Home » Tempo Libero » Tecnologia » Cos’è il Flick, la nuova unità di misura inventata da Facebook

Cos’è il Flick, la nuova unità di misura inventata da Facebook

Cos’è il Flick, la nuova unità di misura inventata da Facebook

Più piccolo di un microsecondo, più grande di un nanosecondo: il nuovo riferimento agevolerà chi lavora sui contenuti audio e video

La notizia per il momento interessa a pochi, ma fra qualche anno – forse – ne parleranno tutti. Facebook, o meglio il team che lavora su Oculus, ha creato una nuova unità di misura, il Flick, corrispondente a 1/705.600.000 di secondo. Praticamente poco più di un nanosecondo. 

Si tratta di una convenzione che dovrebbe aiutare tutti i programmatori che lavorano su contenuti audio e video, e in particolare chi fa operazioni legate alla codifica, alla produzione e all’esportazione di audio e video. 

Alla base dell’utilizzo del Flick c’è infatti la necessità di avere un numero divisibile per i principali parametri che definiscono gli standard del mondo digitale: si pensi ai 24 fotogrammi al secondo dei film, ad esempio, oppure ai 120 hertz delle tv, o ai 44.1 KHz delle frequenze di campionamento audio.

Un numero divisibile per i formati digitali

Di norma, questi numeri quando vengono ridotti a frazione danno un risultato decimale, a volte periodico, che per comodità viene tagliato dopo la virgola: così il fotogramma cinematografico, pari a 1/24esimo di secondo, equivalente a 0.0416666666666666, viene approssimato per eccesso a 0.04167 secondi, un numero più facile da ricordare ma impreciso.

Con l’utilizzo del Flick, invece, si potrà arrivare a un risultato intero, senza approssimazione, dunque esatto: un ventiquattresimo di secondo equivarrà così a 29,400,000 Flick, 1/120esimo a 5,880,000 Flick, 1/44,100esimo a 16,000 Flick, e così via.

Una scelta di precisione (e semplicità)

Insomma, sebbene più difficili da ricordare (non fosse altro per la loro lunghezza), i Flick sono più comodi, soprattutto quando vengono combinati fra di loro. “I computer amano i numeri primi”,  spiega Devin Coldewey, dalle pagine di TechCrunch, sottolineando la grande semplificazione che questa nuova unitià di misura porterà in dote a tutto il settore dell’editing audiovisivo.

Gli fa eco Matt Hammond, lead research engineer presso BBC Research and Development che evidenzia come “utilizzare numeri non interi possa portare all’accumulo di errori e dunque a imprecisioni che possono essere notate“.

Per saperne di più

© Riproduzione Riservata