Tutti gli errori (non solo di Garcia) della stagione della Roma
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Tutti gli errori (non solo di Garcia) della stagione della Roma

Mercato, condizione fisica, stimoli psicologici e pressione della piazza: ecco come l'anno gialorosso si è trasformato in incubo

Ora che anche la Coppa Italia, che era "la strada più veloce per alzare un trofeo" (citazione di Rudi Garcia) è volata via, la stagione della Roma rischia di prendere una piega difficile a immaginare anche solo due mesi fa, prima della sosta di Natale. C'è stato un momento in cui i giallorossi hanno accarezzato il sogno di poter scollinare il girone della morte in Champions League e fare corsa a due contro la Juventus per lo scudetto. Non è passato un secolo, ma sembra un'era geologica fa e sfortuna, episodi e infortuni non possono essere l'unica spiegazione giusta del tramonto di tutti i progetti. Cosa sta succedendo alla squadra di Garcia? Perchè non incanta più come nella passata stagione? Non tutte le colpe sono del tecnico francese, che pure è salito sul banci degli imputati dopo essere stato uno dei volti belli degli 85 punti da record di un anno fa. Ecco gli errori che hanno compromesso fin qui la stagione della Roma:

Condizione fisica inadatta in una stagione con la Champions

Prima di tutto l'approccio fisico al doppio impegno. Rispetto a un anno fa la Roma ha giocato 6 partite in più; non sono tantissime, ma sono state gare di altissima qualità che hanno succhiato energie fisiche e psichiche in gran quantità. Fino a dicembre il conto era positivo, malgrado l'eliminazione dalla coppa, poi tutto è venuto a galla e la squadra ha smesso di correre. La Roma di questo inizio di 2015 cammina in campo, si affida ai colpi dei singoli e non riesce più a giocare in verticale con rapidità come faceva in passato anche perché manca nella fase di recupero pallone. Gli infortuni sono una conseguenza collaterale a questo discorso: muscoli logori (anche se non sono mancati i ko traumatici) e poco tempo per recuperare. Forse in estate andava costruita una rosa più profonda soprattutto in difesa e attacco, evitando di sopravvalutare anche le possibilità di recupero di Strootman.

Gli errori del mercato estivo

In realtà tra giugno ed agosto è stato commesso anche qualche errore di valutazione nella scelta dei rinforzi da consegnare a Garcia. Il bilancio di sei mesi di campo boccia un dirigente bravo e attento come Sabatini: Astori non si è integrato ed è spesso insufficiente, Iturbe (su cui la Roma ha scommesso quasi 30 milioni di euro) è in forte ritardo e Cole ha confermato di essere l'ombra del giocatore che fu. Il solo Keita ha reso per quallo che ci si attendeva, aiutando soprattutto nelle gare internazionali: anima anche nelle giornate peggiori e punto di riferimento in campo. Non una buona notizie per l'uomo che è considerato un mago nello scouting in giro per il mondo.

Tutti i ritardi nelle correzioni di gennaio

Ibarbo, Doumbia e Spolli: ecco il mercato di riparazione della Roma. Ibarbo e Spolli sono arrivati nelle ultime 48 ore, mentre Doumbia è stato preso quando ancora era in Coppa d'Africa con la sua nazionale e nella migliore delle ipotesi sarà a disposizione di Garcia solo tra un paio di settimane. Sabatini e la società sono stati a lungo fermi anche se molti dei problemi della squadra erano sotto gli occhi già a inizio gennaio, a partire dalla condizione fisica declinante per finire con la parabola discendente di alcuni protagonisti dell'anno scorso come De Sanctis e Maicon. Problema di mancanza di fondi o c'è stato un errore di valutazione? Adesso che Strootman è di nuovo ai box, con tempi di recupero lunghi, e De Rossi non arruolabile, la sensazione è che manchi qualcosa anche a centrocampo. E poi perchè lasciar partire Destro con destinazione Milan invece di trattenerlo a Roma per un altro week end così da averlo a disposizione contro l'Empoli, quando una punta sarebbe servita come il pane?

Garcia, gli alibi e i troppi proclami

Anche Rudi Garcia ha un ruolo nella crisi e non potrebbe essere diversamente. Lui, che nello scorso autunno aveva rimesso la chiesa al centro del villaggio, sembra aver perso la bussola. Tra ottobre e novembre ha caricato sulle spalle della squadra il peso delle sue certezze: la vittoria in campionato e la possibilità di competere già con le grandi d'Europa. Poi è arrivato il Bayern Monaco e il castello motivazione è crollato. Il francese ha corretto solo in parte la rotta, ma la risposta è stata deludente. In una piazza come quella romana rischia di essere un errore capitale. E poi la questione-arbitri: la gara dello Stadium contro la Juventus è del 5 ottobre e da lì Garcia ha continuato a parlare di ingiustizie e classifiche 'falsate' per tre mesi. Sbagliata la diagnosi ed errata anche la prognosi, perché ha fornito un alibi formidabile a squadra e tifosi.

L'identità in campo smarrita con il passare delle giornate

C'è, infine, anche l'aspetto tattico. La Roma ha tre moduli da alternare (come ha confermato lo stesso Garcia), ma funziona bene soprattutto con il 4-3-3, a patto di avere tutti i protagonisti in buone condizioni. Invece Totti fatica, Gervinho si è eclissato in Coppa d'Africa e Iturbe non ha reso secondo previsioni. Garcia ha cominciato a snaturare la sua squadra, finendo col farle perdere identità e inanellando una serie di mezze partite sbagliate. Spesso è stato sufficiente correggere in corsa lo scacchiere, ma il risultato è una certa confusione, oltre che il vantaggio di pezzi di gara regalati agli avversari. Magari le cose torneranno al loro posto col rientro dei giocatori più importanti, però era lecito attendersi un valore aggiunto dalla panchina che, oggi, non si è visto.

La notte di Mosca e il comportamento dei giocatori

Per chiudere, le responsabilità dei giocatori. La notte del night a Mosca è ormai persa nel tempo, ma segnala un punto di svolta. Non è successo nulla di grave, però era uno scivolone da evitare anche a futura memoria. Adesso che le cose vanno male, la gente contesta anche chiedendo alla rosa di Garcia un impegno diverso in campo. Siccome non ci sono controprove che qualcuno tiri indietro la gamba, è evidente che pesa tutto, compresa la sensazione di un gruppo che si fosse seduto sulla sua grandezza nel momento migliore della stagione. In generale è emersa con chiarezza la differenza di approccio mentale rispetto alla Juventus. Tra giallorossi e bianconeri i più affamati sembrano quest'ultimi. Che pure vengono da tre scudetti consecutivi...

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Giovanni Capuano