ogni debolezza deve essere eliminata. È qui che incontriamo Amaia Olaberria (Clara Galle), capitana della nazionale giovanile di nuoto sincronizzato, brillante, metodica, completamente devota al suo sogno olimpico. Cresciuta in un contesto dove il valore si misura in medaglie e performance, Amaia sembra essere l’atleta ideale.

Ma tutto cambia quando Núria Bórgues (María Romanillos), la sua migliore amica e compagna di squadra, inizia a superarla in ogni prova. La leadership di Amaia vacilla, e con essa le sue certezze. I miglioramenti anomali di Núria, fisici e mentali, fanno emergere dubbi inquietanti. Non si tratta solo di rivalità sportiva: qualcosa di più oscuro sta accadendo nel centro.

Il CAR, dietro la facciata istituzionale, nasconde un progetto segreto per creare “atleti perfetti”. Tecniche di controllo mentale, sostanze non autorizzate, manipolazioni psicologiche: tutto viene messo al servizio della vittoria, con la complicità silenziosa di allenatori, psicologi e medici. Amaia si ritrova immersa in un incubo claustrofobico dove il confine tra disciplina e abuso diventa sempre più sottile. Inizia così un doloroso percorso di consapevolezza, in cui la protagonista dovrà mettere in discussione tutto ciò in cui ha creduto: l’etica dell’agonismo, la fiducia nei mentori, persino il significato del proprio corpo.

I protagonisti

Amaia Olaberria è il fulcro emotivo e narrativo di Olympo. Forte, disciplinata, apparentemente invincibile, dietro la sua immagine impeccabile si cela un universo di ansie da prestazione, disturbi alimentari e crisi identitarie. Clara Galle offre un’interpretazione intensa, capace di restituire la complessità psicologica di un personaggio costantemente in bilico. Attraverso visioni oniriche, blackout improvvisi e allucinazioni acquatiche, lo spettatore vive la frattura interiore di una giovane atleta costretta a negarsi per sopravvivere al sistema.

Núria Bórgues è la figura più ambigua della serie. Amica d’infanzia di Amaia, inizialmente è il suo punto di riferimento, ma il suo repentino cambiamento la trasforma in un’antagonista enigmatica. La sua obbedienza cieca al sistema, la freddezza crescente, la rendono tanto affascinante quanto inquietante. María Romanillos riesce a incarnare questa doppiezza con una recitazione magnetica, giocando abilmente con il contrasto tra empatia e distanza.

Cristian Delallave (Nuno Gallego), invece, introduce la tensione maschile in questo mondo di disciplina assoluta. Carismatico e potente, ma segnato da un’inquietudine profonda, rappresenta l’archetipo dell’atleta sedotto dal successo facile. Il suo rapporto con Amaia – sospeso tra attrazione, fiducia e sospetto – riflette il caos emotivo in cui tutti i protagonisti sono immersi.

Attorno a loro ruotano altri giovani atleti, ognuno con la propria disciplina, la propria voce e le proprie fragilità, rendendo il racconto corale e sfaccettato.

Olympo, la trasformazione di Clara Galle

Olympo affronta con realismo le zone grigie dello sport competitivo. Doping, favoritismi, manipolazione psicologica, disturbi alimentari e stress estremo vengono mostrati non come eccezioni, ma come elementi sistemici.

Clara Galle ha rivelato di aver dovuto trasformare fisicamente il proprio corpo per il ruolo di Amaia, aumentando la massa muscolare: un processo che riflette uno dei messaggi centrali della serie, ovvero il diritto a un corpo imperfetto, reale, non omologato.

Le relazioni interpersonali sono altrettanto cruciali. Le amicizie si spezzano sotto il peso della competizione, gli amori diventano rifugi o strumenti di controllo, le alleanze mutano in tradimenti. La relazione tra Amaia e Núria, costruita su anni di fiducia, si trasforma in una ferita aperta.

Il CAR Pirineos richiama volutamente l’Olimpo del titolo: un luogo di élite, inaccessibile, dove la perfezione è promessa ma a un costo disumano. Dietro la retorica della meritocrazia si cela un meccanismo spietato che premia solo chi si piega alle regole, e cancella chi mostra fragilità.

Olympo, ci sarà una seconda stagione?

La prima stagione di Olympo si chiude con una parziale risoluzione, ma lascia numerose domande aperte: Che fine fanno i ragazzi dopo che lo scandalo esplode? Ci sarà un’indagine ufficiale sul CAR? Chi finanzia davvero il progetto degli “atleti potenziati”? E soprattutto: Núria è davvero una vittima, o è parte del sistema?

Netflix non ha ancora annunciato ufficialmente il rinnovo, ma l’impatto della serie, unito all’ottimo riscontro di pubblico, fa ben sperare.

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