Gigi Meroni rivive ne La farfalla granata, l'11 novembre su Rai1
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Televisione

Gigi Meroni rivive ne La farfalla granata, l'11 novembre su Rai1

Il biopic racconta la breve avventura umana e professionale del giocatore granata scomparso all'età di 24 anni il 15 ottobre del 1967 e ricostruisce l'ambiente sportivo dell'epoca. Con Alessandro Roja nel ruolo di Meroni e Francesco Pannofino in quello di Nereo Rocco

La data è ancora impressa nell'animo dei tifosi granata che, ogni anno, il 15 ottobre, si recano in corso Re Umberto 46, a Torino, per deporre un fiore sul luogo dove mori Gigi Meroni investito da un'auto mentre attraversava la strada. Dal 2007 Torino, a ricordo del suo giocatore, ha collocato un cippo proprio dove avvenne l'incidente. Sono trascorsi 46 anni e Rai1 adesso celebra quel ragazzo beat, ala destra della squadra del Toro, con un biopic che ne ricorda la breve vita, i successi calcistici e l'affetto che lo circondava e lo circonda ancora oggi. Si chiama La farfalla granata il tv movie in onda lunedì 11 novembre in prima serata sulla rete leader di viale Mazzini. Nel ruolo di Gigi Meroni c'è l'attore Alessandro Roja che lo interpreta perfettamente, facendo rivivere il ragazzo estroso e geniale con tantissimi altri interessi oltre la passione per il pallone.

Il biopic è tratto dal libro dal titolo omonimo di Nando Dalla Chiesa (pubblicato da Limina)  ma concede molto più spazio al sentimento che univa il giocatore a Kristiane (Alexandra Dinu) la giovane donna sposata e separata che conviveva con lui. Naturalmente, a quei tempi, una tale relazione era considerata illegale e immorale. Una storia simile a quella vissuta da Fausto Coppi e dalla Dama Bianca. Nel film tv verrà evidenziata la fermezza con la quale il giocatore difendeva la storia d'amore con la sua donna da lui definita "la bella tra le belle del luna park". Il regista Paolo Poeti ci tiene a precisare di aver evidenziato, come era opportuno, tutti gli altri interessi del calciatore che apparentemente non avevano alcuna relazione con il pallone. In effetti, oltre a documentare il suo leggendario impegno sportivo, facendo rivivere i goal capolavori di fantasia, Poeti sottolinea di Meroni, anche i rapporti a volte conflittuali con i giornalisti e la predilezione tramadatasi dopo 46 anni, di generrazione in generazione, dei tifosi nei suoi riguardi.  Insomma afferma Poeti, Meroni vive anche un'altra realtà che si integra con il carattere poliedrico di un personaggio davvero fuori dal comune.

Leggendo il libro di Nando Dalla Chiesa, continua il regista, mi hanno colpito in particolare, due aspetti. In un mondo giovanile ancora soggetto al perbenismo e al paternalismo vecchio stile, Gigi Meroni anticipa con una sorta di ribellione, gli avvenimenti del 1968, quando si proclamava la fantasia al potere. Il suo aspetto, i capelli molto lunghi, insoliti per un calciatore di quei tempi, lo avevano fatto etichettare dall'indimenticabile Gianni Brera "lo zazzerutello di Como". Meroni, infatti, era originario di Como città nella quale iniziò la sua carriera sportiva prima di essere ceduto al Genova e successivamente al Torino allenato da Nereo Rocco interpretato nella fiction da Fancesco Pannofino.

Il biopic farà rivivere gli atteggiamenti originali e per certi aspetti provocatori  di Meroni (vestiva come un dandy estroso con una gallina in braccio) che gli procurarono il disappunto della borghesia torinese. Alcuni lo definirono esibizionista. Lui stesso, continua il regista, diceva di considerarsi una sorta di quinto Beatles mettendo in discussione i rapporti generazionali tra padre e figlio. I telespettatori ascolteranno Meroni dire "non posso fare a meno del pallone", ma per lui ci sono tanti altri giochi, tante altre sfide. Una in particolare: difendere ostinatamente il suo rapporto sentimentale assumendosene tutte le responsabilità. Era disposto anche a mettere in gioco la sua carriera sportiva per ribadire l'affetto e la volontà di condividere la vita con la sua compagna Kristiane da lui ribattezzata "Kriss".

Un altro interesse di Meroni era la pittura. Lui stesso raccontava che un istinto irrefrenabile lo costringeva ad alzarsi di notte per dipingere, o meglio per giocare anche con i pennelli. I telespettatori vedranno un Gigi Meroni divenuto simbolo per i giovani degli anni Sessanta, anticonformista e geniale. A lui Rai3 ha anche dedicato, in occasione dell'anniversrio della morte, una puntata speciale del programma Sfide, condotto da Alex Zanardi in cui gran parte della vita di Meroni  era documentata attraverso numerosi ricordi e testimonianze dei suoi colleghi calciatori.

La colonna sonora del biopic La farfalla granata è stata scritta dal nipote del giocatore che si chiama proprio come lui: Gigi Meroni ed è figlio del fratello Celestino. Gigi Meroni è un affermato musicista che vive negli Stati Uniti.

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Marida Caterini.