Addio ai ladri antieroi della rapina alla Banca di Spagna e agli zombie di The Walking Dead. Tra i nuovi arrivi c’è Nicole Kidman con il thriller Nine Perfect Strangers e la commedia noir di Steve Martin Only murders in the building. Una guida al meglio da vedere in streaming.
Una sola è la parola d’ordine per la stagione a venire: streaming matto e disperatissimo. Non importa il dove e nemmeno il quando vedere una serie, ma solo come: tv, tablet, smartphone o computer. La ripresa della programmazione dell’intrattenimento digitale, fra fine di agosto e metà di settembre, sembra confermare un cambiamento in atto da tempo. Non è più la tv generalista a suscitare attesa. A produrre frenesia – «hype», si direbbe in pubblicità – sono le piattaforme online, ormai numerosissime. Accanto a Netflix e Amazon Prime Video, che un tempo si dividevano il monopolio del settore on demand, sono arrivate Apple Tv+, Starzplay, Disney+, che ha saputo portare in Italia (anche) l’americano Star, servizio nel servizio. In attesa di capire come si inserirà nella competizione fra giganti Paramount+, colosso pronto ad approdare in Italia con oltre 10 mila ore di contenuti e un’app dedicata su SkyQ, Panorama ha selezionato le migliori serie tv in arrivo. Ecco alcune anticipazioni.
Il Professore va alla guerra
C’è una pistola puntata alla fronte del Professore, una bomba minaccia l’ingresso della Banca di Spagna. La Casa di Carta nel suo gran finale toglie alla banda ogni certezza. Non, però, il coraggio. «Ci hanno messo alle corde, ma non siamo ancora morti» è l’urlo di un gruppo deciso a promettere, a sé e al pubblico, di sfidare l’autorità: una potenza, economica e bellica che, già nel trailer della serie appena mandato in onda, si rivela come mai prima. La Casa di Carta, la cui quinta e ultima stagione debutterà online il 3 settembre per concludersi, con la seconda tornata di episodi, il 3 dicembre, riprende laddove tutto si è interrotto. La banda messa in piedi dal Professore, ossia ladri nascosti ognuno dietro il nome di una città, è vittima di eventi che paiono fuori controllo.
La Banca di Spagna, dove il gruppo si è rinchiuso insieme agli ostaggi, è sotto l’assedio dell’esercito. Fuori dalle porte ci sono carrarmati blindate, bombe e cecchini. Dentro, il caos. Tokyo, Denver, Rio, i pochi superstiti di una lotta che ha fatto morti e feriti, sono soli. Il Professore è stato stanato da Alicia Sierra, ispettrice di polizia. La Spagna è agitata da un fremito contraddittorio: sono ladri o eroi gli individui in rosso? L’esercito spinge, l’ingresso della Banca di Spagna cede sotto il fuoco della legge. Ma quel che accade all’interno dell’edificio, dove la banda dovrebbe essere stremata e impaurita, non è ciò che si potrebbe pensare. Un’ultima battaglia, prima di dichiarare conclusa la guerra, attende i fedelissimi del Professore. Ma, questa volta, non ci saranno stalli: solo morti e vincitori. E la serie da cervellotica si trasforma in un war movie d’azione.
Quella pericolosa sconosciuta di Nicole Kidman
Chi abbia visto e apprezzato Nicole Kidman in Big Little Lies, adattamento televisivo di uno fra i romanzi di Liane Moriarty, non potrà simulare indifferenza di fronte a Nine Perfect Strangers (dal 20 agosto su Amazon Primevideo), storia che alla Kidman Kidman conferma, se mai ce ne fosse bisogno, la potenza granitica e algida della «donna perfetta». L’attrice, ormai decisa – o così pare – a trovare nel mezzo televisivo una sua nuova età dell’oro, nella serie interpreta Masha Dmitrichenko, una creatura all’apparenza angelica, con capelli biondi e abiti chiari intonati al pallore lunare. Masha è luce, e del calore di cui è capace ha voluto fare una professione, a tratti mistica.
La donna ha infatti convogliato le proprie energie in Tranquillum House, un’oasi nella natura dove la promessa è una sola: riconquistare la pace e l’armonia che la vita spesso preclude. Gli ospiti, dunque, non sono (solo) estranei paganti, ma anime da salvare, cui restituire un’esistenza nuova. Personaggi in vista, professionisti affermati, individui in cerca di un altro inizio. Masha Dmitrichenko, a fronte di una retta cospicua, accoglie chiunque senta l’esigenza di ricominciare. Ma, dietro l’apparente calma della direttrice, non si agita il fuoco sacro dell’impegno umanitario. A muovere Masha Dmitrichenko è altro: un meccanismo oscuro di cui i suoi clienti, fanno presto le spese.
