I piloti dalla parte di Italo Balbo e contro la follia del politically correct
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I piloti dalla parte di Italo Balbo e contro la follia del politically correct

La cancellazione del nome di Balbo dalla fusoliera di un aereo di Stato, voluta dalla sinistra, viene contestata da diversi comandanti che non hanno esitato a mettere il nome dell'aviatore sul proprio apparecchio

La vergognosa mossa di aver cancellato il nome di Italo Balbo dalla fusoliera di un aereo si Stato sarà un grande autogol della sinistra italiana. Non appena è uscita la notizia, alcuni piloti appassionati hanno infatti provveduto a scrivere il nome del fondatore dell'Aeronautica italiana sui loro aeroplani. Per sapere che cosa abbia fatto realmente il seppur gerarca del fascismo per l'aviazione tricolore basterebbe visitare la sede di Palazzo Aeronautica o dell'Aero Club d'Italia (l'ente aeronautico più antico del nostro Paese), entrambi a pochi passi dalle sedi istituzionali che quei politici frequentano. Non è quindi questo il luogo per elencare quanto il trasvolatore ferrarese abbia fatto per la nostra aviazione, ricorderò invece un aneddoto risalente al 1933 e riguardante un ambito sempre tanto presente nella grande sensibilità sociale della sinistra, quello delle migrazioni e della discriminazione razziale. L'America di quell'anno era piena di episodi razziali le cui vittime erano sovente gli emigrati italiani. Ma quel giorno, quando nel cielo degli Stati Uniti apparvero gli S-55 della crociera Orbetello-Chicago-New York-Roma, i nostri concittadini ritrovarono un grande senso di orgoglio e di riscatto. Gli aviatori italiani con il loro esempio dimostrarono agli americani quale fosse il livello umano, professionale e anche tecnologico che a trent'anni dal primo volo dei Wright il nostro Paese aveva raggiunto nel settore industriale più moderno e promettente di allora. Da quel momento l'immigrato italiano conquistò di diritto un posto tra coloro che l'America la stavano facendo grande. Più tardi, al termine della guerra, l'operazione Paperclip che portò i migliori cervelli europei negli Usa vide anche la partenza di un ufficiale (ed ex partigiano) come Spartaco, nome di battaglia di Antonio Ferri, capo della Direzione superiore studi ed esperienze di Guidonia già a 25 anni, un uomo che tra il 1937 e il 1940 aveva capito come fare un motore capace di raggiungere una velocità tre volte superiore a quella del suono, il cui modello era stato realizzato proprio laddove Balbo volle concentrate le risorse per la ricerca. La storia ricorda che dal 1949 Ferri diresse la divisione di gasdinamica del Langley Research Center di Hampton. Nel frattempo ci fu qualcosa di lui nel primo volo oltre il muro del suono del Bell X-1, e c'è tuttora nelle ricerche attuali riguardanti programmi di Difesa di Usa e Nato. Chi fece grande l'Italia viene cancellato, mentre diamo credito a taluni che con questi atti si sforzano ogni giorno per farla sempre più piccola. Ecco allora che, pennarello alla mano, alcuni nostri aviatori sportivi stanno mettendo il nome di Italo Balbo sulle loro fusoliere proprio accanto alla "I" di Italia. Perché oltre a solcare il cielo, si possa sempre pretendere rispetto per la verità.

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