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Los Angeles, la città degli angeli caduti

Los Angeles, la città degli angeli caduti

Nelle strade di Los Angeles sono accampati oltre 60.000 senzatetto, e tanti muoiono abbandonati sui marciapiedi. Droga, violenza, furti e prostituzione sono all’ordine del giorno. Un disastro umanitario cresciuto col Covid, a cui le autorità non riescono a dare risposta.


Montgomery Garnett ogni giorno accende il suo bastoncino d’incenso allo stesso angolo della stessa strada, a poco più di un chilometro dai costosi ristoranti giapponesi di Little Tokyo e dai ritrovi alla moda dell’Arts District. Garnett è un veterano dei Marine, e brucia l’incenso per i suoi vicini senzatetto: «Prego per loro» spiega. «Ci sono tante persone che muoiono in queste strade». Da 17 anni lui, come tanti altri disperati, vive nel quartiere di Skid Row, una fetta di Downtown Los Angeles racchiusa tra Alameda Avenue e Main Street, tra la Terza e la Settima strada, diventata la più grande comunità di homeless, i senzatetto d’America, dove ogni giorno la vita è una lotta per la sopravvivenza.

Oltre a essere la capitale del cinema con Hollywood, Los Angeles è diventata teatro di un concretissimo disastro umanitario, con oltre 60.000 senzatetto che dormono sulle strade, in alcuni tratti trasformati in vere tendopoli. L’emergenza ha oltrepassato i confini di Skid Row, dove negli anni Settanta gli urbanisti spinsero deliberatamente le persone senza alloggio seguendo la «strategia del contenimento», e dove violenze, prostituzione e droga sono all’ordine del giorno. «È la Disneyland dei tossicodipendenti» racconta Luke. «Eroina, fentanyl, crack, erba e metanfetamina sono i più popolari. Anzi, il cristal meth, introdotta dai cartelli messicani e venduta in bustine da cinque dollari dalle gang locali, sta superando il crack come droga preferita».

Ora gli accampamenti sono arrivati anche in quartieri ricchi e popolari destinazioni turistiche come Venice, dove hanno invaso l’iconico lungomare celebrato in tanti film. La pandemia di Covid non ha fatto altro che accrescere le enormi disuguaglianze, tanto che secondo un rapporto dell’University of California (Ucla) tra marzo 2020 e luglio 2021 quasi 1.500 persone senza casa sono morte ai bordi delle strade. Numero, secondo gli stessi autori del dossier, calcolato al ribasso (per esempio, non include i decessi in ospedale, nei rifugi di emergenza, in auto).

Alcune delle cause della povertà con cui L.A. deve fare i conti sono gli affitti a prezzi esorbitanti e la mancanza di case popolari, ma anche di una rete strutturata per le persone con problemi mentali e dipendenze. Tra gli homeless ci sono famiglie, anziani, veterani, disabili, e circa un terzo ha patologie psichiatriche. Il rischio di assistere a gesti di follia o atti criminali è in costante aumento, come conferma il recente tentativo di una senzatetto di sottrarre un bambino di soli nove mesi alla nonna mentre questa si trovava col nipote sul lungomare di Venice. Katy Gross, la madre del piccolo, ha raccontato che i due stavano andando verso un parco giochi nella zona, quando una donna li ha raggiunti da dietro urlando «dammi quel bambino, dammi quel bambino». Per fortuna la nonna è riuscita a correre verso un parcheggio vicino e a chiedere aiuto.

Ormai sono tanti i residenti e i commercianti della zona che denunciano come gli accampamenti abbiano portato a un aumento della criminalità e un crollo della qualità della vita. Per tentare di arginare l’emergenza, la scorsa estate il consiglio comunale di Los Angeles ha adottato un’ordinanza per vietare ai senzatetto di dormire in determinati luoghi all’aperto, inclusi alcuni marciapiedi e parchi. Per far sentire l’impegno delle istituzioni, persino lo sceriffo della città Alex Villanueva è stato visto più volte lavorare al fianco degli agenti per ripulire gli accampamenti nella zona di Venice Beach.

