Duilio Giammaria Petrolio
Ufficio Stampa Rai
Televisione

Duilio Giammaria: "Riporto le grandi inchieste in prima serata"

Intervista con il conduttore di Petrolio, che torna su Rai 2 da venerdì 6 dicembre. Nella prima puntata di Petrolio, un lungo reportage su Amazon

Poche parole ma tanto spazio al racconto per immagini del reale. Dopo dieci edizioni in seconda serata su Rai 1, Petrolio- il programma di inchieste ideato e condotto da Duilio Giammaria – sbarca in prime time su Rai 2 da venerdì 6 dicembre. “Ma l’obiettivo resta lo stesso: approfondire i fatti e gli eventi che cambiano le nostre vite e il nostro tempo”, racconta a Panorama.it il giornalista e conduttore tv, che per la prima puntata è volato a Seattle ed è entrato nel quartier generale di Amazon. Nelle prossime due puntate si occuperà di dna e del ritorno del lupo nelle nostre foreste, per poi tornare con un nuovo ciclo di sedici puntate, in onda da febbraio 2020. 

Duilio, come hai convinto Amazon ad aprirti le porte?

(ride) Diciamo che ci sono voluti dedizione e tempo. Loro sapevano che non avevamo alcuna preclusione ideologica ma volevamo solo raccontare e analizzare il loro lavoro. Essendo poi una società trasparente, sanno che il ruolo dei giornalisti è importante per la loro reputazione.

Il mito della segretezza assoluta è vero?

Sì, la segretezza è massima e te ne accorgi in ogni momento. In realtà sono pochi a conoscere per intero la vita aziendale nella sua complessità. Tutto è diviso per cellule: Jeff Bezos, il fondatore, sin dalla nascita della società ha puntato sulla regola del “two pizza team”, in altre parole che ogni team sarebbe dovuto essere abbastanza piccolo da potersi sfamare con un paio di pizze.

Che cosa ti ha colpito di più realizzando questa inchiesta?

È stato come comporre un puzzle da cui è emerso come in realtà commercio elettronico sia solo la punta dell’iceberg che si nasconde sotto la cosiddetta intelligenza artificiale. Parliamo di server di altissima potenzialità – gli stessi che lavorano per la Cia e il Pentagono – quelli che creano l’algoritmo che regola le nostre vite.

Cosa si nasconde dietro un pacco che arriva a casa nostra?

Qualcosa d’immenso e per certi aspetti inquietante. Il meccanismo d’intelligenza artificiale è così sofisticato che prevede le nostre scelte ormai. Dietro il pacco che viaggia c’è qualcosa di rivoluzionario ed è per questo che, paradossalmente, nel momento massimo di crisi dell’ideologia il consumo è diventato uno strumento politico.


Quanto ci devono far paura le minacce di Trump che agita lo spauracchio dei dazi contro Italia e Francia se non verrà eliminata la web tax?

La faccenda è seria. Una volta si minacciava una scaramuccia spostando una cannoniera, oggi si minacciano le ricchezze di un paese, che per noi sono anche il

Parmigiano e il vino rosso. Detto questo c’è una questione da risolvere: internet è nato come luogo di libertà e progresso ma è diventato terra dei colossi californiani con dei modelli di business che all’inizio non abbiamo capito e sottovalutato: pensavamo fosse un gioco, invece nel 2000 si è creato un monopolio che sta condizionando il mondo.

Petrolio riporta in prima serata le grandi inchieste, un linguaggio che nella tv italiana si è quasi perso. Perché?

Perché è difficile farle, ci vogliono investimenti, tempo e idee, ed è complicato rendere sexy argomenti apparentemente difficili. Certamente è più semplice fare un talk, è meno costoso e impegnativo.

Ma non ce ne sono troppi di talk nella nostra tv?

La nostra è la tv più parlata al mondo. Ma c’è molto spazio per ospitarli. La nostra idea è invece quella di raccontare il reale per immagini e far vivere lo studio non come un’aggregazione di opinioni ma come un luogo per spiegare e raccontare i fatti.

Tu cosa guardi in tv?

Ho ancora la sindrome dell’inviato di guerra – che ho fatto per molti anni quando ero al Tg1 - e dunque sono bulimico, guardo tutto e devo sapere tutto. Faccio zapping furibondo, anche nella tv internazionale, dalla Csb alla Bbc con i loro slot di documentati in prima serata. E poi la tv francese: per altro, visto che le inchieste costano ed è difficile farle, stiamo cercando di realizzare dei prodotti con Artè.

Tra le novità di questa edizione di Petrolio, ci sono due rubriche nuove, Black Mirror e Gli Haters, strettamente connesse alla questione web e social. Che impressione ti fa l’esplosione delle fake news?

Penso che oggi l’informazione certificata e chi te la fornisce sia quasi più importante dell’informazione stessa. Resta il problema del perché la politica si sia avvoltolata in questa giungla ma le fake news in questo momento sono l’occasione per rivendicare il ruolo per il quale sono nati i giornalisti: ci consentono di tornare al centro della scena informando e puntando sui fatti.

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Francesco Canino