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Trump premia i Kiss, la band che incarna il sogno americano

Trump premia i Kiss, la band che incarna il sogno americano

Perché il Presidente ha conferito alla band in maschera il più alto riconoscimento artistico degli States

Che il Presidente degli Stati Uniti abbia deciso di premiare i Kiss con il più alto riconoscimento artistico americano non è soltanto una notizia musicale. Il Kennedy Center Honors (la cerimonia si svolgerà il 7 dicembre) riconosciuto alla band newyorkese è, un gesto altamente simbolico che interseca storia del rock, cultura popolare, politica e senso dell’identità nazionale. Per tante ragioni.

La prima è che premiare i Kiss significa dare un riconoscimento ufficiale a un certo modo di intendere l’America. Gene Simmons, Paul Stanley Ace Frehley (deceduto lo scorso 16 ottobre) e Peter Criss hanno creato dal nulla, nei primi anni Settanta, una band che nel corso del tempo si è trasformata in pura mitologia a stelle e strisce sviluppando un brand vincente fatto di teatralità, capitalismo creativo e spirito da self made man.

I Kiss hanno veduto cento milioni di album, hanno conquistato più dischi d’oro di qualsiasi altro gruppo americano, scritto canzoni che sono, piaccia o meno ai detrattori, nella storia del rock and roll, ma soprattutto sono diventati l’emblema dell’idea di spettacolo totale. I volti mascherati, gli spettacolari effetti pirotecnici durante i concerti, una cultura del merchandising impressionante e una fan base estremamente fedele e solida (la Kiss Army) sono gli ingredienti di un marchio che è diventato patrimonio collettivo.

Una filosofia che ha trovato come figura di riferimento il bassista-cantante Gene Simmons, nato in Israele e trasferitosi da bambino a New York con la madre, sopravvissuta all’Olocausto. Entrambi a digiuno di inglese e dello stile di vita americano.

L’onoreficenza conferita da Trump ha dunque più significati: è un premio a 50 anni di carriera e all’impatto culturale che i Kiss hanno avuto stravolgendo le regole di presenza scenica e di contaminazione tra la musica e il business. Basti pensare al Kiss Mini Golf di Las Vegas, un’attrazione indoor con 18 mini buche a tema rock and roll, che ospita anche un museo dei Kiss, una cappella matrimoniale e un negozio di souvenir. E poi, ancora, una linea di merchandising senza precedenti che annovera, oltre a cappellini e t shirt, palle da bowling, spaghetti, preservativi, bibite marchiate Kiss, carte da gioco (il Kiss Poker Set), un gioco da tavolo ribattezzato Kissopoly e, addirittura, una bara decorata con i volti dei Kiss per i fan più fedeli.

Dal punto di vista musicale i Kiss in cinquant’anni di storia hanno attraversato tutti i generi musicali cambiando stile e direzione più volte (complici anche i vari cambi di formazione), passando dal rock and roll all’hard rock, attraversando i sentieri della disco music (I was made for lovin’ you), incidendo un concept album (The Elder) in bilico tra arrangiamenti orchestrali, spunti progressive rock e cori maestosi, e poi ancora dischi di chiara matrice heavy negli anni Ottanta (Animalize) e Novanta (Revenge), fino all’album della reunion dei quattro membri originali (Psycho Circus), per chiudere con il muro di suono di Sonic Boom e Monster. Tra gli album dal vivo, quelli passati alla storia sono Alive I, Alive II, Kiss Symphony e Mtv Unplugged.

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