«C’è stata un’ondata di indignazione, però quando si trattava di afro-americani e confinati a Skid Row, nessuno si è arrabbiato troppo» dice John Maceri, ceo di The People Concern, un’organizzazione di servizi sociali. «Poi abbiamo iniziato a osservare i senzatetto diffondersi in tutta la città e nella contea. E la gente, a quel punto, ha iniziato davvero a prestare attenzione». Mike Bonin, membro del consiglio comunale che ha votato contro l’ordinanza, ritiene che «la metropoli stia tentando di risolvere il problema degli accampamenti e non quello dei senzatetto. Siamo motivati da una genuina preoccupazione per la crisi della salute pubblica e per le persone che vivono in strada, ma non rispondono adeguatamente alla questione».

Non concorda Georgia Berkovich, direttrice degli affari pubblici presso The Midnight Mission, che offre servizi sociali e di emergenza agli homeless. Ribadisce: «Servono più letti, più alloggi. La politica di criminalizzazione dei senzatetto non ha mai funzionato». Adesso, proprio a Venice, i residenti dicono di essere tornati al punto di partenza: le tende sono ricomparse lungo i marciapiedi e sulla spiaggia, e in molti non si sentono al sicuro. «Hanno ripulito la passerella in modo da poter rivendicare una vittoria, ma ci sono persone sulla sabbia, ci sono persone a tre isolati di distanza e gli accampamenti stanno rispuntando ovunque» afferma Dave Turner, che abita nella zona. «Iniziate ad ascoltare tutti noi che viviamo qui e gridiamo aiuto», è invece la denuncia di Brennan Lindner.

A livello nazionale, nel 2020, si contavano 580.466 senzatetto, stando ai dati del Dipartimento per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano. Più di un quarto di loro si trovava in California e nella contea di Los Angeles ce ne sono oltre 66.000. Pur se la California ha destinato ai senzatetto cifre enormi della spesa dello Stato – 12 miliardi di dollari nell’ultimo bilancio – non si registrano visibili effetti positivi. Per rendere l’idea del fenomeno, prendiamo il SoFi Stadium, la nuova ed elegante sede della squadra di football Los Angeles Rams, costruita a Inglewood anni fa al prezzo di 5 miliardi di dollari, con una capacità di 70.000 spettatori, ovvero quelle che il 13 febbraio assisteranno alla sfida tra i padroni di casa e i Bengals di Cincinnati per la finalissima del Super Bowl. Ecco, un numero di persone quasi uguali sarà in giro per le strade della Contea come mine vaganti.

Così, da alcune settimane, sono iniziati i primi sgomberi di accampamenti per senzatetto proprio vicino al SoFi Stadium, sebbene il sindaco di Inglewood, James Butts, affermi che si tratta di operazioni che rientrano in un piano più ampio per la sicurezza, c’è chi non la pensa così. Jass Singh, un imprenditore locale, offre appunto una prospettiva diversa: «Questa è la stessa strategia che i politici usano ogni volta che un evento importante arriva a Los Angeles, che si tratti del Super Bowl o degli Oscar o delle Olimpiadi. Utilizzano la polizia per spazzare via le prove del loro fallimento nell’affrontare la crisi degli alloggi a prezzi accessibili».

Fallimenti che sono il preludio non solo di miseria diffusa, ma di criminalità. L’ultima immagine della «disperazione 2.0» nella Città degli angeli sono gli assalti ai treni merci da parte di razziatori che rubano i pacchi (la maggior parte) delle principali società statunitensi di spedizioni come Amazon, Ups e FedEx. Gli scatti che mostrano le rotaie trasformate in una distesa di migliaia di scatoloni con i resti di ordini diretti a ogni parte del Paese sono impressionanti, e rappresentano l’istantanea della povertà e del degrado che stringe d’assedio la metropoli.

Secondo la Union Pacific, una delle maggiori compagnie ferroviarie del Paese, negli ultimi mesi i furti nella contea di Los Angeles sono aumentati in media del 160%. «Continuano tutto il giorno, tutta la notte, sette giorni su sette» rivela ai media locali Adam Rodriguez, dipendente di Union Pacific. «A loro non importa neanche se il treno si sta muovendo oppure no». Ovviamente, spiega, «gli articoli più ambiti sono gli oggetti di elettronica, oppure abiti e borse costose». Si salvano divani, microonde e frigoriferi, troppo ingombranti e pesanti per essere spostati in fretta. Scene che non si vedevano dai tempi del Far West, con gli assalti alle diligenze che la storia aveva definitivamente consegnato alla narrativa hollywoodiana. Il passato però a volte ritorna e spesso lo fa in forma peggiore.

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