Tecnologia

Stadio, concerti, vacanze: la realtà virtuale non vuole più farci uscire di casa

Il rischio è un eccessivo isolamento e una minor voglia di varcare il portone per scoprire il mondo. Solo immaginazione? No: ecco gli esempi concreti

I fan del Super Bowl hanno già potuto indossare un paio di Gear VR per assistere all’evento in diretta, a 360 gradi, lo scorso febbraio. La NBA, dall’inizio dell’anno, trasmette una partita a settimana in modalità realtà virtuale mentre la NHL aveva debuttato già nel 2016 con l’All-Star game. Non basta? Il 3 giugno è andato in onda il primo incontro di UFC tra José Aldo e Max Holloway mentre Fox Sports ha aperto un intero canale su Oculus Store.

Insomma, chi non ha voglia, o semplicemente non può recarsi allo stadio o al palazzetto ha già l’opportunità di vivere una manifestazione sportiva in maniera immersiva, a un costo minore del biglietto (almeno al netto del prezzo dello smartphone e dei visori).

Alla partita come al concerto

Sarebbe riduttivo parlare di realtà virtuale come nuova piattaforma di intrattenimento tirando in ballo solo il football, il basket o l’hockey sul ghiaccio. In un video promozionale del 2016, Samsung mostrava un povero padre con in mano una Gear 360 al concerto della band preferita della figlia, che era dovuta rimanere a casa. L’uomo, dopo aver registrato l’evento, lo aveva mostrato tramite un paio di visori alla piccola, che si era sentita davvero nel mezzo della folla di ragazzine urlanti. Solo una pubblicità è vero, che ha predetto qualcosa di concreto oggi.

Musica dal vivo

Tramite una partnership con la piattaforma NextVR, Live Nation permette già di partecipare virtualmente alle esibizioni di molte band, nel recente passato i Black Angels, Slash, gli Imagine Dragons e Prince Royce. La stessa NextVR ha stretto un accordo con gli organizzatori della International Champions Cup, per condividere gli highlight delle partite in 3D della kermesse estiva di Juve, Roma, Real Madrid, Barcellona, PSG, Manchester United, City e Tottenham.

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La vacanza virtuale

MSC Crociere, tra le prime al mondo, offre ad alcune agenzie sul territorio italiano la possibilità di dare un’anteprima in realtà virtuale ai clienti che sono in procinto di partire per le vacanze. La visita tridimensionale è fruibile anche a casa, grazie a un’app per Android con cui camminare tra le stanze di una nave e in alcuni luoghi delle destinazioni più famose. Certo, il risultato finale non sarà lo stesso ma è un buon inizio per prepararsi al viaggio.

Chiusi in casa

Se il catalogo può effettivamente rappresentare un modo alternativo con cui presentare un’offerta a parole poco comprensibile (il 360 riesce comunque a trasmettere qualcosa), invogliando le persone a uscire di casa per scoprire nuovi luoghi, non è detto che sport e concerti (ma anche mostre, incontri pubblici) possano beneficiare altrettanto dagli sviluppi del VR.

Un unico biglietto reale-virtuale

Chi può negare che un giorno, nemmeno tanto lontano, non preferiremo starcene sul divano di casa ad assistere al match clou della Serie A in realtà virtuale, seduti al proprio posto già pagato con l’abbonamento, invece di mettersi in macchina e macinare chilometri? Si può affermare che la canzone del cuore arrivi meglio a destinazione se ascoltata dal vivo piuttosto che vista con indosso un paio di occhialini connessi allo smartphone o al computer?

Rischio e opportunità

Attualmente la realtà virtuale non è essenziale ma rappresenta un passo ulteriore verso un consumo avanzato di contenuti digitali. Al pari della radio prima e della tv poi, abilita un piano comunicativo diverso, sicuramente intrigante. È un rischio per la socialità ancora più mediata dalla tecnologia ma anche un’occasione per avvicinarci a luoghi, cose e persone distanti nel tempo e nello spazio. Continuando a scindere la vita organica da quella artificiale.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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