Money Muling: la nuova truffa online che ha già colpito migliaia di persone
Il web è sempre fonte d’ispirazione di nuove idee poco lodevoli da parte di persone senza scrupoli. L’ultima invenzione è quella del Money Muling. Vediamo in cosa consiste e come proteggersi da questa nuova truffa in rete
Si chiama Money Muling (tradotto in italiano mulo di denaro), ed è solo l’ultima delle truffe online che girano attraverso i vari canali di comunicazione. Da Whatsapp a Telegram, passando per e-mail, social network e persino i cari vecchi SMS. Nessuno di questi metodi di invio e ricezione di messaggi è esente da rischio. Ecco perché bisogna fare molta attenzione, per evitare di cadere nella trappola.
Questa metodologia di truffa è stata scoperta grazie a un’indagine condotta dall’Europol, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto dei crimini nel territorio UE, la quale ha emesso un vero e proprio protocollo volto a riconoscere i segnali sospetti, in modo da evitare di essere truffati.
Tra i campanelli d’allarme che dovrebbero indurre il malcapitato di turno a dubitare della bontà del messaggio ricevuto, che molto spesso inizia con un semplice e amichevole “Salve, posso parlare un attimo?”, vi sono la promessa di poter fare ottimi guadagni con il minimo sforzo, l’esistenza di palesi errori grammaticali nel testo del messaggio e la proposta di offerte di lavoro da parte di aziende estere.
Qualunque sia il mezzo e il modo adoperato dai truffatori l’obiettivo è sempre lo stesso: poter acquisire i dati del conto corrente della persona vittima del raggiro, in modo da poterlo utilizzare per attività illecite. Il fine di questa richiesta è quella di poter far circolare denaro sporco tramite il conto corrente del frodato, diventando quindi un vero e proprio “mulo per il trasporto di denaro” proveniente da attività illecite. Ecco perché questa nuova truffa è stata chiamata Money Muling.
Occhio, si tratta a tutti gli effetti di riciclaggio di denaro sporco, con possibili conseguenze penali nei confronti della persona truffata, nei confronti della quale oltre al danno si aggiungerebbe anche la beffa.
Nel vademecum redatto dall’Eurpoll, al fine di limitare il diffondersi di questa truffa, sono indicate delle best practice da adoperare laddove dovesse esserci puzza di inganno.
Innanzitutto, laddove la tentata frode venga effettuata tramite offerte lavorative, si consiglia di effettuare una ricerca sia sull’azienda dalla quale proviene l’offerta di occupazione sia della persona dalla quale si viene contattati.
Il secondo suggerimento è quello di non fornire mai dati sensibili, come i dati anagrafici o il proprio numero di conto corrente, salvo il caso in cui la richiesta provenga da persone conosciute e quindi delle quali potersi fidare.
In ultimo farsi guidare dal detto “Troppo bello per essere vero” e rifiutare tutte quelle proposte che promettono guadagni facili e senza far nulla.
Ad ogni modo, qualora ci si accorga di essere già stati raggirati, bisogna immediatamente contattare la propria banca o il fornitore della carta di pagamento, in modo da poter procedere immediatamente al blocco del conto o della carta a proprio nome, oltre che denunciare l’accaduto alla Polizia di Stato che avvierà le indagini di rito.
Insomma, sul web non si può stare mai tranquilli perché i truffatori diventano sempre più abili nel progettare frodi e guadagnare illecitamente sulla pelle dei poveri malcapitati.