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Le ARTMS e il volo di “Club Icarus”: quando il dolore diventa arte

Le ARTMS e il volo di “Club Icarus”: quando il dolore diventa arte

Dietro le luci accecanti delle metropoli e i grattacieli che sfidano il cielo, si nascondono ferite silenziose, invisibili agli occhi ma mai al cuore. Le ARTMS tornano con Club Icarus, un album che non teme di guardare negli angoli più bui dell’anima, trasformandoli in un rifugio digitale per chi si sente perso, isolato, ferito. Non è solo un progetto discografico: è una dichiarazione di resilienza, una mano tesa a chi, in mezzo al frastuono del mondo, ha bisogno di ricordare che persino dalle cicatrici può nascere bellezza.

L’album si apre con “Club for the Broken”, una porta socchiusa su un club immaginario dove la fragilità non è un difetto, ma un linguaggio condiviso. È qui che le ARTMS invitano chi porta dolori invisibili a essere visto, ascoltato, compreso. Ma è con “Icarus”, title track ispirata al mito greco, che il gruppo si spinge oltre: là dove il racconto di Icaro ammoniva contro l’ambizione e la caduta, le ARTMS riscrivono la leggenda trasformandola in rinascita. Un pianoforte che si intreccia con beat stratificati, un crescendo che vibra di speranza: cadere, qui, non significa fine ma nuovo inizio.

Il video musicale di “Icarus”, firmato da Digipedi, non è solo un visual ma un’estensione del brano stesso. Tra coreografie contemporanee e immagini minimaliste, HeeJin, HaSeul, Kim Lip, JinSoul e Choerry si muovono come un’unica creatura, raccontando con il corpo ciò che la voce suggerisce. La forza delle ARTMS sta proprio qui: nell’essere sempre un passo oltre la K-pop formula, nell’osare contaminazioni estetiche e sonore che le consacrano come una delle realtà più artistiche della scena attuale.

E se “Obsessed” parla di quella tensione quotidiana che spinge a ripetere gesti compulsivi – cibo, shopping, relazioni – lo fa con una delicatezza che non giudica ma abbraccia, trasformando l’ossessione in una confessione collettiva. Poi arriva “Goddess”, con il suo hyperpop essenziale, interamente in inglese, che HeeJin firma con una maturità da fuoriclasse. È il pezzo che cattura l’essenza del 2025: parole rare, spazi vuoti che urlano più di mille frasi.

“Verified Beauty” è un manifesto: l’abbandono dell’adolescenza pop e l’ingresso in una nuova stagione, dove la bellezza è definita dalle stesse artiste, lontano dai diktat dell’industria. A chiudere, “BURN”, il ponte tra ieri e oggi: il passaggio da LOONA a ARTMS, un addio che è anche un incendio creativo. Dopo sei anni, le cinque sono pronte a bruciare tutto ciò che le imprigionava e a volare con nuove ali.

Con Club Icarus, le ARTMS non solo firmano un album, ma aprono un universo dove la vulnerabilità diventa forza e le storie di dolore si trasformano in estetiche di luce. È un invito silenzioso, ma potentissimo: persino nelle ombre di una città che corre, esiste un luogo dove guarire insieme.

Panorama.it ha parlato con loro in esclusiva.

Potete presentarvi e raccontare una cosa che avete scoperto l’una dell’altra da quando avete iniziato questo nuovo percorso come ARTMS?

JinSoul: Ciao, sono JinSoul delle ARTMS 🙂 Ho scoperto che Choerry ha una memoria davvero incredibile! Di solito non compro mai la pizza per me stessa, e mi ha sorpresa il fatto che lei se lo ricordasse. Mi ha davvero toccata. Hehe.

Choerry: Ciao! Sono Choerry, la maknae solare delle ARTMS! Ho capito che HeeJin unnie è la più affettuosa del gruppo e non si vergogna mai di dimostrarlo.

HeeJin: Ciao! Sono HeeJin delle ARTMS. Durante le promozioni di “Icarus” ho scoperto che JinSoul unnie è un’attrice straordinaria! Diceva sempre che la recitazione non era il suo forte, ma guardando il video musicale sono rimasta sorpresa da quanto fosse brava. È incredibile anche nell’esprimere emozioni sul palco.

HaSeul: Ciao, sono HaSeul delle ARTMS. Da quando abbiamo iniziato questo nuovo percorso, ho capito che Kim Lip ha un fascino incredibile che le permette di rendere ogni genere musicale suo. La osservo ballare da oltre 10 anni e ancora oggi riesce a sorprendermi ogni volta. Non solo con la voce, ma anche nella danza riesce a rendere ogni performance unica.

Kim Lip: Ciao, sono Kim Lip delle ARTMS. Da quando abbiamo iniziato questo nuovo percorso, ho notato che JinSoul unnie è davvero maturata. Ogni volta che guardo le sue foto penso: “Wow, è diventata una donna così elegante,” e non posso fare a meno di dirle quanto sia bellissima.

“Club Icarus” è un concept potentissimo – un rifugio digitale per i cuori spezzati. Quando avete sentito per la prima volta il tema dell’album, cosa vi ha trasmesso a livello personale?

