F35
(Usaf T. Boyle)
Difesa e Aerospazio

Ritardi e problemi sugli F35 mentre la tensione nei cieli sale

Oltre 800 intercettazioni Nato nel Baltico, ma il supercaccia F-35 è rallentato da un aggiornamento

Ci arrabbiamo immediatamente se mentre stiamo lavorando il nostro computer si blocca per un aggiornamento, ci mancava anche il ritardo per l'aggiornamento che sta bloccando gli F-35 di nuova costruzione, fatto che complica lo scenario difensivo europeo proprio mentre c'è la guerra russo-ucraina e a Parigi si delira di truppe da mandare a combattere per Kiev. Ma del resto Macron è l'unico non preoccupato perché gli F-35 non li ha e spinge da sempre la vendita dei suoi Dassault Rafale e dei Mirage usati. Nel Baltico però le cose stanno diversamente e dal febbraio 2022 al dicembre 2023 gli aerei della Nato hanno eseguito oltre 870 missioni per intercettare voli militari russi.

Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi e Italia hanno schierato i loro F-35 per missioni di polizia aerea nel corso del 2023 coprendo anche regioni dell'Atlantico settentrionale. Ma adesso le interruzioni nelle consegne dei velivoli Lockheed-Martin F-35 Joint Strike Fighter stanno creando grattacapi agli acquirenti europei. Le Difese di alcune nazioni si trovano infatti ad affrontare un potenziale divario tra la formazione di piloti e ingegneri di manutenzione con la disponibilità di velivoli. La situazione è tale che la Danimarca, per esempio, sta cercando nuove vie per gestire un programma di consegne che si allunga troppo slittante, fino a pensare di prendere in prestito o acquistare velivoli da altri utenti del programma. Peggio fa la Norvegia, che ha recentemente denunciato il rischio che non venga raggiunta la piena capacità operativa della sua flotta. Il problema è che le consegne degli F-35 sono sospese perché Lockheed Martin sta lavorando per completare un aggiornamento noto come Technology Refresh 3 (Tr3), inizialmente previsto per l'estate dello scorso anno e poi slittato. L'azienda punta a completarlo per giugno, ma è più probabile che ciò avverrà entro settembre, come ha dichiarato a gennaio il Ceo Jim Taiclet. Si tratta di modifiche che forniscono agli F-35 una maggiore potenza di calcolo e che include nuovi sensori con migliorate capacità di guerra elettronica, ma il “pacchetto” è ormai in collaudo dal gennaio 2023.

Questi ritardi minacciano di vanificare i piani di Danimarca e Belgio per sostituire le loro flotte di caccia F-16 con oltre 40 anni d'età: Copenhagen ha in tutto dieci F-35 su 27 ordinati, ma solo 4 in patria, e punta a ricevere quelli aggiornati al Tr3 entro luglio; per ora utilizza ancora gli F-16, ma se il ritardo nella consegna dell’F-35 dovesse aumentare potrebbero esserci delle conseguenze sul piano delle possibilità operative. Il Belgio dovrebbe ricevere il primo dei 34 caccia nel 2024 dopo due rinvii di mesi. Il Ministero della Difesa danese ha chiesto al comando militare congiunto e alla sua organizzazione di approvvigionamento di esplorare una serie di opzioni che potrebbero mitigare le implicazioni sulla tempistica di implementazione dell’F-35 danese nel caso in cui dovesse verificarsi un ritardo. Le opzioni includono il rimpatrio di alcuni dei sei F-35 danesi ora di stanza presso la base aeronautica di Luke, negli Stati Uniti per l’addestramento, possibilmente con il supporto di altre nazioni in modo che l’istruzione dei piloti danesi possa continuare. Una soluzione sarebbe l’acquisto o il prestito di esemplari da altri operatori.

Norvegia e i Paesi Bassi si trovano ad affrontare un'emergenza meno preoccupante poiché hanno ricevuto gran parte di questi aeroplani, con la Royal Norwegian Air Force che ha ritirato i suoi F-16 nel 2022 e la Royal Dutch Air Force prevede di fare lo stesso entro ottobre, salvo consegne a Kiev di quelli con ancora ore di volo disponibili rispetto alla vita operativa prevista. La vicenda non dovrebbe causare ritardi sulla consegna degli F-16 agli ucraini ma certo ritarderà la piena operatività della Difesa aerea di Oslo. La Norvegia ha 34 F-35 operativi e 6 negli Stati Uniti per l'addestramento, su un totale di 52 ordinati. La consegna dei restanti aeromobili, originariamente prevista per il 2023 e il 2024, resta da confermare.

Nel frattempo, i Paesi Bassi hanno ricevuto 39 dei loro 52 F-35 e hanno trasferito 8 velivoli negli Stati Uniti per l'addestramento, ma un ulteriore ritardo nella consegna per altri clienti europei come Belgio, Finlandia, Polonia e Germania significherà probabilmente che questi paesi dovranno usare i caccia che hanno ora per un periodo prolungato, con tutte le limitazioni del caso. Il Belgio, che prevedeva di ricevere i suoi primi due F-35 nel 2023, ha dichiarato a dicembre che ora conta su 8 jet da consegnare per l'addestramento di piloti e ingegneri belgi a partire dalla prossima estate. Anche la Polonia riceverà quest’anno il suo primo F-35, dopo aver ordinato 32 aerei nel 2020. Il Regno Unito ha ricevuto 35 aerei dei 48 previsti entro la fine del 2025 e a dicembre ha formato il suo secondo stormo. I 13 aerei previsti entro la fine del prossimo anno sono nella configurazione Tr3 e il Regno Unito sta lavorando per comprendere l'impatto del possibile ritardo. L'Italia, sede della fabbrica degli F-35, la Faco di Cameri (No), ne ha 24 ma non può permettersi di consumarne le ore perché, seppure la minaccia arriva da Nord e da Est, potrebbe averne bisogno anche nel settore Sud. Insomma, la coperta è davvero corta.

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Situazione degli F-35 in Europa

Nazione

Ordini fatti

Consegne al 18/03/2024

Belgio

34

0

Danimarca

27

10

Italia

90

24

Olanda

52

39

Norvegia

52

40

Regno Unito

138

35

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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