10 cose che (forse) non sai sul Doctor Who
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10 cose che (forse) non sai sul Doctor Who

La serie tv di fantascienza dei record: va in onda dal 1963 ed è uno dei più famosi prodotti Made in England. Ecco i suoi segreti

Con più di 800 episodi all'attivo e 26 stagioni, il Doctor Who non è solo una delle più longeve serie televisive di fantascienza di tutti i tempi, ma uno anche dei 10 più noti prodotti inglesi da esportazione: va in onda in più di 75 paesi (in Italia lo trasmette Rai 4). Solo il tè ne vanta di più.

Qui abbiamo raccolto i 5 W del Doctor Who (chi, cosa, quando, dove, perché) e altri 5 piccoli/grandi segreti. Una guida da leggere anche se non ne avete mai visto un episodio.

Il Dottor chi?

Il "Dottore" è un Signore del Tempo, dall'aspetto umano, che viaggia attraverso lo spazio e il tempo nel Tardis, un veicolo che a causa di un malfunzionamento si presenta come una tipica cabina telefonica britannica (blu). La scatola è più grande all'interno di quanto appaia da fuori.

52 anni

La serie va avanti dal 1963. Quando il Primo Dottore (William Hartnell) ha lasciato a causa di problemi di salute, i produttori per sostituirlo si sono inventati un escamotage: la rigenerazione. Il dottore muore, e dopo un po' di immagini in morphing, un nuovo Dottore (mai una donna, anche se spesso se ne è parlato) si materializza al suo posto, con le stesse abilità e conoscenze, ma una personalità e un look diverso.

La sciarpa di Tom

Il dottore che ha avuto il maggior impatto sul pubblico è stato Tom Baker, facilmente riconoscibile per la sua lunga sciarpa: è durato 7 anni, dal 74 all'81. Gli anni d'oro del telefilm.

Radio Who

Successivamente, un calo degli ascolti ha fatto sì che il Doctor Who dal 1989 al 2005 vivesse solo in radio, senza incursioni sul piccolo schermo. Ma nel 2005…

Il nuovo Doctor Who

Nel 2005 a grande richiesta dei fan, il dottore è tornato in tv: la BBC ha abbracciato il progetto di Russell T. Davies, produttore di Queer As Folk (e delle nuove serie gay Cucumber e Banana, ndr), e fan di vecchia data della serie, che ha introdotto una versione moderna del Doctor Who che potesse piacere anche ai giovani spettatori.

Torchwood

Il primo nuovo Dottore dell'era Davies è stato Christopher Eccleston, accompagnato da un'aiutante: l'ex cantante pop Billie Piper. Appartiene a quell'edizione uno degli episodi di culto del nuovo Doctor Who: l'invasione dei manichini viventi. Nel 2006 è nato anche uno spinoff: Torchwood (l'anagramma di Doctor Who, ndr), che ha funzionato per 4 stagioni.

Arriva Capaldi

Davies ha lasciato la serie quando nei panni del Doctor Who c'era David Tennant. Che ha ceduto il testimone a Matt Smith e infine a Peter Capaldi che lo regge ancora ora. Da adolescente Capaldi, aveva scritto decine di lettere alla BBC e Radio Times da presidente di un fan club del Doctor Who. Pare che alcune missive fossero anche minacciose.

Cattivi maestri

I daleks, i nemici del Doctor Who sono ispirati ai nazisti (in fondo quando è venuta alla luce la serie, la guerra era finita solo da 18 anni): avrebbe dovuto disegnarli il regista Ridley Scott, che al tempo lavorava alla BBC come designer. Ma il lavoro passò a un altro collega.

Il cacciavite sonico

L'arma del Doctor Who è il cacciavite sonico, celebre quasi quanto il phaser di Star Trek. Apre lucchetti, fa scansioni mediche, cerca forme di vita aliena. Come tutte le buone idee in fantascienza, il cacciavite sonico ha tentato gli scienziati che hanno cercato di ricrearlo: nel 2012, un team dell'Università di Dundee ha annunciato di aver sviluppato il primo meccanismo per il sollevamento degli oggetti usando un campo di ultrasuoni, un dispositivo con numerose possibili applicazioni nel campo della scienza e della chirurgia.

Le parole del dottore

Secondo l'Oxford Dictionary l'inglese ha molti debiti verso il Doctor Who: dalla serie vengono le parole Dalek, Tardis (una cosa che ha una capacità maggiore rispetto a quanto suggerisce il suo aspetto esteriore) e  Cybermen, che dagli anni 60 in poi avrebbe reso popolare il prefisso 'cyber' per indicare la tecnologia del futuro.

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Eugenio Spagnuolo