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Merk & Kremont: «Come si crea una hit di successo

Merk & Kremont: «Come si crea una hit di successo

Deejay, produttori e artisti, Federico Mercuri e Giordano Cremona sono i rappresentanti di una generazione che realizza pezzi dal salotto di casa. Anzi, dalla cantina di viale Monza a Milano. Dai loro mixer sono usciti brani famosi di Rovazzi, Ghali, Loredana Berté e J-Ax.


Hanno meno di 30 anni e tre carriere di successo in corso, Federico Mercuri e Giordano Cremona, in arte Merk & Kremont, un brand italiano che ha conquistato le classifiche dance di tutto il mondo. Deejay, produttori e artisti (il loro ultimo singolo, She’s wild, ha come vocalist il cantautore londinese The Beach), Federico e Giordano (figlio del comico illusionista, Raul Cremona) sono a pieno titolo esponenti di una generazione che le hit le fabbrica in casa. Per la precisione, in una cantina di viale Monza, a Milano… «Dove abbiamo iniziato a fare musica con i software» ricorda Kremont.

«La prima produzione, quasi un gioco, è stata un brano del trio milanese Il Pagante. Poi, un po’ per inesperienza, un po’ per mancanza di reali contatti con il mondo discografico, abbiamo iniziato a produrre gente che non sapeva cantare e che comunque non lo faceva ancora di professione. Tra cui Rovazzi, che era il nostro videomaker. Gli chiedemmo di realizzare il videoclip di un nostro pezzo, Up & Down. Lui accettò, ma a una condizione: “In cambio del video mi regalate la base per una canzone”. Così è nata Andiamo a comandare» raccontano.

«Abbiamo poi collaborato con lui in altri due brani: Tutto molto interessante e Senza pensieri con Loredana Bertè e J-Ax» spiega Merk. «Good Times, che oggi tutti conoscono come una hit di Ghali, è in realtà un nostro pezzo, che in origine avremmo voluto pubblicare come Merk & Kremont, ma quando Ghali l’ha sentita se ne è innamorato, e così l’ha fatta sua».

Un tempo, quando i dischi li incidevano band di musicisti, i producer erano i veri registi del sound di un disco: sceglievano con cura maniacale gli studi di registrazione, gli strumenti, l’approccio alle canzoni e il modo in cui inciderle. Nell’era digitale tutto avviene con un laptop. I brani si producono a casa, in aereo, in albergo. Un altro mondo, dove però il tocco del producer continua a fare la differenza: «Il nostro ingrediente “segreto” è la linea del basso. Noi partiamo sempre da lì, dal giro di basso, perché è quello che dà la spinta, che ti fa muovere quando ascolti una canzone. L’altra specialità della nostra “ricetta” per una hit dance è la cassa in battere, come in Andiamo a comandare e Good Times. Bum, bum bum… È un approccio alla ritmica molto europeo, che sta agli antipodi del reggaeton» affermano.

Dalla cantina milanese al mondo con l’inseparabile valigetta da deejay. L’altra faccia del music business per Merk & Kremont, che dal mondo delle star della consolle hanno sempre ricevuto importanti riconoscimenti. «Avicii ci ha contattato dopo un tour trionfale da deejay in Asia. Atterrati a Milano, e ancora stravolti per il fuso orario, riceviamo una chiamata dal nostro manager: “Avicii chiede un remix fatto da voi del suo brano Without You. L’unico problema è che gli serve per domattina… Così, dopo 20 ore di volo, ci siamo fiondati in studio e ci siamo rimasti tutta la notte» ricorda Merk. «Bob Sinclair, uno dei pesi massimi di questo ambiente, lo abbiamo conosciuto a casa di Gianluca Vacchi a Ibiza. In quell’occasione, a sorpresa, ci ha chiesto di remixare una sua traccia. Un grande onore» prosegue Kremont.

È la combinazione virtuosa tra la musica studiata sullo spartito e l’attitudine tecnologica al suono il fattore vincente della loro collaborazione: «Ho preso lezioni di pianoforte per 15 anni e so strimpellare la chitarra» racconta Kremont. «Detto questo, per produrre un brano di musica elettronica non serve suonare qualcosa, ma indubbiamente saper mettere le mani su un pianoforte allarga gli orizzonti e aiuta l’ispirazione. Merk, invece, si occupa più di sonorità e arrangiamenti. Insieme funzioniamo bene perché in fondo produrre una canzone è un po’come dirigere un’orchestra, nel senso che bisogna saper bilanciare, pesare con cura tutti gli ingredienti del pezzo».

A chi pensa che il lavoro di deejay abbia una data di scadenza, Merk & Kremont rispondono citando la storia e la passione per la musica di un uomo, il padrino della disco music, che a 80 anni infiamma ancora i dj-set. «Giorgio Moroder, un mito, un genio. Ci siamo esibiti in consolle prima di lui a Firenze. Siamo rimasti colpiti da quanto sia ancora in forma: non voleva più scendere dal palco. Ecco, lui ha indicato la strada. E per noi sarebbe un sogno seguire i suoi passi…» sottolineano all’unisono.

Un’ultima curiosità: chi ascolta in anteprima le vostre canzoni? «Le nostre nonne. Se le apprezzano loro, ci sono ottime chance che piacciano a tutti».

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