La sfida del Tempest tra complessità ed economia
Difesa e Aerospazio

La sfida del Tempest tra complessità ed economia

L'utilizzo di un aereo di sesta generazione è più complesso e va ben oltre il semplice decollo ed atterraggio

Ciò che è previsto nel Gcap è molto più complesso e efficace di qualsiasi cosa precedentemente realizzata; la sofisticazione è destinata ad aumentare e, a differenza dei precedenti sistemi aerei da combattimento, si prevede che I Tempest opereranno insieme ai droni Acp. Le caratteristiche degli aerei da combattimento con equipaggio di prossima generazione sono definite come diverse capacità fondamentali: dispiegamento, informazione, comando, funzionamento, sostegno, preparazione e protezione. Qualsiasi sistema di difesa deve essere spostabile rapidamente nell'area operativa, gli aerei da combattimento vengono solitamente rischierati da una base attrezzata a un’altra che lo sia altrettanto, ma quando ciò non è possibile bisogna deve tenere conto delle attrezzature di supporto di cui l’aereo ha bisogno, soprattutto per la manutenzione.

Per esempio, l’Usaf per schierare 12 velivoli F-35 necessita di una decina di voli dei cargo C-17 per trasportare le attrezzature. Meno attrezzature di supporto sono necessarie, più facile ed economico è il rischieramento. Così le nazioni del Gcap potrebbero anche valutare di creare un’infrastruttura comune in modo che ogni partner possa spostare i propri aerei con attrezzature minime di diagnostica e manutenzione.

Parlando di informazione, essa riguarda il livello di prestazioni che sarà richiesto alla piattaforma principale per raccogliere una notevole quantità di dati e analizzarne il significato a bordo dell’aereo. I dati saranno raccolti da sensori radar, infrarossi, elettromagnetici e persino di rumore, ma più sensori ci sono, più pesante e costoso sarà l'aeroplano e maggiore sarà il bisogno di energia elettrica e di gestione della memoria. L’enorme quantità di dati disponibili dovrà essere rapidamente elaborata e integrata, messa in relazione con l’ambiente dell’azione militare e sarà quindi necessario determinare se la sintesi dei dati sarà guidata principalmente dal contributo umano o in che misura ci si potrà fidare delle strutture informatiche di bordo. Un fattore, questo, sul quale lo F-35 sta insegnando molto. C’è quindi la questione della compatibilità del Gcap con altri sistemi, compresa la filosofia di progettazione e l’interoperabilità con i partner Nato. La suddivisione del lavoro tra uomo e macchina non è ancora definita, ma si prevede che gli sviluppi nell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico svolgeranno un ruolo significativo e sarà necessario determinare la misura in cui il pilota sarà guidato da fonti esterne. Il fatto che Usa, Russia, Francia e Cina stiano tutti perseguendo un nuovo velivolo pilotato suggerisce che nessuna nazione è pronta a fare affidamento interamente su sistemi autonomi o controllati a distanza. Concettualmente, nel Gcap il pilota potrebbe avere un ruolo molto più ampio rispetto a quello attuale, con tecnologie di interfaccia uomo-macchina che gli consentiranno di concentrarsi sul prendere le decisioni giuste al momento giusto. Oltre a poter ingaggiare obiettivi in ambito aereo, terrestre e marittimo, gli elementi del Gcap dovranno poter raccogliere e distribuire informazioni verso missili e altre armi, poiché la capacità di agire in modo efficace è legata a quella di ricevere e analizzare dati ai fini del processo decisionale del pilota.

Dato che l’aereo da caccia di sesta generazione è per il Regno Unito e l’Italia il successore del Typhoon, il Tempest dovrà poter fare tutto quello che fa oggi l’Eurofighter e ciò significa che il nuovo aereo dovrà poter operare in un largo spettro di prestazioni quali quote, velocità, autonomia, carico utile, manovrabilità e velocità di salita, il tutto con i missili racchiusi all’interno della fusoliera per poter mantenere una bassa osservabilità ai radar. La formazione dei piloti dovrà adeguarsi all’integrazione degli elementi del GCAP e non potrà prescindere dai simulatori per ridurre costi, tempi e rischi dell’addestramento. I rischi non sono soltanto quelli insiti nell’attività del volo, ma anche l’esposizione delle caratteristiche e delle prestazioni dell'aeromobile a potenziali avversari. Come l'F-35, anche il Tempest non prevede una versione a due posti, pertanto, l’addestramento richiederà la combinazione dell’esperienza su altri velivoli e sessioni di simulazione per preparare il pilota all’aereo. E lo stesso, in parte, varrà per gli specialisti della manutenzione e della programmazione.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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