Caso Strootman: squalifica discutibile, ma non esiste complotto
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Caso Strootman: squalifica discutibile, ma non esiste complotto

L'uso della prova tv su un episodio giudicato dagli arbitri crea un precedente. Pericolose le parole di Baldissoni e della Roma

Le parole di Baldissoni, che ha evocato un complotto per danneggiare la Roma e condizionare una fase forse decisiva del campionato, sono inaccettabili, gravi e anche pericolose. Inaccettabili perché pronunciate da un dirigente di punta del calcio italiano, gravi perché adombrano che il sistema sia falsato da logiche esterne a quelle del campo e pericolose perché concorrono ad accendere gli animi in vista di un finale di 2016 ricco di incroci ad alta tensione.

Detto questo - e in attesa che lo sfogo post-derby del numero tre della Roma sia valutato in tempi non biblici dalla giustizia sportiva - rimane la decisione di squalificare Strootman per due turni utilizzando la prova tv come da regolamento, ma lasciando spazio al dubbio che si sia cercato di punire più tutto il contesto della mischia accesasi dopo la rete dell'olandese, piuttosto che un comportamento realmente sanzionabile. Strootman ha certamente esagerato, in campo l'ha passata quasi liscia e, dunque, andava ristabilita una sorta di verità fattule. Scelta pericolosa per il precedente che determina.

Banti, Costanzo e una rissa vista in diretta

E' difficile, infatti, accettare che due direttori di gara presenti nello spazio di pochi metri durante l'episodio non siano stati in grado di valutarlo nella sua interezza. Caduta di Strootman compresa. Anzi, il quarto uomo Costanzo è addirittura parte attiva nel cercare di dividere Cataldi e l'olandese: sente sulla sua pelle la forza della strattonata e, anche se girato, è quasi co-protagonista del momento clou su cui poi si è concentrato il Giudice sportivo.

Strootman, per altro, cade e si rialza nello spazio di pochi istanti. La scena non è edificante ed è poco etica, ma se si passa il concetto che la prova tv possa anche sostituirsi al direttore di gara nella valutazione della consistenza di un contatto fisico (e può valere anche in altri casi), allora si riscrivano le regole a partire dal protocollo che si sta sperimentando per la video assistenza (Var) che lascia sempre e comunque l'ultima scelta all'arbitro centrale.

C'è stata la trattenuta? Sì. E' stata vista? Sì. Proveniva da un giocatore che nemmeno avrebbe dovuto essere sul terreno di gioco in quanto riserva? Sì. Elementi già presenti nella testa di Banti e dei suoi aiutanti. La caduta successiva è stata 'pesata' in diretta ed è comunque il prodotto di un'azione non regolamentare (la trattenuta). Banti e i suoi hanno compiuto tutto il processo decisionale in campo e nessun elemento assolutamente innovativo è sfuggito. Per intenderci, Cataldi non è stato espulso perché l'arbitro riteneva che avesse colpito con un pugno un avversario e poi, invece, le immagini hanno dimostrato che il pugno non era andato a segno.

Strootman andava espulso o no?

L'altro tema è relativo alla sanzione che avrebbe meritato Strootman se qualcuno avesse colto in diretta il lancio d'acqua verso la panchina della Lazio. Provocazione gratuita, inutile e della quale bisognerà prima o poi fare a meno. Ma a norma di regolamento Banti ha comunque deciso per il meglio perché (regola 12) il criterio che segna la differenza tra ammonizione ed espulsione in caso di "lancio di oggetto o pallone contro un avversario" è l'intento lesivo o l'uso di forza eccessiva.

Poteva uno spruzzo far male a Cataldi? No. C'era avventatezza senza volontà di nuocere fisicamente? Sì. caso da cartellino giallo, con o senza prova tv come, infatti, ha scritto anche il Giudice sportivo smontando l'idea che l'olandese potesse essere squalificato in maniera postuma per quell'atto stupido. 

Messo tutto insieme rimane la sensazione di un provvedimento educativo, nel senso di pensato e scritto per riparare a un presunto errore di valutazione in campo. Che arrivi prima della doppia sfida con Milan e Juventus non c'entra nulla, ma aggiunge solo veleno al veleno.

All'alba della rivoluzione tecnologica del nostro calcio sarebbe bene evitare qualsiasi dubbio interpretativo e tenere distinti i due ambiti: quello del direttore di gara in campo e quello della tv come supporto. La seconda non può sostituirsi al primo in tutte le sue funzioni e soprattutto non dovrebbe mai farlo interpretando a sua volta un episodio senza nemmeno averne tutti i parametri. 

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Giovanni Capuano