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Ventura non è più ct della nazionale: esonerato (ma senza rinunciare ai soldi)

Tavecchio, che resta presidente, licenzia l'allenatore del fallimento mondiale. Niente dimissioni (come Prandelli nel 2014), la Figc dovrà pagarlo

Gian Piero Ventura non è più ct della nazionale italiana di calcio. E' sopravvissuto 43 ore e 39 minuti all'onda della mancata qualificazione al Mondiale di Russia nello spareggio contro la Svezia. Niente dimissioni, però. Ventura è stato esonerato dalla Figc di Carlo Tavecchio (che resta presidente malgrado la bufera) con un comunicato di poche righe al termine del vertice federale che ha fatto il punto della situazione.

Un addio freddo. Freddissimo. Senza nemmeno i consueti ringraziamenti che accompagnano questi passaggi sia nei club che nella vita federale. L'esonero è stato comunicato da Tavecchio e poi reso ufficiale con una comunicazione stringata: "A far data da oggi Gian Piero Ventura non è più il Commissario Tecnico della Nazionale".

Ventura aveva negato fin qui l'ipotesi delle dimissioni, sia nella notte infausta di San Siro, quando aveva saltato le interviste con la Rai e si era poi presentato a tarda ora in conferenza stampa spiegando di dover parlare prima con i vertici della Figc, sia nelle due giornate successiva. Un arroccamento su una posizione resa indifendibile dopo l'epocale disfatta. 

Quanto deve incassare Ventura dalla Figc

Una questione puramente economica oltre che di orgoglio personale. Il ct che passerà alla storia come responsabile primo di una sconfitta che mancava dal 1958, non ha voluto controfirmare pubblicamente la sua piena assunzione di colpa. Lo aveva fatto Prandelli dopo l'eliminazione a Natal nel Mondiale del 2014, annunciando l'addio pochi minuti dopo la fine della partita. Scelta diversa e certamente più dignitosa.

Ventura ha voluto tenere il punto resistendo alle pressioni esterne, del Coni, della Figc e dell'opinione pubblica. Lo ha fatto forte di un contratto che lo copre fino al 30 giugno 2018 con uno stipendio da circa 1,5 milioni di euro di cui mancano le ultime sette mensilità per un totale di 866mila euro. 

Il rinnovo firmato in estate fino al 2020 non conta, perché mancando la qualificazione a Russia 2018 non sono maturate le condizioni per rendererlo operativo. La Figc continuerà a pagare Ventura mese per mese sperando che si liberi prima, magari trovando un'altra panchina.

Dopo-Ventura: tutti i possibili ct

Le mancate dimissioni di Ventura tolgono qualche possibilità economica anche alla Figc che, persi gli incassi del Mondiale tra bonus e sponsor, non navigherà certamente nell'oro nei prossimi mesi. Tavecchio, che sta resistendo alle pressioni e non intende mollare (davanti ai vertici della Federcalcio si è detto "indisponibile" a farsi da parte) sogna di rilanciare con il nome di un tecnico top, così come fatto nell'estate 2014 per presentarsi e far dimenticare le gaffe iniziali.

L'obiettivo dichiarato è Carlo Ancelotti, fermo dopo l'esonero dal Bayern Monaco e teoricamente disponibile subito. Fin qui ha declinato, ma potrebbe essere sensibile al richiamo della Patria calcistica. La Figc avrebbe bisogno del sostegno di uno sponsor come nell'operazione Conte per arrivare a uno stipendio da 4-5 milioni netti dando carta bianca all'uomo che gli italiani hanno identificato come unico possibile salvatore.

L'operazione di corteggiamento è in corso da settimane, in caso di fallimento subentrerebbero altre opzioni: Ranieri, Mancini oppure Allegri dovesse chiudersi l'esperienza alla Juventus. L'idea di un traghettatore fino a giugno non è tramontata e aiuterebbe a limitare il danno delle mancate dimissioni di Ventura.

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Giovanni Capuano