Palworld è il gioco del momento
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Palworld è il gioco del momento

La Rubrica - Generazione Gaming

Un milione di copie vendute in otto ore, oltre otto milioni in appena sei giorni dal lancio (con un gioco non ancora completo in pre – release!), un picco di 1,7 milioni di giocatori attivi contemporaneamente, questi sono i numeri con cui Palworld, l’ultimo titolo di Pocket Pair Inc..

Un gioco virale, che è stato in grado fin da subito di accentrare su di sé l’attenzione: un insieme degli elementi più iconici di diversi titoli, presi come ispirazione per alcuni e plagiati per altri, uniti.

Il “pokémon con le pistole”, così come è stato soprannominato fin dalla prima presentazione, è stato da poco pubblicato in una versione non ancora completa, ma già giocabile, riscuotendo un successo incredibile per un titolo indie e scatenando reazioni diverse nel pubblico.

Nessuna vera e propria novità nel gameplay, ma la combinazione di tanti elementi, e qualche desiderio, che hanno fatto la fortuna di diversi videogiochi: dalla dinamica da “monster collector” in cui il giocatore deve indebolire i Pal, le creature presenti nel gioco, per catturarli e trasformarli in alleati, alla componente survival incentrata sul raccogliere risorse per sopravvivere e per costruire oggetti e strutture utili a potenziarsi, all’approccio open world che mette davanti al giocatore una mappa esplorabile senza confini e limiti.

La libertà d’azione, tipica delle case indipendenti, ha permesso a Pocket Pair di inserire e combinare tematiche e azioni volutamente rese impossibili in altri titoli: in nessun gioco Pokémon sarò possibile danneggiare un essere umano, né uccidere, mangiare o usare armi contro i mostriciattoli tascabili (tutte azioni riscontrabili nella versione embrionale del progetto, ma edulcorate per coerenza narrativa e per adattare ad un pubblico molto giovane il prodotto), mentre in Palworld tutto questo è possibile, così come mettere al lavoro i propri Pal in vere e proprie fabbriche di risorse.

Anche qui nulla di nuovo, in quanto uccidere, mangiare, combattere animali ed usarli in fabbriche per la produzione di materie prime è un qualcosa di basilare per un qualsiasi giocatore di Minecraft, altro gioco a cui Palworld deve molto, ma, rispetto a quest’ultimo, cambia il rapporto tra giocatore (e in senso lato, genere umano) e fauna, vista e trattata come risorsa in Minecraft, elevata e trattata da alleato e compagno in Pokémon, vista come alleato ma trattata come risorsa in Palworld.

Come già detto, Palworld è capace di compiacere la propria utenza, inserendo piccoli dettagli e realizzando i desideri che qualsiasi giocatore, legato al genere dei monster collector, ha nel cassetto: dalla possibilità di interagire concretamente con i propri Pal, attivando delle idle (movenze del personaggio) ad hoc, al dover avere a che fare con avversari veramente malvagi e senza scrupoli.

Il successo di Palworld si può spiegare in pochi punti chiave.

Primo, la libertà di una piccola casa di produzione nel trattare temi potenzialmente indigesti al grande pubblico o a fasce specifiche di pubblico, non avendo la necessità di vendere un numero eccessivamente alto di copie per avere un ritorno.

Secondo, la possibilità, grazie a questa libertà, di muoversi per aderire agli aspetti più memetici e virali del mondo del gaming, andando a soddisfare una domanda che, per scrupolo, etica o scelte aziendali, i colossi del mondo del videogame scelgono di ignorare.

Terzo, la possibilità di ispirarsi a IP molto importanti ed affermate, o copiarle, come diversi fan sostengono, ha permesso a Palworld di partire da una base già solida, attirando fin da subito l’interesse di diversi gruppi di appassionati e muoversi attraverso modelli di comprovato successo. Proprio il sospetto di plagio nelle ultime ore potrebbe diventare un problema per la casa di produzione, data la recentissima dichiarazione di The Pokémon Company di indagare sul possibile furto di proprietà intellettuale ed agire di conseguenza.

Infine, il periodo di rilascio del gioco corrisponde ad un momento di stagnazione creativa e poca innovazione tra i grandi titoli, con IP come Pokémon in crisi. Non è difficile vedere paragoni tra Palworld e titoli ben più famosi: anche per merito di una narrazione di un videoludico Davide contro Golia, in cui si è naturalmente portati a tifare per la piccola casa indie che si lancia in progetti creativi, si perdonano i difetti del prodotto di casa Pocket Pair e si esasperano i difetti dei prodotti delle grandi aziende.

Indipendentemente da come lo si valuti, Palworld è il prodotto del momento, e potrebbe diventare uno dei fenomeni dell’anno, oltre, forse, a dare una scossa all’attuale panorama videoludico.

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Andrea Soglio