Evviva, torna Crozza!
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Evviva, torna Crozza!

Dal 2 ottobre su La7: ovvero risate e sagacia. Ma il nostro consiglio è....

Sì, torna. Finalmente torna, perché l’assenza dal video di Maurizio Crozza può provocare disturbi fisici alla politica italiana e alle coscienze individuali. Lui è la cura omeopatica, il principio attivo che contribuisce ad evitare mali peggiori, incurabili.

Più di molti notisti politici o di costume, coglie l’essenza comico-surreale di una persona o di una situazione. Toglie la maschera, ne reinventa una nuova, tanto che talvolta la versione di Crozza si mangia l’originale: Marchionne, Razzi, Maroni, Formigoni…

E se la scorsa stagione è stata un po’ meno accattivante della precedente, con numeri troppo lunghi e reiterate invettive al limite del moralistico, il ritorno di Crozza nel Paese delle meraviglie, da venerdì 2 ottobre su La7 rimette in circolo un po’ di sana cattiveria, un po’ di antidoti contro la noia televisiva da talk show.

L’uomo, come è noto, è un precisino tremendo, fa credere che molto sia lasciato all’improvvisazione, invece è il primo a giocare con il finto-sbaglio da scaletta, l’impiccio per la risata improvvisa, la mancata partenza dell’orchestra. Ha una squadra rodata, di super professionisti a cominciare da Andrea Zalone, la sua spalla storica.
 
Tre sono le nuove parodie annunciate, tutte legate all’attualità stretta: Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia e della finanza, Giuliano Poletti,  ministro del lavoro e delle politiche sociali e Ignazio Marino, contestato sindaco di Roma. I primi due alle prese con cifre che cambiano, si volatilizzano, ricompaiono e con un Matteo Renzi che li giostra sul jobs act. Il primo cittadino della capitale, invece, darà sfoggio di gestire gli scandali romani con mano ferma. Risate assicurate. E forse anche qualche riflessione sullo stato dell’arte dell’Italia renziana.

Un unico consiglio: lo scorso anno, l’artista ha sfiorato talvolta la noia (quasi una contraddizione in termine, considerata la sua bravura) e ha anche ecceduto in distruttività. C’è anche del buono in questa Italia malandata. Azzoppare la speranza di una politica etica, alta e altra può provocare danni irrimediabili, soprattutto fra i più giovani. Altro che cura omeopatica.

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Stefania Berbenni