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Difesa e Aerospazio

L'auto che guida da sola è realtà ma le strade non sono pronte

I 5 livelli di guida autonoma esistono ma prima di poter riposare mentre siamo in auto serve molto altro

Ci vorrebbe la guida autonoma già da tempo. Alzi la mano chi, mentre si trova in automobile nel traffico, non sogna di occuparsi d'altro al posto di dover prestare attenzione a quanto accade intorno. E che l'auto lo porti a destinazione. Nulla a che vedere con il piacere di percorrere una strada di campagna ammirando il panorama, senza chi in scooter ci taglia la strada, l'agente che ci multa travestito da semaforo o i cartelli da trenta righe che bisogna leggere fino in fondo prima di superarli, perché lì inizia la Ztl. Intanto la pubblicità ci riempie di messaggi riguardanti le fantastiche nuove possibilità offerte dalle auto di nuova e prossima generazione, facendo apparire già superate anche quelle che parcheggiano da sole.

Si parla quindi dei cinque livelli di sistemi per la guida autonoma, un percorso tecnologico che ci porterà a poter dire all'auto "portami a casa", oppure "guido io" come faceva Sylvester Stallone nel film Demolition Man. Ecco come è fatto e perché. Esiste in realtà anche un Livello zero, ovviamente quello al quale siamo stati abituati fino a oggi. Niente automatismi, il conducente può sempre accelerare o rallentare senza mediazione di alcun computer.

L1. Chi ha un automezzo recente si è già abituato ai sistemi per la cosiddetta guida assistita. E' sempre il conducente a decidere direzione, accelerazioni e frenate ma per prendere le sue decisioni viene aiutato da sensori e allarmi che lo avvisano di potenziali pericoli.

L2. Anche in questo caso si tratta di sistemi già presenti nelle vetture in circolazione. L'automobile può gestire la velocità e la sua variazione in più o in meno per evitare collisioni, mentre la direzione è sempre nel totale controllo del guidatore.

L3. Alle funzioni del livello precedente si somma il possibile controllo della direzione di marcia. Il guidatore può sempre intervenire in caso di necessità o di situazione troppo complessa per la guida automatica. Le prime auto con queste caratteristiche arriveranno entro la fine di quest'anno per i costruttori premium, entro il 2022 per chi produce utilitarie. Ma è anche l'ultimo livello al quale non serve un'infrastruttura stradale con la quale interagire per poter funzionare.

L4. L'automezzo controlla totalmente la guida tenendo completamente sotto controllo anche il traffico circostante e può scegliere il percorso più breve in base alle sue informazioni. I bordi strada, la segnaletica orizzontale e verticale, i sensori annegati nell'asfalto interagiscono con l'automezzo. Agendo su un comando il pilota ha facoltà di degradare le funzioni del mezzo fino a retrocedere alle caratteristiche del livello 2.

L5. Non esiste un conducente, soltanto occupanti dell'abitacolo che durante il viaggio possono fare altro che badare al tragitto. Si dichiara la destinazione e il mezzo esegue decidendo anche il miglior percorso da seguire oltre a velocità, direzione e separazione dagli altri veicoli. In questo caso è necessaria un'infrastruttura collaborativa e che gli altri traffici siano in qualche modo dotati di sensori con i quali interagire.

Perché sta diventando necessaria questa evoluzione è dovuto ai molto vantaggi dati dalla guida autonoma: aumenterà la sicurezza sia perché il livello di percezione di potenziali scontri sarà demandata all'automatismo, sia perché la condotta non risentirà del fattore umano, ovvero dello stato di salute, sobrietà e veglia del conducente. Questi mezzi saranno più efficienti poiché in base alle condizioni del traffico imposteranno una velocità di marcia quasi costante, evitando inutili accelerazioni e frenate. Potranno essere utilizzate da portatori di handicap senza più modifiche e adattamenti costosi, inoltre grazie alle continue comunicazioni tra autovetture potranno evitare di generare problemi di traffico. Prendere la patente sarà differente e più legato ad aspetti gestionali dei sistemi che alle capacità di pilotaggio.

Esistono tuttavia alcuni fattori negativi già previsti dai costruttori sui quali è necessario lavorare per una soluzione. Primo tra tutti il costo, che non potrà inizialmente essere economico. Fino a quando non saranno sulle strade soltanto auto a guida autonoma, l'impossibilità di dialogo tra le unità mobili genererà problemi di viabilità. Sarà quindi necessario elaborare nuove e radicali modifiche al codice della strada, a meno di non creare inizialmente corsie riservate per mezzi a guida autonoma come è stato fatto nel Regno Unito e negli Usa, ma estese ai principali percorsi nazionali ed europei.

Non è ancora stato definito uno standard minimo di funzionamento in caso di brutto tempo. Eccessivo buio, neve, ghiaccio, nebbia e vento possono influenzare la sensoristica e degradare le prestazioni di autonomia delle vetture. Infine occorrerà certificare la stabilità dei software di gestione dei sistemi di guida come avviene in campo aeronautico: nessuno vorrebbe che durante un viaggio in autostrada il mezzo improvvisamente andasse in "freeze" o ci chiedesse di essere "resettato".

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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