JinSoul: Ho amato tantissimo questo concept. Penso che il messaggio di un brano o di un album sia fondamentale, e quello che “Club Icarus” trasmette è qualcosa in cui chiunque può ritrovarsi. Personalmente, è diventata una canzone che mi ha dato tanta forza e coraggio.

La traccia d’apertura, “Club for the Broken”, è come un abbraccio silenzioso per chi soffre. C’è stato un momento o un’emozione particolare a cui avete pensato mentre la registravate?

HaSeul: La canzone viene descritta come quella che si sente entrando per la prima volta nel Club Icarus. Immaginavo spesso di ascoltarla mentre varco un posto in cui poter condividere tristezza e ferite emotive nei momenti difficili. Ogni volta che lo immaginavo, sentivo che la canzone mi stava già confortando, ancora prima di entrare.

“Icarus” porta con sé un messaggio di rinascita dopo la caduta. Cosa volevate trasmettere con le vostre performance nel video musicale?

Kim Lip: Con questo video musicale abbiamo sperimentato un genere nuovo e abbiamo capito quanto sia difficile recitare mentre si balla. In passato mi concentravo soprattutto sull’apparire bene davanti alla telecamera, ma questa volta ho cercato di esprimere davvero l’emozione del brano. Invece di pensare solo all’estetica, mi sono immersa nella storia ed è stata un’esperienza nuova e bellissima.

La coreografia di “Icarus” è poetica e perfettamente sincronizzata. Qual è stata la parte più difficile o sorprendente da imparare – sia nella Club Ver. del MV che nella versione per le promozioni televisive?

Choerry: Era uno stile che non avevo mai provato, quindi è stato difficile rendere i movimenti davvero eleganti. C’erano anche posizioni precise in cui dovevamo fermarci o iniziare, quindi ho dovuto fare molta attenzione a ogni dettaglio.

“Obsessed” parla delle ansie moderne ma le trasforma in empatia. Come affrontate personalmente la pressione e le aspettative come artiste sempre sotto i riflettori?

JinSoul: Sento ancora molta pressione, soprattutto prima di pubblicare un nuovo album o iniziare un concerto. Il mio modo per affrontarla è allenarmi il più possibile. Non scompare del tutto, ma è l’unica strada che ho trovato per gestirla.

“Goddess” rompe i confini di genere con un hyperpop audace. HeeJin, tu hai contribuito ai testi – cosa ti ha ispirata nella scrittura di questo brano?

HeeJin: Come suggerisce il titolo, l’ispirazione sono state le stesse membri. Il nostro gruppo, ARTMS, prende il nome dalla dea della luna. Ho immaginato noi cinque trasformarci in dee greche e conquistare il mondo — questa fantasia ha reso il processo di scrittura davvero divertente.

“Verified Beauty” parla di ridefinire il concetto di bellezza. Cosa significa bellezza per le ARTMS oggi, al di là dell’apparenza?

HaSeul: Crediamo che la bellezza interiore sia molto più importante dell’aspetto esteriore. Non c’è nulla che superi la forza di un cuore bello: quando l’anima è luminosa, anche l’esterno lo diventa naturalmente.

La traccia “BURN” racconta la transizione da LOONA a ARTMS. Quale parte del passato siete pronte a lasciare andare – e cosa invece volete portare con voi?

Kim Lip: LOONA è stata un’esperienza preziosissima e sarà sempre un ricordo che custodisco con amore. Certo, sarebbe fantastico ritrovarci un giorno, ma per ora non c’è un piano concreto. Voglio restare concentrata su ARTMS, e spero che Orbits e OURII continuino a sostenerci in questo viaggio.

Se poteste creare la vostra versione di “Club Icarus”, quali tre caratteristiche o elementi avrebbe – e come lo chiamereste?

JinSoul: Creerei un club per introverse. Uno degli elementi principali sarebbe il cappellino da baseball, e ci incontreremmo solo una volta al mese…! Stare troppo a casa rende la vita monotona, quindi credo che uscire anche solo una volta al mese sia un’ottima idea. Haha.

HaSeul: Il mio club avrebbe lo scopo di creare uno spazio in cui aprirsi, condividere le ferite e provare empatia reciproca. Non si baserebbe sulla musica, ma sulle conversazioni. E ovviamente — il venerdì sera sarebbe il momento perfetto, no?

Come uno dei gruppi più artistici della scena K-pop, come riuscite a rimanere creative pur affrontando la fama e le pressioni dell’industria?

Choerry: Per ogni album, noi stesse partecipiamo attivamente a vari aspetti. L’agenzia ci supporta molto nel contribuire alla musica, e amiamo poter raccontare le nostre storie attraverso questo processo creativo.

Infine, se doveste descrivervi con una sola parola, quale sarebbe?

JinSoul: Jung JinSoul!

HaSeul: Empatia.

Kim Lip: Se devo sceglierne una: Coerenza.

Choerry: Caramella.

HeeJin: “Verified Beauty”. Ultimamente sto cercando davvero di amarmi così come sono.

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