La morbosità del voyeurismo
Non c’è un’unica descrizione che possa raccontare Only murders in the building, su Star (piattaforma Disney+) dal 31 agosto. La serie tv è il frutto, a tratti comico, a tratti cupo, di una volontà parodistica: mettere alla berlina chi si nutre di ricostruzioni di nera, di voyeurismo, di curiosità morbosa che la televisione ha alimentato. Lo show racconta la morte di un cittadino newyorchese, trovato senza vita nel proprio appartamento.
La polizia ne archivia il decesso come casuale, ma tre sconosciuti – Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short – ritengono ci sia altro dietro quell’improvvisa scomparsa. Forse il disegno di un pazzo omicida. Così, armati ciascuno della conoscenza investigativa che credono di aver ottenuto grazie ai podcast e agli speciali di nera visti in tv, i tre si ritrovano a indagare. Quello che ne emerge sono i loro segreti, ingigantiti dalle bugie che il gruppetto si racconta, magari per mascherare il proprio coinvolgimento in ciò che potrebbe davvero essere un raccapricciante assassinio.
Chi fermerà il dottor morte?
Una storia senza finzione, cruda come solo la cronaca sa essere. Dr. Death, disponibile in Italia dal 12 settembre su Starzplay, è la ricostruzione (da una storia vera) dei crimini commessi da una mente malata, Christopher Duntsch, che i giornali hanno poi ribattezzato «Dottor Morte». Un medico che voleva portare a termine un esperimento di neurochirurgia, ma dei pazienti scelti per i suoi test, troppi rimasero mutilati. Alcuni addirittura morirono.
Entravano in sala operatoria per interventi ordinari e ne uscivano menomati: uno, due, 30… Al punto che altri medici dello stesso ospedale hanno iniziato a porsi domande. «Sono qualcosa tra Dio, Einstein e l’Anticristo» avrebbe confessato Duntsch al proprio assistente, prima che, nel 2013, gli fosse revocata la licenza. Oggi è in carcere a Dallas con una condanna all’ergastolo. Duntsch ha nella serie tv il volto di Joshua Jackson. Nella parte dei colleghi determinati a fermarne la follia, Christian Slater e Alec Baldwin.
Il fascino della diretta
Jennifer Aniston, Reese Witherspoon, Steve Carell. I tre protagonisti, da soli, varrebbero l’intera esperienza di visione. Ma The Morning Show, la cui seconda stagione sarà rilasciata su Apple Tv+ con un episodio a settimana dal 17 settembre, non è unicamente una serie ricca di blasoni. Lo show, storia di quel che accade davvero all’interno di una redazione televisiva, è il racconto cinico di un mondo professionale in cui labile è il confine tra ambizione e disonestà.
Steve Carell, giornalista del programma che ogni mattina ha il compito di svegliare l’America, è destituito: uno scandalo sembra aver messo fine alla sua carriera. Per rimpiazzarlo, la Uba, network immaginario, chiama Reese Witherspoon, la cui fame di successo mal si adatta al lavoro di squadra. La Witherspoon avrebbe dovuto essere la spalla di Jennifer Aniston, storica co-conduttrice dello show mattutino. Ma quel germe che è l’arrivismo l’ha accecata, portandola a confondere (forse) irrimediabilmente professione e vita privata.
Fine dei morti viventi
È il gran finale, o quantomeno l’inizio della fine. The Walking Dead (giunto alla sua undicesima stagione, dal 23 agosto su Disney+) è la storia quanto mai attuale di un’epidemia virale diventata Apocalisse. In quest’ultima serie la produzione ha deciso di porre un freno alla lotta tra zombie ed esseri umani per focalizzarsi su nuovi conflitti. I sopravvissuti, determinati, nonostante le risorse ormai esigue, a ricostruire una propria comunità, non sono, però, gli eroi designati alla vittoria. Il finale dello show, 24 episodi suddivisi in tre blocchi, per una messa in onda che terminerà ufficialmente nel 2022, segue l’ombra fosca di future minacce. Altri pericoli e bande pronte a farsi nemiche in una guerra per la vita dove la tradizionale (e retorica) dicotomia tra Bene e Male non può più nulla.