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Spunta blu regalata, l'ennesimo flop di X targato Musk

Il social media continua a sbagliare e a scontentare tutti. L'ultimo caso riguarda il simbolo sul profilo, che ha scatenato le proteste contro il proprietario della piattaforma

Un flop dietro l'altro. Ѐ un buon titolo per sintetizzare il nuovo corso del vecchio Twitter sotto la guida di Elon Musk, che riesce nell'impresa di scontentare tutti. L'ultimo capitolo di una lunga storia si sta consumando attorno alla spunta blu, una volta simbolo di credibilità, poi icona dell'egocentrismo con l'assegnazione dietro pagamento e adesso rifiutata anche da chi l'ha ottenuta grazie al seguito riscontrato sulla piattaforma. Decisione che, a sua volta, ha mandato su tutte le furie coloro che versano ogni mese denaro nelle casse di X.

Trasformare il social media nella versione occidentale di WeChat, l'app creata dal colosso cinese Tencent in cui convivono shopping, transazioni finanziarie, messaggistica istantanea, videogiochi, scambi di denaro, social network e molte altre anime diverse, era il piano di Musk. Per ora le tracce sono circoscritte a qualche annuncio che ha fatto presa sui sostenitori del terzo uomo più ricco al mondo (il sorpasso di Bernard Arnault e Jeff Bezos registrato dalla speciale classifica di Bloomberg è un altro segnale del periodo complesso vissuto dal fondatore di Tesla e SpaceX), perché X continua a essere terreno di conquista per bot e disinformazione, con la gettonata libertà di espressione diventata il passepartout per l'impennata di offese e il crescente rifiuto di un confronto sano (aspetto condiviso con altri social media).

Il capo ci prova a tenere la barra dritta col suo modo di fare, come esemplificato da uno degli ultimi post condivisi sul suo profilo in cui compare un grafico che mostra la crescita organica del traffico su X, giunto secondo Musk al suo massimo storico. Peccato per lui che i commenti arrivati (il triplo, al momento, rispetto al numero medio dei post più recenti) siano perlopiù risposte tra il piccato e il sarcastico con riferimento al ruolo degli account automatizzati per spiegare l'aumento del traffico. Ma queste sono solo una parte delle critiche che nelle ultime 24 ore sono state indirizzate verso Musk, colpevole di aver regalato la spunta blu agli utenti con più di 2.500 follower verificati, cioè abbonati X Premium. La scelta ha scatenato le proteste di chi si è improvvisamente ritrovato il simbolo, ma anche e soprattutto di chi paga per averlo: in base al piano di abbonamenti (Basic, Premium, Premium+), in Italia il costo va dai 3 ai 16 euro al mese, oppure da 32 a 168 euro per chi sceglie la sottoscrizione annuale.

La mutazione del valore della spunta blu, prima di Musk assegnata gratuitamente ai volti noti e a chi condivideva informazioni interessanti e verificate e poi, invece, assicurata dietro pagamento a prescindere dall'anonimato e dai contenuti pubblicati, ha convinto un buon numero di utenti con profilo verificato a chiarire di non aver sborsato un centesimo per un simbolo che gli è stato imposto. Dall'altra parte, invece, chi finora ha sottoscritto e mantenuto l'abbonamento si è sentito tradito dal ‘regalo’ deciso da Musk per tentare di migliorare una situazione che sembra ormai sfuggita di mano. Anche se la parziale retromarcia può essere una mossa per ampliare la visibilità di Grok, l'intelligenza artificiale di X che proprio Musk ha annunciato sarà presto a disposizione di coloro che hanno la spunta blu. Senza dimenticare la corsa alle presidenziali Usa di novembre, su cui già in passato i social media in generale, e Twitter nello specifico, hanno dimostrato di giocare un ruolo determinante.

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Alessio Caprodossi